#FaiConIMakers, Rulof ricava un nuovo ufficio nel suo laboratorio

Rulof 3

Il progetto approntato da Rulof, ossia ristrutturare l’infernotto che si trova al di sotto del suo laboratorio sotterraneo, prosegue a piccoli passi: il maker torinese continua ad occuparsi alacremente della rimozione delle macerie che ostruiscono parte delle gallerie, un’operazione resa piuttosto complessa dalle difficoltà di carattere logistico. 

Nel frattempo, si dedica anche a piccoli interventi di muratura all’interno del proprio laboratorio: dopo aver piastrellato un angolo per installare un lavandino, Rulof ha deciso di ricavare un ufficio da un piccolo ambiente dal soffitto a volta. Anche in questo caso, Saint-Gobain Italia ha fornito il suo supporto, mettendo a disposizione materiali di elevata qualità per la realizzazione degli interventi. 

La rimozione dell’intonaco 

L’area del laboratorio nella quale Rulof ha deciso di intervenire è segnata da seri problemi di umidità, dovuti anche alla presenza di un tombino in vetromattone che lascia filtrare l’acqua direttamente dalla strada sovrastante. Le infiltrazioni sono talmente copiose da aver deteriorato in maniera irreversibile l’intonaco che ricopre la parete in mattoni; in aggiunta, sulla volta del soffitto si sono formate delle piccole stalattiti. Inevitabilmente, è stato intaccato anche il pavimento, nonostante il precedente proprietario dell’immobile avesse provato ad ovviare al problema fissando alla parete un pesante telo gommato. 

Tolto quest’ultimo, e rimossi i detriti accumulatisi sul pavimento, Rulof comincia a staccare lo strato di intonaco ammalorato che riveste la volta del soffitto e le pareti. L’operazione, nonostante l’utilizzo del martello pneumatico, si rivela faticosa e laboriosa. Per questo, il maker di origini olandesi opta per una soluzione poco ortodossa ma che si rivelerà molto efficace: modificare la punta del demolitore, saldandovi due piastrine di metallo in perpendicolare (come a formare una croce). Completata l’operazione di rimozione dell’intonaco, che ha riportato a vista la struttura in mattoni rossi, Rulof lascia asciugare le superfici per alcuni giorni, così che l’umidità ancora presente possa assorbirsi completamente. 

L’impermeabilizzazione con malta osmotica e l’intonacatura con prodotto a base calce 

La fase successiva dell’intervento consiste nell’applicazione di prodotti impermeabilizzanti, che consentano di isolare la parete dall’umidità proveniente dall’esterno. A tale scopo, Rulof miscela – con l’aiuto di una piccola betoniera – un quantitativo sufficiente di malta, applicandola con una spatola. La malta a base calce viene applicata alle superfici quando la malta osmotica è ancora umida: ciò consente al prodotto di fare maggior presa, ottenendo un risultato complessivamente migliore. Anche l’applicazione della malta a base calce viene effettuata in maniera grossolana, ma si tratta di una scelta precisa: l’idea di Rulof è quella di ottenere un effetto rustico, dando l’impressione di una grotta scavata nella pietra.Infine, realizza i collegamenti per l’impianto elettrico, così da illuminare l’ambiente grazie anche a due applique ricavate dalle due metà di una lampada, che ricopre di calce per ricreare lo stesso effetto che caratterizza la volta del soffitto. 

I prodotti Saint-Gobain Italia utilizzati 

Anche questa volta, Rulof ha potuto attingere all’offerta di Saint-Gobain Italia per i suoi interventi, utilizzando, nello specifico, due prodotti a marchio Weber. Il maker torinese ha impiegato prima weberdry OSMO, una malta impermeabilizzante osmotica, ideale per la regolarizzazione delle superfici e caratterizzata da un’elevata consistenza; successivamente, ha completato l’intervento di muratura con webersan evocalce, un particolare intonaco da risanamento a base di calce; si tratta di un prodotto premiscelato altamente indicato per la deumidificazione delle strutture con problemi di umidità; esso può essere utilizzato all’interno, all’esterno oppure sui muri contro terra. 

