Pareti divisorie in vetro: tre idee creative per la tua casa

pareti divisorie vetro

Negli ultimi anni, la percezione dell’ambiente domestico è profondamente cambiata a seguito, principalmente, degli effetti del periodo pandemico sulle abitudini e gli stili di vita. La casa moderna si è evoluta in un luogo polifunzionale, il cui utilizzo non è più limitato al riposo o al tempo libero ma include anche il lavoro e lo studio, nonché momenti di convivialità ritrovata. In altre parole, sono emerse nuove esigenze alle quali far fronte, attraverso una rivisitazione degli spazi abitativi.

Non sempre, però, al desiderio di rendere l’ambiente domestico più funzionale possono corrispondere interventi di ristrutturazione o radicale restyling; ciò nonostante, non mancano di certo le soluzioni alternative che, pur con un minor dispendio di risorse, possono garantire un ottimo risultato. Un valido esempio, in tal senso, è rappresentato dalle pareti divisorie in vetro, un’opzione che garantisce diversi vantaggi, tanto dal punto di vista estetico quanto in termini pratici.

Perché sceglierle?

Come accennato, l’impiego del vetro risulta vantaggioso per svariati motivi, a cominciare dalla versatilità; una parete realizzata con questo materiale può essere inserita in ambienti molto diversi tra loro, per stile e destinazione d’uso. Il vetro, infatti, ben si adatta tanto ad arredi in stile classico quanto di impronta moderna o minimal conservando, al contempo, una naturale eleganza.

In aggiunta, non pregiudica il comfort visivo dell’ambiente di installazione, dal momento che lascia filtrare la luce, sia naturale che artificiale (non vi è quindi bisogno di aggiungere nuovi dispositivi di illuminazione a seguito dell’inserimento di una struttura divisoria in vetro). Sul versante strettamente tecnico, la posa del vetro è piuttosto semplice e raramente richiede interventi invasivi; inoltre si adatta a contesti applicativi assai differenti, in quanto utilizzabile sia per installazioni fisse che per sistemi a scorrimento.

Tre idee per la casa

Una parete divisoria in vetro, sia parziale che intera, può essere collocata in ogni tipologia di ambiente domestico, dalla cucina al bagno, passando per il soggiorno e la zona living. Risultano particolarmente funzionali per soddisfare esigenze di privacy ma anche di comfort e design, delimitando spazi e dividendo ambienti con caratteristiche specifiche senza attuare una partizione netta tra due locali.

Cucina a vista ‘separata’

Le soluzioni open space che consentono di integrare cucina a vista e soggiorno in un unico ambiente sono largamente diffuse, soprattutto in contesti moderni o di recente ristrutturazione. Ciò nonostante, non mancano le potenziali criticità come, ad esempio, la diffusione degli odori, il disturbo provocato dai rumori provenienti da una parte dell’ambiente aperto e, non ultimo, la vista del disordine che raramente manca in cucina.

Una parete in vetro consente di porre rimedio a problemi di questo genere; per nascondere il disordine e la confusione, ad esempio, si può installare un divisorio in vetro opaco o traslucido, specie se si preferisce aumentare la privacy tra le due aree dell’ambiente aperto; in caso contrario, il vetro trasparente resta la principale alternativa, ideale per fare da barriere agli odori e limitare la rumorosità tra la zona cucina e quella living.

Zona per studio o lavoro

La crescente diffusione di smart working e didattica a distanza ha accentuato il bisogno di spazi appositi da dedicare allo studio e/o al lavoro; non sempre, però, una casa dispone di un locale da destinare esclusivamente allo scopo. Una parete divisoria in vetro offre la possibilità di individuare, in maniera elegante e agevole, uno spazio apposito – magari all’interno dell’area living – nel quale poter studiare e lavorare in tranquillità, beneficiando di un buon isolamento acustico rispetto agli altri ambienti domestici.

 

Bagno padronale

Se non finestrato, il bagno padronale può risultare spesso buio e angusto (oltre a imporre il ricorso alla luce artificiale ad ogni ora del giorno); anche per questo, optare per una separazione ‘soft’ rispetto alla camera da letto – realizzando una parete in vetro traslucido o a effetto specchio – può essere una valida opzione, non solo per l’impatto estetico ma anche per sfruttare al massimo la luce naturale.

 

I prodotti Saint-Gobain da utilizzare

La realizzazione di pareti in vetro impone l’utilizzo di prodotti di alta qualità, non solo per l’effetto estetico finale ma anche per garantire un adeguato livello di sicurezza. In particolare, per implementare le soluzioni sopra descritte, si consiglia di utilizzare un vetro stratificato, opportunamente dimensionato a seconda del tipo di posa e delle caratteristiche strutturali della parete.

