Come risanare un soffitto esterno danneggiato dall’umidità

risanamento soffitto

Le infiltrazioni d’acqua rappresentano un problema piuttosto comune per qualsiasi struttura esposta – anche solo parzialmente – alle intemperie. Terrazzi e balconi, in particolare, se non impermeabilizzati adeguatamente, tendono ad assorbire piccole quantità d’acqua e trattenere l’umidità; ciò ha effetti deleteri sull’integrità estetica e talvolta strutturale degli intradossi dei solai, in quanto provoca la formazione di macchie e aloni, il distacco della pittura e nei casi più gravi l’ammaloramento dell’intonaco con possibile distacco dello stesso.

Innanzitutto, occorre individuare ed eliminare la causa dei difetti che si sono evidenziati che è generalmente imputabile ad una carenza dell’impermeabilizzazione. A tal fine è possibile intervenire in diversi modi, che vanno dal completo rifacimento del terrazzo/balcone fino all’applicazione di prodotti impermeabilizzanti che non necessitano della rimozione del pavimento esistente. Un risanamento completo, però, deve includere anche un trattamento specifico della parte sottostante, specie quando questa funge da soffitto per un’altra struttura (un portico, una loggia o una veranda, ad esempio). Di seguito, vediamo come realizzare un intervento ‘armato’ per sanare il supporto e ripristinare la finitura.

 

Utensili e materiali occorrenti

Il risanamento di un soffitto esterno richiede l’utilizzo dei seguenti materiali: rasante cementizio, rete di armatura in fibra di vetro, fondo di preparazione e pittura per uso esterno. Gli utensili occorrenti, invece, sono: spatola, frattazzo, pennellessa (o rullo), forbici per fibra di vetro, trapano miscelatore (per la preparazione del rasante). Poiché l’intervento riguarda un soffitto, il consiglio è di predisporre di un piano stabile che consenta di raggiungere comodamente il supporto su cui intervenire.

La pulizia del soffitto

La prima fase dell’intervento consiste nella pulizia approfondita del supporto; vanno anzitutto rimosse tutte le parti incoerenti o prossime al distacco e i residui di colla se erano presenti fregi o decorazioni di vario genere. Successivamente, è consigliabile approntare un ulteriore trattamento di pulitura mediante idropulitrice, in maniera tale da rimuovere i residui più persistenti ed eliminare ogni traccia di polvere. Completata la procedura, il soffitto va lasciato asciugare completamente prima di procedere con il passaggio successivo.

Rasatura, finitura e tinteggiatura

Qualora l’intonaco del soffitto presenti ammanchi poiché asportati e rimossi secondo quanto descritto nelle fasi di pulizia, occorre procedere al loro ripristino, così da lavorare su una superficie regolare e uniforme. Fatto ciò, è possibile dedicarsi alla posa della rasatura armata; il ciclo applicativo completo si sviluppa nei passaggi seguenti:

  • miscelare il rasante cementizio con acqua, rispettando le proporzioni indicate dal produttore;
  • applicare sul supporto asciutto e libero da residui e irregolarità una prima mano di prodotto, servendosi di una spatola d’acciaio;
  • annegare una rete di armatura nel rasante sovrapponendo i lembi di almeno 10 cm;
  • completare la rasatura con una seconda mano di rasante;
  • rifinire con un frattazzo di spugna per ottenere una finitura bocciardata;
  • applicare una mano di fondo, utilizzando un rullo o una pennellessa;
  • tinteggiare il soffitto con pittura per esterni; dopo la prima mano, attendere alcune ore per procedere con la seconda.

 

I prodotti Saint-Gobain da utilizzare

Per risanare un soffitto esterno occorre adoperare appositi materiali che garantiscano elevate prestazioni, come quelli disponibili all’interno del catalogo di Saint-Gobain; in particolare, per l’intervento sopra descritto, si consiglia di utilizzare:

  • webercem RA30 per la rasatura; rasante universale cementizio ad elevate prestazioni di adesione; resistente all’azione degli agenti atmosferici ed alla carbonatazione, garantisce ottima adesione su supporti critici come calcestruzzo e predalles, così come in caso di applicazione su rivestimenti plastici, mosaici o ceramici;
  • webertherm RE145 per il rinforzo della rasatura; rete di armatura in fibra di vetro alcali resistente a maglia larga;
  • weberprim fondo per la preparazione del supporto; prodotto uniformante, universale per pitture e rivestimenti colorati da esterno e idropitture da interni;
  • webercote siloxcover L per la tinteggiatura; pittura ai silossani disponibile in diversi colori stabili alla luce. Resistente ad alghe, funghi e muffe, è idrorepellente, facile da applicare e da pulire; adatto ad applicazioni su murature interne ed esterne.