 

 

Umidità da condensa, come eliminarla definitivamente dalla propria casa

Umidità da condensa

L’umidità è uno dei principali problemi dell’edilizia domestica, sia perché contribuisce ad inficiare la qualità e la salubrità dell’aria, sia perché – se non trattata opportunamente – provoca danni di natura estetica e strutturale. Uno dei fenomeni che più spesso favorisce l’accumulo di umidità interna è la condensa: in questo articolo vedremo come e perché favorisce la formazione di muffe e quali sono gli accorgimenti che possono essere adottati per porvi rimedio.

Cos’è la condensa e come si forma

Il fenomeno della condensazione – comunemente chiamato anche ‘condensa’ – si verifica principalmente durante i mesi più freddi dell’anno (autunno e inverno), ossia quando gli impianti di riscaldamento interni vengono azionati con maggiore frequenza. In sostanza, la condensa è la trasformazione del vapore acqueo in particelle di acqua; questo passaggio si verifica quando l’aria calda (come quella che si forma all’interno di un’abitazione quando termosifoni ed altri dispositivi analoghi sono in funzione) viene a contatto con una superficie fredda, come ad esempio la parete perimetrale di una casa. L’escursione termica che si verifica in tali condizioni determina la comparsa della condensa; se quest’ultima non viene eliminata tempestivamente, a lungo andare la zona interessata sarà intaccata dalla muffa, sia sul lato esterno sia interno della parete.

In realtà, è possibile distinguere tra condensa superficiale e interstiziale; quest’ultima non si forma sullo strato a vista della struttura muraria ma al di sotto dello stesso, ponendo anche maggiori problemi dal punto di vista del trattamento da implementare.

Come eliminare l’umidità da condensa

L’approccio migliore per evitare tutti i problemi connessi alla formazione di condensa sulle pareti è agire preventivamente, adottando soluzioni adeguate alle necessità strutturali della propria abitazione.

L’intervento più complesso, ma anche più efficace, consiste sicuramente nell’installazione di un cappotto termico, così da migliorare l’isolamento complessivo dell’involucro. Il cappotto termico è una soluzione specifica per il lato esterno delle pareti perimetrali dell’edificio, ma un buon isolamento termico, che contrasti il problema della formazione di condensa, può essere adottato anche in interno, attraverso l’installazione di una contro parete.

Quest’ultima soluzione viene adottata soprattutto quando gli ambienti interni sono abbastanza grandi da poterli restringere per fare spazio al sistema isolante, oppure quando si vive in un appartamento condominiale e non si vuole essere vincolati dalle scelte degli altri condomini. Dal punto di vista pratico, la procedura da seguire è la medesima: dopo aver ripulito la muffa generatasi a causa della condensa sui muri, è necessario installare una struttura di supporto, all’interno della quale collocare i pannelli isolanti. L’intervento viene poi completato dalla posa di una pannellatura in cartongesso finita con una pittura specifica.

In aggiunta, è possibile adottare una serie di ‘buone abitudini’ che limitano la formazione di umidità eccessiva: evitare di lasciar asciugare i panni in casa, far areare gli ambienti (meglio se durante le ore più calde della giornata) e, in caso di eventuale rifacimento delle tinteggiature, optare per pitture traspiranti di buona qualità.

I prodotti da utilizzare

Per contrastare efficacemente la formazione dell’umidità da condensa, è necessario realizzare gli interventi descritti impiegando prodotti e materiali di elevata qualità. Saint-Gobain Italia offre ampie possibilità di scelta: i pannelli in lana di vetro Isover Extrawall 4+, Isover Mupan 4+ e Isover PAR 4+ rappresentano la soluzione ideale per isolare una parete interna dal punto di vista termo-acustico e salvaguardare, al contempo, la salubrità dell’aria.

Per le pannellature in cartongesso, invece, è possibile attingere alla gamma di prodotti a marchio Gyproc: la lastra Gyproc Habito Vapor Activ’Air®, ad esempio, realizzata in gesso rinforzato da fibre di vetro, presenta un rivestimento esterno costituito da una lamina di alluminio, che garantisce un’elevata resistenza al vapore acqueo. Infine, le pitture traspiranti a marchio Weber costituiscono l’opzione migliore per la finitura delle pareti. weberdeko gypsum, ad esempio, è la pittura specifica per cartongesso che, grazie alla sua ottima adesione, può essere applicata direttamente sulla lastra e non necessita del fissativo.