 

Saint-Gobain mette a disposizione dei professionisti del settore soluzioni all’avanguardia, tra cui quelli della gamma STADIP® PROTECT, un prodotto formato da due o più lastre di vetro alternate a fogli di PVB in grado di garantire un elevato standard di sicurezza; STADIP SILENCE®, invece, è la linea di lastre sviluppate per migliorare l’isolamento acustico: grazie ad uno speciale film in PVB, che funge da ammortizzatore tra due lastre di vetro STADIP®, il prodotto è in grado di ostacolare la trasmissione delle vibrazioni sonore, riuscendo ad abbattere fino a 39 dB e migliorando notevolmente il comfort abitativo.

 

Il vetro a effetto specchio MIRASTAR®, infine, si presta soprattutto ad applicazioni che puntano a migliorare la privacy tra due zone dello stesso ambiente, grazie all’elevata capacità riflettente. La lastra è composta da un vetro float PLANICLEAR® sul quale viene depositato uno strato di ossidi metallici molto resistenti, tramite un processo industriale controllato è bifacciale e può essere stratificato o temprato all’occorrenza.

Cartongesso per la protezione dal fuoco: cos’è e perché utilizzarlo?

cartongesso protezione dal fuoco

Grazie alla versatilità, alle prestazioni offerte ed alla facilità di posa che lo caratterizza, il cartongesso è ampiamente utilizzato nell’edilizia abitativa (e non solo); le lastre di gesso rivestito (cartongesso), infatti, grazie alle loro peculiarità vengono installate nei vari sistemi costruttivi (pareti, contropareti, controsoffitti, ecc.) e possono contribuire a migliorare diversi aspetti del comfort abitativo. Inoltre, nell’ambito della sicurezza antincendio, esiste una particolare tipologia di cartongesso che permette di realizzare sistemi costruttivi che contribuiscono alla protezione passiva dal fuoco (compartimentazione e protezione strutture), incrementando quindi la sicurezza degli occupanti degli ambienti.

Queste lastre speciali hanno un’incrementata densità del nucleo, opportunamente additivato, che ne migliora la prestazione nei confronti del fuoco. Ragion per cui viene spesso definito, seppur in maniera impropria, “ignifugo”. Le lastre inoltre non contribuiscono alla diffusione e propagazione dell’incendio, in quanto hanno una ottima prestazione di reazione al fuoco, fino ad essere completamente incombustibili nella versione migliore.

 

A cosa serve e come è composto

Il cartongesso ‘ignifugo’, come si può ben intuire, è un materiale caratterizzato da elevate prestazioni che permettono di incrementare la resistenza al fuoco dei sistemi in cui è installato. Permette quindi di garantire maggiore protezione da possibili incendi, in particolare nelle zone degli edifici più a rischio, che prevedono tra gli altri la presenza di una centrale termica, impianti, o ambienti ad elevato affollamento. La protezione può derivare anche dalla compartimentazione, ad esempio in una parete che divide due diversi ambienti: in questo caso può contenere e limitare l’incendio sia se dovesse svilupparsi in uno di questi spazi, sia nei confronti delle strutture portanti, come un solaio o travi e pilastri.

 Le migliori prestazioni del cartongesso ignifugo sono dovute per prima cosa alla natura del gesso, componente principale della lastra, che è un materiale incombustibile con elevato contenuto d’acqua nella sua formula chimica; un ulteriore contributo deriva dall’aggiunta di alcuni additivi nel nucleo di gesso, come le fibre di vetro e la vermiculite (entrambi incombustibili), che permettono di rendere più stabile e duratura la lastra nei confronti dell’incendio.

Solitamente il cartongesso ignifugo è facilmente riconoscibile per via del colore rosa del rivestimento a vista, diverso dal bianco/avorio generalmente adoperato per le altre lastre. Questo aspetto, però, non basta ad individuare con certezza un prodotto con elevata prestazione antincendio: è sempre necessario far riferimento alla scheda tecnica e alla documentazione fornite dal produttore. Nei documenti tecnici viene riportata anche la reazione al fuoco, parametro che indica il contributo che un materiale offre alla diffusione dell’incendio. Le lastre in cartongesso hanno la migliore classe di reazione al fuoco, non contribuiscono alla propagazione delle fiamme, sono in classe A2-s1,d0 o completamente incombustibili in classe A1 (classificazione in accordo alla normativa europea).

 

Perché utilizzarlo

L’impiego del cartongesso ignifugo risponde a precise necessità di carattere tecnico ed applicativo, che vengono analizzate e valutate in fase di progettazione degli interventi. Più in generale, rappresenta una soluzione valida in qualsiasi contesto sia necessario mettere in sicurezza alcuni ambienti potenzialmente ‘a rischio’ oppure, più semplicemente, migliorare significativamente la resistenza al fuoco di un edificio, sia esso un’abitazione, un ufficio o un laboratorio.