#FaiConIMakers, il team di MAW ripristina un soffitto danneggiato dall’umidità

risanamento tetto

Il team di Makers at Work si cimenta in un nuovo intervento edilizio: il restyling completo di un portico esterno in muratura. I lavori saranno presentati all’interno di un mini-format da due puntate e verranno realizzati in collaborazione con Saint-Gobain (che fornirà supporto tecnico e materiale).

Nel corso della prima parte dell’intervento, Giuseppe Conte e i suoi collaboratori si sono occupati del risanamento del soffitto di un portico esterno, danneggiato dall’umidità dovuta ad un’infiltrazione di acqua dalla terrazza sovrastante. Nella seconda puntata, invece, il team di MAW si occuperà della realizzazione degli arredi in cartongesso: una controparete per l’alloggiamento per un camino a bioetanolo e alcune fioriere, destinate ad ospitare un orto aromatico.

Pulizia del supporto con spatola e idropulitrice

Come detto, Giuseppe Conte e la sua squadra sono alle prese con un soffitto danneggiato dall’umidità: un’infiltrazione d’acqua ha provocato il distacco parziale della pittura e di alcune porzioni dello strato sottostante, nonché favorito lo sviluppo iniziale di muffa in diversi punti. Ragion per cui, dopo che la perdita è stata riparata, il team di Makers at Work procede anzitutto alla pulizia superficiale del supporto rimuovendo (con una spatola) le greche e i fregi in polistirolo incollati al soffitto con il silicone. Successivamente, vengono eliminate le tracce di colla più resistenti, agendo anche sulla parete laterale che dovrà poi essere ritinteggiata. Su consiglio dei tecnici Saint-Gobain, Giuseppe Conte e il suo team completano la pulizia servendosi di un’idropulitrice: il getto d’acqua ad alta pressione consente di rimuovere agevolmente i residui più resistenti.

Posa della rasatura armata e finitura frattazzata

Lasciato asciugare il soffitto dopo il passaggio con l’idropulitrice, il maker abruzzese e i suoi due collaboratori si dedicano alla rasatura armata della superficie; i passaggi effettuati sono i seguenti:

  • il soffitto viene ricoperto da una prima mano di rasante;
  • una rete di rinforzo viene inglobata nel rasante; ogni porzione di rete viene sovrapposta di 10 cm (“sormonto”) a quella successiva;
  • la rete viene ricoperta interamente da una seconda mano di rasante;
  • prima che il rasante asciughi completamente, la superficie viene rifinita tramite finitura frattazzata, realizzata con un frattazzo di spugna.

Tinteggiatura del soffitto e delle pareti

Per completare l’intervento di ripristino, il team di Makers at Work – una volta che il rasante si è asciugato completamente – procede alla tinteggiatura del soffitto e delle pareti. La preparazione del supporto prevede l’applicazione di una mano di un apposito fondo; successivamente, viene eseguita la tinteggiatura applicando due mani di pittura per uso esterno resistente ad alghe, funghi e muffe.

I prodotti Saint-Gobain utilizzati

Giuseppe Conte e il suo team hanno eseguito gli interventi sopra descritti utilizzando i prodotti forniti da Saint-Gobain. Nello specifico, la rasatura armata è stata realizzata impiegando:

  • webercem RA30, un rasante cementizio universale ad elevate prestazioni; ideale per applicazioni da esterno grazie alla spiccata resistenza agli agenti atmosferici ed alla carbonatazione. Utilizzabile anche su supporti critici quali calcestruzzo e predalles, garantisce adesione ottimale anche su rivestimenti plastici e ceramici;
  • webertherm RE145, una rete di armatura in fibra di vetro alcali resistente a maglia larga.

Per la preparazione e la tinteggiatura dei supporti, invece, gli uomini di Makers at Work hanno impiegato:

  • weberprim fondo (bianco), un fondo di preparazione universale uniformante, adatto sia all’uso interno che esterno, ideale per applicazione su supporti di vario tipo (cartongesso, rasatura, intonaco, lastre di cemento e rivestimenti plastici);
  • webercote siloxcover L, una pittura colorata ai silossani; resistente ad alghe, muffe e funghi, grazie all’azione idrorepellente è consigliata soprattutto per la tinteggiatura di murature esterne. Facile da applicare e da pulire, garantisce elevata stabilità cromatica rispetto all’esposizione solare.

