Con l’arrivo della stagione autunnale, l’obiettivo di molti è riscaldare la propria abitazione massimizzando l’efficienza degli impianti. Tra questi, il sistema di riscaldamento a pavimento radiante si è notevolmente diffuso negli ultimi 15 anni. Soprattutto, grazie alla diffusione di nuove tecnologie come le caldaie a condensazione e gli impianti solari termici.
Si tratta di un impianto costituito principalmente da tubature collocate al di sotto del pavimento, risultando discreto mentre svolge il proprio lavoro. Il risparmio energetico che ne consegue è davvero notevole. A supportare gli impianti radianti vi sono, poi, soluzioni come i massetti cementizi, in grado di aumentarne l’efficienza grazie alla loro composizione che permette di distribuire con maggiore uniformità il calore.
Come funziona un impianto a pavimento radiante?
Il principio in base al quale un pavimento radiante riesce a trasmettere calore a tutto l’ambiente è quello dell’irraggiamento, che permette al calore di diffondersi in modo omogeneo, da terra fino al soffitto, evitando il formarsi di correnti convettive d’aria calda a soffitto e fredda a pavimento.
L’impianto è costituito da tubi che partono da un collettore, collegato ad una caldaia che ha la funzione di regolare il flusso di acqua calda. Il sistema si basa sulla circolazione di acqua calda a bassa temperatura (in genere tra i 30-35° C) in un circuito chiuso, che si sviluppa coprendo una superficie radiante molto elevata. Ovviamente, le tubazioni devono essere realizzate con materiali sicuri, resistenti alle alte temperature di lavorazione.
Questi tubi sono posti sotto il pavimento radiante ad una certa profondità dalla superficie calpestabile. Questa dipende principalmente da fattori come l’altezza del soffitto nel locale e la larghezza dello stesso. Ad esempio, se lo spazio tra il piano rustico effettivo e il suolo calpestabile non supera i 5 centimetri di spessore totale, si opta per l’installazione di una griglia che funga da supporto portante. In questo modo, le tubature del sistema di riscaldamento non si sovraccaricano di peso eccessivo.
Con massetto o senza?
Una delle domande principali sull’installazione di un pavimento radiante riguarda la scelta di inserire o meno uno strato di massetto tra l’impianto e la pavimentazione. Innanzitutto, l’aggiunta di questo elemento edilizio può richiedere fino a un mese di tempo poiché è importante che il cemento asciughi a dovere. Inoltre, il massetto può appesantire la struttura, un fattore importante quando i pannelli sono posati ai piani alti.
Se si necessita di un impianto di riscaldamento reattivo e per poche ore al giorno, un aspetto da non sottovalutare è l’inerzia termica dell’impianto. Infatti, un massetto cementizio raccoglie calore e lo rilascia nell’aria più lentamente. Infine, aumenta lo spessore finale del pavimento, da non sottovalutare soprattutto durante una eventuale fase di ristrutturazione.
Certamente uno dei lati positivi nell’utilizzo del massetto è il minor costo del materiale di realizzazione. Questo perché in un pavimento radiante senza massetto, la serpentina di tubazioni deve essere rivestita con uno speciale foglio di alluminio, che aiuta il calore a propagarsi in maniera più uniforme su tutta la superficie.
Perché realizzare un impianto a pavimento radiante?
La caratteristica principale di un pavimento radiante è garantire una distribuzione ottimale del calore negli ambienti, il cosiddetto principio dell’irraggiamento. Così si supera il limite dei sistemi di riscaldamento tradizionali, che tendono a concentrare il calore nelle zone più vicine alla fonte di emissione.
Quindi, è chiaro che un sistema radiante assicura un miglior comfort abitativo, garantendo:
- distribuzione omogenea del calore
- ambiente più pulito
- assenza di polveri nell’aria e conseguente riduzione del rischio di allergie.
Infine, un impianto a pavimento radiante assicura un notevole risparmio energetico rispetto ai sistemi tradizionali, grazie al funzionamento a basse temperature, che riduce il tempo necessario per andare a regime.
Gli autolivellanti Saint-Gobain Italia a marchio Weber per il tuo pavimento
Gli autolivellanti specifici per pavimenti radianti devono possedere una conducibilità termica elevata. Quest’utlima garantisce un’ottima trasmissione del calore negli ambienti e assicura una maggiore efficienza del sistema.
Gli autolivellanti weberfloor level 250 e weberfloor alfa300 sono prodotti ecologici e rispondono pienamente all’impegno di Saint-Gobain per la sostenibilità. Infatti, la capacità di gestire ogni fase della vita di un edificio, permette di integrare nei progetti materiali e tecnologie in grado di ridurre al minimo l’impatto ambientale. Gli autolivellanti weberfloor sono certificati secondo la normativa europea EN 13813 ed hanno il marchio GEV_EMICODE. In altre parole, sono classificati in base alle loro emissioni come EC 1PLUS, ovvero la classe Premium che fissa nuovi criteri ancora più severi.
Ad esempio, l’anidride alla base di weberfloor level 250 è ottenuta da un processo industriale che le conferisce una elevatissima purezza (99%) e emissioni di CO2 ridotte. Allo stesso modo, il gesso alfa naturale di cui è composto weberfloor alfa300, ottenuto da cave selezionate, è un materiale a bassissimo impatto ambientale perché prodotto con temperature di cottura molto basse.
Per queste ragioni, un impianto a pavimento radiante è la scelta ottimale per tutti quegli ambienti dove è importante garantire il benessere delle persone che li frequentano: case, scuole, ospedali, alberghi, centri commerciali.