 

Dove può essere utilizzato

Come altre tipologie di cartongesso, anche quello ignifugo offre svariate possibilità di impiego in ambito edilizio, sia privato che pubblico. In ambito abitativo, ad esempio, le lastre di questo tipo possono essere utilizzare per realizzare pareti, contropareti, controsoffitti e cavedi tecnici, specie all’interno di locali che ospitano caldaie, impianti tecnologici, centraline e quadri di controllo elettrici o altri apparati.

Le applicazioni in contesti pubblici, invece, riguardano soprattutto strutture quali scuole, palazzetti, ospedali, edifici terziari e sportivi, teatri e simili, destinate ad ospitare un’utenza molto ampia e, pertanto, devono rispettare adeguati standard di sicurezza e normative tecniche specifiche.

 

Posa del rivestimento in cartongesso e rifinitura

Completato il telaio di supporto, è possibile procedere con la posa del rivestimento in cartongesso.

Dalle lastre di gesso rivestito occorre ricavare pannelli sagomati su misura, servendosi di un cutter; questi vanno poi vincolati all’intelaiatura mediante viti filettate applicate con un trapano ad impulsi. Se il progetto prevede l’inserimento di sistemi di illuminazione o altri elementi, le lastre devono essere sagomate in maniera tale da consentire l’installazione di faretti, sistemi idraulici o grandi elettrodomestici. All’interno di un corretto ciclo di realizzazione, i collegamenti elettrici e altri interventi vengono eseguiti prima della posa delle lastre in  cartongesso.

Terminato il tamponamento in cartongesso, si passa alle operazioni di finitura:

  • stuccatura delle teste delle viti;
  • trattamento dei giunti verticali e orizzontali tra le lastre con nastro di rinforzo in carta microforata;
  • inserimento di paraspigoli, affogati tra due strati di stucco;
  • trattamento delle superfici con primer di preparazione;
  • tinteggiatura con idropittura per interni.

 

Il cartongesso per la protezione del fuoco di Saint-Gobain

Saint-Gobain mette a disposizione di professionisti e amanti del fai da te una gamma completa di lastre in cartongesso a marchio Gyproc che garantiscono un’elevata protezione dal fuoco:

  • Gyproc Fireline è una lastra di tipo F, caratterizzata da un nucleo a coesione incrementata e additivato con fibra di vetro e vermiculite; il rivestimento di colore rosa rende il prodotto facilmente riconoscibile; utilizzabile per realizzare pareti divisorie, contropareti, controsoffitti, protezione delle strutture;
  • Gyproc DuraGyp Activ’Air® è una lastra di tipo D E F I H1 R, caratterizzata da un nucleo a coesione incrementata e additivato con fibra di vetro e fibra di legno, ad elevata densità e con ridotto assorbimento d’acqua; è utilizzabile per gli stessi sistemi costruttivi elencati in precedenza, con l’aggiunta di offrire una più elevata resistenza meccanica e agli urti, ed essere idonee per tutti gli ambienti, compresi quelli umidi come bagni e cucine;
  • Gyproc Lisaflam, corrispondente per tipologia, prestazioni e applicazione alla lastra Gyproc Fireline sopra descritta, ma incombustibile (reazione al fuoco A1) grazie alla carta a basso potere calorifico;
  • Gyproc DuraGyp A1 Activ’Air®, corrispondente per tipologia, prestazioni e applicazione alla lastra Gyproc DuraGyp Activ’Air® sopra descritta, ma incombustibile (reazione al fuoco A1) grazie alla carta a basso potere calorifico;
  • Gyproc Lisaplac è una lastra di cartongesso di tipo A (standard), rivestita da carta a basso potere calorifico che la rende incombustibile (reazione al fuoco A1).

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo bar in casa in cartongesso: come realizzarlo e quali materiali utilizzare

angolo bar in cartongesso

Un angolo bar rappresenta un’ottima opzione per ottimizzare una piccola zona o uno spazio inutilizzato all’interno di una tavernetta o di un ampio salone; coniugando design e funzionalità, questa soluzione può essere implementata in maniera semplice e veloce utilizzando delle lastre di cartongesso anziché realizzando una struttura in muratura.

 

La progettazione dell’angolo bar in cartongesso

Il primo passo per la realizzazione di un angolo bar in cartongesso è la stesura di un progetto di massima; dopo aver individuato l’area da destinare alla struttura ed agli arredi della ‘zona bar’, è bene effettuare alcune misurazioni prima di decidere la collocazione e la disposizione dei vari elementi da mettere in opera. In genere, occorrono almeno un piano d’appoggio (che funga da bancone) e una parete attrezzata con i ripiani e gli scomparti necessari a riporre – o esporre – le bottiglie, i calici, i bicchieri e quanto altro possa risultare utile avere a portata di mano.