 

 

Come applicare il silicone per i lavori in casa

come applicare silicone

Il silicone è forse il sigillante maggiormente utilizzato in edilizia; si tratta di un polimero inorganico particolarmente versatile, di facile utilizzo e adatto ad un ampio ventaglio di applicazioni differenti; si contraddistingue, inoltre, per i tempi di essiccazione estremamente ridotti. Generalmente, il silicone viene impiegato per interventi di vario tipo come, ad esempio, il fissaggio dei vasi sanitari o l’incollaggio degli infissi e dei pannelli del box doccia. Le formulazioni moderne, spesso additivate con specifici sostanze fungicide, sono più facili da applicare e resistono più a lungo dopo la posa.

A prescindere dal contesto applicativo, il silicone ha una doppia funzione: adesiva e sigillante; naturalmente, a seconda della destinazione di utilizzo è necessario scegliere il prodotto in grado di offrire riscontri prestazionali consoni. Il silicone per sanitari, ad esempio, deve assicurare una perfetta tenuta stagna, poiché il contesto di applicazione (il bagno) si caratterizza per un alto tasso di umidità e per la costante presenza di residui di acqua.

 

Contesti applicativi

Come già accennato, il silicone si presta ad applicazioni molto diverse tra loro, anche in presenza di condizioni ambientali apparentemente sfavorevoli.

In ambienti umidi (bagno, lavanderia e cucina), vengono solitamente impiegati sigillanti antimuffa ad alte prestazioni che, grazie a specifici additivi, impediscono la formazione di muffe (che sono foriere di cattivo odore e pregiudicano la salubrità dell’aria).

Per la sigillatura dei pavimenti in piastrelle (o di altri rivestimenti ceramici) si utilizza un tipo di silicone diverso, che si contraddistingue per la maggiore elasticità e per la maggiore resistenza all’usura. Prodotti di questo tipo sono diffusamente adoperati anche per incollare infissi e rivestimenti di facciata.

 

Tecnica di applicazione

L’applicazione del silicone deve essere eseguita seguendo un procedimento ben preciso, indispensabile per ottenere un risultato ottimale anche dal punto di vista estetico.

Anzitutto, qualora sia necessario sostituire una sigillatura preesistente, occorre rimuovere lo stucco o il silicone ammalorato, servendosi di una spatola e poi di un apposito solvente per eliminare i residui di silicone più ostinati. La superficie su cui verrà applicato il silicone, infatti, deve essere pulita perfettamente, così da garantire la massima adesione possibile. A tal proposito, è bene sgrassare il supporto utilizzando un panno pulito bagnato di alcol per eliminare qualsiasi residuo di polvere o sporco.

Fatto ciò, è possibile procedere all’applicazione del silicone, utilizzando la cartuccia con l’apposita pistola; il prodotto deve essere steso con un movimento lento e regolare lungo il profilo da sigillare. Subito dopo, occorre eliminare il silicone in eccesso mediante una semplice rifinitura che può essere effettuata in due modi:

  • a mano, passando un dito sul profilo appena trattato (indossando un guanto di lattice);
  • con una specifica spatola da silicone, meglio se inumidita con acqua e sapone.

Terminata l’applicazione, il silicone deve essere lasciato asciugare per almeno 12 ore prima di riprendere il normale utilizzo del supporto o dei sanitari.

 

I prodotti Saint-Gobain da utilizzare

Nel catalogo di Saint-Gobain sono presenti diverse tipologie di silicone, destinate tanto all’utilizzo professionale quanto al fai da te; in particolare, per la maggior parte dei contesti di utilizzo, consigliamo:

  • webercolor silicone, un sigillante elastico di natura siliconica a reticolazione neutra, inodore, impermeabilizzante e resistente alle muffe. Prodotto indicato per applicazioni specifiche, quali la sigillatura elastica di giunti di dilatazione o perimetrali di pavimentazioni interne ed esterne, soggette sia a traffico pedonale che veicolare leggero; adatto anche ai giunti di rivestimento in facciata, si abbina alla pigmentazione dello stucco cementizio (è infatti disponibile in otto colori differenti). Utilizzabile su supporti diversi quali calcestruzzo, massetto cementizio, gres, marmo, cartongesso, intonaco, legno, mattoni, predalles e metallo.
  • webercolor HS, adesivo sigillante monocomponente universale a base di polimeri silano modificati, privo di solventi e isocianati, adatto ad un uso più generico; applicabile su calcestruzzo, massetto cementizio, piastrelle, marmo, cartongesso, intonaco e gres. Resistente ai raggi UV e alle muffe, è disponibile in due colorazioni (bianco e grigio), e si caratterizza anche per l’elevata resistenza meccanica.

 

Rinforzare e consolidare in sicurezza con il Sisma Bonus.

consolidamento strutturale

In base ai dati elaborati dal CRESME, il 57% degli edifici presenti in Italia è stato costruito prima degli anni Ottanta mentre il 40% è stato costruito utilizzando tecniche tradizionali. Questi dati testimoniano una situazione complessiva particolarmente preoccupante, in quanto la vulnerabilità sismica delle opere edilizia non fa altro che ampliare la portata del rischio sismico.

In altre parole, la maggior parte degli edifici costruiti in Italia non rispetta gli standard previsti dalla legislazione antisismica, in quanto risalente al periodo precedente l’entrata in vigore delle normative di riferimento. Non stupisce, quindi, come il cosiddetto “Decreto Rilancio” abbia introdotto apposite agevolazioni fiscali (“Sisma bonus”), di cui potrebbe beneficiare circa l’80% del costruito italiano.

 

Gli interventi da effettuare

Il decreto Ministeriale 17 gennaio 2018 del Ministero delle Infrastrutture, recante un “Aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni”, individua (all’articolo 8) tre categorie di interventi attuabili su edifici esistenti:

  • di riparazione o locali; interessano singoli elementi strutturali e non riducono le preesistenti condizioni di sicurezza;
  • miglioramento; sono “atti ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente” pur senza raggiungere la soglia prevista per gli interventi di adeguamento;
  • adeguamento, finalizzati “ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente”.L’efficacia di questo tipo di interventi dipende sia dalle soluzioni implementate sia dalla qualità dei materiali adoperati. Da questo punto di vista, Saint-Gobain, grazie ai prodotti della gamma webertec, mette a disposizione di tecnici e professionisti una vasta gamma di soluzioni per il ripristino ed il consolidamento strutturale.

 

Come consolidare le fondamenta

Iniezione di miscele leganti

Dopo aver effettuato la ristilatura di eventuali giunti inconsistenti, è necessario realizzare una maglia di fori, posti a distanza variabile (minimo 20 cm, massimo 40 cm) a seconda della composizione del supporto. Le perforazioni, di diametro compreso tra 15 mm e 25 mm, devono penetrare per i due terzi dello spessore della parete ed avere un’inclinazione di almeno 45°. Fissare i tubi di iniezione con un legante a presa rapida e iniettare la boiacca nella muratura.

Scuci e cuci

Dopo aver rimosso le parti degradate o lesionate, oltre alla malta originaria (se compromette l’esecuzione dell’intervento), il supporto va lavato con un getto d’acqua a bassa pressione. Successivamente, la muratura va ripristinata – dal basso verso l’alto – murando con malta strutturale i mattoni allettati, che verranno poi ancorati al supporto mediante morsettatura.

Ristilatura dei giunti

I giunti esistenti vanno raschiati a fondo, utilizzando utensili manuali; fatto ciò, vanno lavati con un getto d’acqua a bassa pressione. La ristilatura va effettuata con apposite malte strutturali; nel caso di ristilatura armata, nel giunto va inserita una barra d’acciaio, spingendola all’interno del giunto per far defluire il prodotto in eccesso prima di ricoprire la barra con la malta.

Sistemi di placcaggio armato

Questa tipologia di intervento prevede il ricorso ad elementi di rinforzo come, ad esempio, la rete in fibra di vetro. Nello specifico, è possibile distinguere tra:

  • rinforzo FRCM (Fiber Reinforced Cementitious Matrix), per sistemi a basso spessore (10-15 mm); prevede l’inserzione di una rete in fibra di vetro inglobata nella malta strutturale;
  • sistema CRM (Composite Reinforced Mortar), per interventi di consolidamento ad alto spessore (oltre 30 mm) con rete in fibra di vetro, abbinata a connettori in vetroresina termoindurente, da inglobare in uno strato di malta strutturale di almeno 30 mm.
  • sistema CFRP (Carbon Fiber Reinforced Polimeric), indicato per gli edifici in cemento armato. L’intervento prevede l’utilizzo di nastri in carbonio e resine epossidiche.