In questa fase è possibile anche valutare la possibilità di inserire una veletta o una controsoffittatura per installare dei faretti o dei punti luce aggiuntivi; in aggiunta, il progetto può includere anche un lavabo con acqua corrente, da collocare preferibilmente sul lato interno del bancone, così che non risulti a vista. Lo stesso dicasi per altre installazioni accessorie come, ad esempio, un mini frigo, un piccolo congelatore o una cantinetta per i vini.

 

Utensili e materiali occorrenti

Gli interventi necessari per allestire un angolo bar in casa in cartongesso richiedono l’impiego dei seguenti materiali:

  • lastre di cartongesso;
  • nastro biadesivo in polietilene;
  • profili metallici orizzontali a ‘U’;
  • profili metallici verticali a “C”
  • stucco a base gesso;
  • primer di preparazione;
  • pittura per cartongesso ad uso interno;
  • viti filettate e tasselli a percussione;
  • paraspigoli;
  • nastro di rinforzo.

Gli utensili necessari, invece, sono: cutter per cartongesso, cesoia per laminati, trapano avvitatore, cazzuola, frattazzo, spatola e pennello.

 

Come realizzare l’intelaiatura di sostegno

Così come qualsiasi altro sistema a secco, anche per un angolo bar la prima cosa da fare è allestire un’intelaiatura di sostegno per il rivestimento in gesso rivestito.

Allo scopo, si procede anzitutto a segnare sul pavimento e sulle pareti di appoggio (di solito, una zona bar in casa

eseguita con sistemi a secco è addossata ad una parete o ricavata in un angolo di un ambiente spazioso) i riferimenti perimetrali delle strutture da allestire. Fatto ciò, si procede con i seguenti passaggi:

  • sagomare su misura, con una cesoia o una mola da taglio, i profili metallici a ‘U’;
  • fissare i profili sagomati al pavimento, tramite un apposito nastro biadesivo; se la parete attrezzata si sviluppa fino al soffitto, occorre inserire subito anche i profili perimetrali superiori;
  • vincolare i profili al pavimento ed eventualmente a soffitto utilizzando tasselli a percussione;
  • installare i profili metallici verticali a “C”, fissandoli a quelli al pavimento con le viti filettate;
  • per banconi e ripiani, occorre inserire i profili metallici orizzontali perimetrali superiori, fissandoli agli elementi verticali;
  • per le pareti attrezzate di grandi dimensioni, è consigliabile inserire un montante centrale, così da individuare un’intercapedine larga non più di 60 cm;
  • rinforzare le strutture già realizzate mediante l’inserzione di montanti intermedi;
  • seguendo lo stesso schema tecnico, individuare vani e scaffalature interne ai telai, a seconda delle specifiche del progetto di riferimento.

 

Posa del rivestimento in cartongesso e rifinitura

Completato il telaio di supporto, è possibile procedere con la posa del rivestimento in cartongesso.

Dalle lastre di gesso rivestito occorre ricavare pannelli sagomati su misura, servendosi di un cutter; questi vanno poi vincolati all’intelaiatura mediante viti filettate applicate con un trapano ad impulsi. Se il progetto prevede l’inserimento di sistemi di illuminazione o altri elementi, le lastre devono essere sagomate in maniera tale da consentire l’installazione di faretti, sistemi idraulici o grandi elettrodomestici. All’interno di un corretto ciclo di realizzazione, i collegamenti elettrici e altri interventi vengono eseguiti prima della posa delle lastre in  cartongesso.

Terminato il tamponamento in cartongesso, si passa alle operazioni di finitura:

  • stuccatura delle teste delle viti;
  • trattamento dei giunti verticali e orizzontali tra le lastre con nastro di rinforzo in carta microforata;
  • inserimento di paraspigoli, affogati tra due strati di stucco;
  • trattamento delle superfici con primer di preparazione;
  • tinteggiatura con idropittura per interni.

Quali materiali Saint-Gobain utilizzare

All’interno del catalogo multimarca di Saint-Gobain è possibile reperire tutti i materiali necessari per implementare gli interventi descritti, ovvero:

  • profili metallici Gyproc Gyprofile per l’intelaiatura di sostegno;
  • nastro biadesivo Gyproc costituito da una schiuma in polietilene;
  • lastre in cartongesso Gyproc Habito® Forte, che offrono elevata resistenza ai carichi;
  • stucco Gyproc Evoplus per il trattamento dei punti di giunzione, in combinazione con il nastro Marco® Spark-Perf® in carta microforata, specifico per l’armatura dei giunti tra lastre di cartongesso;
  • paraspigolo autoadesivo Gyproc Aquabead in carta microforata con anima in PVC;
  • fondo di preparazione weberprim fondo per trattamenti preparatori su cartongesso, adatto ad uso interno e pitturabile con idropittura per interni.