Presidio anti-sfondellamento per solai in latero cemento

Rimosso l’intonaco e pulite le superfici con un getto d’acqua a bassa pressione, il solaio va rivestito con una rete in fibra di vetro, ancorata per mezzo di appositi tasselli e flange di fissaggio. Una volta inumidito il supporto, è possibile applicare uno strato di malta strutturale dallo spessore compreso tra 15 e 20 mm.

 

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Gli interventi sopra descritti possono essere implementati impiegando appositi prodotti Saint-Gobain a marchio weber:

 

 

Come tinteggiare le pareti di casa: materiali e procedimento

Tinteggiare pareti

Come tinteggiare le pareti di casa:

materiali e procedimento

Mobili, quadri, pensili e vari agenti contaminanti possono, con il passare del tempo, alterare la tinteggiatura delle pareti interne della casa; macchie, aloni, graffi e piccole abrasioni sono i segnali più evidenti di una lenta ma progressiva alterazione dell’integrità estetica della finitura, a scapito dell’armonia cromatica dell’intero ambiente. Il modo migliore per risolvere questo tipo di problema è trattare le superfici con un intervento di ripristino della tinteggiatura, utile anche per ravvivare il look di una stanza o un open space attraverso un agile restyling. Vediamo di seguito qual è il procedimento da implementare e i materiali da adoperare per ottenere un risultato soddisfacente non solo dal punto di vista estetico.

 

Utensili e materiali occorrenti

Per la tinteggiatura di una o più pareti occorre avere a disposizione i seguenti materiali: stucco (in pasta o in polvere), primer o fondo di preparazione, idropittura per interni e carta vetrata (a grana fine e grana grossa). Gli utensili necessari, invece, sono: rullo, pennellessa, frattazzo o spatola; se si utilizza stucco in polvere, è consigliabile avere a disposizione anche una cazzuola o un trapano miscelatore. Durante l’intervento bisogna utilizzare anche un adeguato abbigliamento tecnico: guanti, occhiali protettivi e mascherina con respiratore.

 

Preparazione del supporto: rettifica e stuccatura

Le superfici da trattare devono essere anzitutto sgomberate dal mobilio e dai pensili, rimuovendo poi perni, chiodi ed altri elementi estranei alla muratura. In vista dei successivi trattamenti, è consigliabile coprire il pavimento con rotoli o pannelli di cartone ondulato e rivestire il bordo superiore dei battiscopa con del nastro di carta adesivo. Se sulla parete vi sono prese elettriche o interruttori, dopo aver smontato le placche protettive esterne, è consigliabile riporre i frutti all’interno delle vaschette, coprendole con un pezzo di cartone.

Qualora il supporto presenti parti incoerenti o prossime al distacco, è necessario anzitutto procedere al ripristino del supporto, risanando le irregolarità con una malta cementizia. Successivamente, è possibile procedere con l’applicazione dello stucco (in pasta o in polvere), a cominciare da eventuali fori prima occupati da perni, chiodi o viti. La mano di stucco può essere poi estesa anche sul resto della parete, in modo tale da regolarizzare anche difformità e imperfezioni minori. Lasciato asciugare lo stucco, la preparazione del supporto va ultimata approntando la carteggiatura, prima con carta vetrata a grana grossa (120) e poi con un abrasivo a grana leggermente più fine (180 o 220).

 

Applicazione del fondo e tinteggiatura

Prima di proseguire con la parte successiva dell’intervento, è consigliabile pulire l’area di lavoro, aspirando la polvere prodotta dalla carteggiatura.

A questo punto, il supporto può essere trattato con un fondo di preparazione; scegliendo un fondo in una tinta che si avvicina a quella della pittura, la tinteggiatura sarà più facile e valorizzerà il colore scelto che risulterà uniforme e più coprente. La prima mano di pittura può essere applicata a pennello o a rullo (o alternando entrambi) una volta asciugato completamente il fondo; la tinteggiatura viene infine completata passando una seconda mano di pittura, rispettando i tempi di asciugatura della prima previsti per il prodotto utilizzato.

 

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Il catalogo multimarca di Saint-Gobain include materiali specifici ad elevate prestazioni da impiegare nella realizzazione dell’intervento sopra descritto.

Per la stuccatura dei fori scoperti e di piccole imperfezioni è possibile impiegare lo stucco pronto in pasta Gyproc EvoPlus Pasta, a base di gesso additivato con resine speciali. Pronto all’uso, consente sia l’applicazione a mano che tramite airless ed è di facile carteggiatura.

Per la tinteggiatura della parete si consiglia di utilizzare weberpaint iride (un’idropittura traspirante per uso interno altamente coprente e resistente al lavaggio), dopo aver preparato le superfici applicando una mano di weberprim fondo, un prodotto uniformante a base di acqua applicabile su varie tipologie di supporto.

 

#FaiConIMakers: Seby Torrisi ridipinge una parete nel suo studio

Tinteggiatura pareti tutorial

Per il suo nuovo progetto di fai da te, Seby Torrisi si dedica alla ritinteggiatura di una parete all’interno dello studio di casa, optando per una versatile tonalità tortora. Sia per la preparazione del supporto che per la successiva tinteggiatura, il maker siciliano si è avvalso della collaborazione di Saint-Gobain, che ha fornito i prodotti necessari alla realizzazione dell’intervento.

 

Prima fase: preparazione del supporto

La prima parte dell’intervento approntato da Seby consiste nella preparazione della parete, necessaria ad ottimizzare l’effetto visivo della tinteggiatura. A tale scopo, dopo aver rimosso pensili e altri oggetti di arredo, il maker procede così:

  • protegge il pavimento coprendolo con un rotolo di cartone ondulato, fissato al battiscopa con il nastro di carta adesivo;
  • smonta le placche esterne delle prese elettriche, e ripone i frutti all’interno delle cassette, coprendoli con un pezzo di carta per evitare che si sporchino durante la tinteggiatura;
  • rimuove i chiodi e i perni inseriti nella parete;
  • ricopre i fori lasciati dai chiodi e dai perni applicando uno strato di stucco con un frattazzo in metallo;
  • procede alla stuccatura del resto della parete, così da regolarizzare l’intera superficie ed eliminare eventuali imperfezioni minori;
  • rifinisce la stuccatura carteggiando la parete con carta vetrata; per il primo passaggio utilizza un abrasivo dalla grana leggermente più grossa (120) così da rimuovere i residui più consistenti. Infine, termina la carteggiatura con una carta a grana più fine (220).

 

Seconda fase: tinteggiatura della parete

Completata la preparazione del supporto, Seby Torrisi può dedicarsi alle operazioni di tinteggiatura. Per prima cosa, applica una mano di fondo di preparazione, servendosi di una pennellessa; la scelta ricade su un prodotto avente una colorazione simil  della pittura, così da ottimizzare l’effetto finale. Lasciata asciugare la mano di fondo, Seby dipinge una ‘cornice’ di 5 cm attorno alla parete da tinteggiare, utilizzando lo stesso colore delle pareti adiacenti (bianco). Per tracciare un perimetro preciso, si serve del nastro di carta adesiva, con il quale prima delimita lo spessore della cornice (durante l’applicazione del fondo) e poi il profilo esterno, per il ‘ripasso’ con la pittura bianca. In tal modo, il raccordo tra le pareti risulta più dinamico.

Lasciati asciugare il fondo e la cornice, Seby realizza la prima mano di tinteggiatura, servendosi di un rullo e di una pennellessa. Trascorse 4 o 5 ore, il tempo necessario affinché la vernice si asciughi, procede con la seconda e ultima mano di pittura.

 

I prodotti Saint-Gobain utilizzati

Seby Torrisi ha effettuato la tinteggiatura della parete utilizzando alcuni dei prodotti presenti nel catalogo Saint-Gobain; nello specifico, l’intervento ha richiesto l’impiego di:

  • Gyproc EvoPlus Pasta; stucco pronto in pasta composto da una miscela di gesso e resine speciali. Prodotto pronto all’uso, facile da applicare e carteggiare; ideale per finiture decorative;
  • weberprim fondo; fondo di preparazione uniformante a base di acqua, adatto a supporti quali rasatura e intonaco ma applicabile anche su lastre di cemento e rivestimenti plastici. Propedeutico all’utilizzo di pitture e rivestimenti colorati sia da interno che da esterno;
  • weberpaint iride; Idropittura lavabile per interni ad elevata copertura anche nelle tinte intese. Caratterizzata da ottimo punto di bianco, realizza finiture opache uniformi particolarmente fini, applicabile su intonaco, rasatura, cartongesso, blocchi di cemento e calcestruzzo.