Quando si parla di comfort visivo si fa riferimento alla qualità dell’illuminazione interna che caratterizza un determinato ambiente. Tale prerogativa dipende non soltanto dalla progettazione illuminotecnica ma anche dall’esposizione alla luce naturale. Quest’ultima è determinata principalmente dalla collocazione geografica dell’edificio e, in misura minore, da precise scelte effettuate in sede di progettazione e dalle caratteristiche strutturali dell’edificio. La gestione della luce naturale avviene mediante le superfici trasparenti dei serramenti, ossia i vetri di finestre, lucernai e porte finestre. Questi dispositivi implementano una duplice azione di filtro e coibentazione rispetto alla luce ed al calore prodotti dai raggi solari. Tra le principali soluzioni che consentono di migliorare sensibilmente il comfort visivo ci sono i vetri antiriflesso, che utilizzano una particolare tecnologia per garantire una trasparenza ottimale delle superfici vetrate.
Cos’è un vetro antiriflesso
Si definiscono “antiriflesso” o “a bassa riflessione” i vetri che offrono una riflessione della luce (naturale o artificiale) molto inferiore rispetto a quella che caratterizza i vetri tradizionali. Questa caratteristica tecnico prestazionale viene ottenuta implementando uno specifico trattamento, che consiste nell’applicazione di un sottile strato di ossidi metallici su una lastra di vetro float (il tipo di vetro più comune tra quelli in commercio) dopo la produzione. In tal modo, si crea un film (il cui spessore non supera un quarto della lunghezza d’onda della luce riflettente) che diminuisce sensibilmente la riflessione della luce, ossia quel fenomeno fisico per il quale un’onda (nel caso specifico, un’onda luminosa) cambia direzione quando colpisce una superficie. Naturalmente, i vetri antiriflesso non eliminano la riflessione in maniera definitiva, tant’è che in determinate condizioni ambientali e di luce o in relazione a specifici angoli di visuale, possono verificarsi fenomeni trascurabili di riflessione residua.
Dal punto di visto pratico, i vetri antiriflesso garantiscono una perfetta trasparenza in qualsiasi condizione di luce e, di conseguenza, contribuiscono al raggiungimento di un adeguato comfort visivo nei diversi contesti di applicazione.
A cosa servono i vetri antiriflesso
Lo scopo primario dei vetri antiriflesso è quello di ridurre al minimo il fenomeno della riflessione della luce. Questo tipo di esigenza caratterizza gli ambiti più disparati; non a caso, questo genere di vetro viene impiegato in contesti molto diversi, accomunati dal bisogno di disporre di superfici vetrate caratterizzate da una elevata trasparenza, non alterata dalla riflessione luminosa.
Le vetrate antiriflesso si prestano sia all’installazione interna sia a quella esterna; esse possono essere utilizzate, ad esempio, per la realizzazione delle vetrine di negozi e showroom o per le vetrate di ristoranti panoramici. Al contempo, è possibile implementare questa soluzione anche all’interno di musei e spazi espositivi, per l’allestimento di bacheche e strutture analoghe, oppure negli studi televisivi per l’installazione di pareti divisorie. Altro utilizzo molto comune dei vetri antiriflesso è quello che se ne fa nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, a protezione delle tabelle informative per i passeggeri.
I vetri antiriflesso VISION-LITE® di Saint-Gobain Italia
VISION-LITE® è la soluzione proposta da Saint-Gobain Italia per il comfort visivo e luminoso, destinata a specifici contesti di utilizzo. Si tratta di un vetro a bassa riflessione residua (circa l’1%), in grado di ridurre in maniera significativa la riflessione della luce visibile fino a 10 volte rispetto ad un vetro tradizionale; tali prestazioni sono dovute al particolare processo di realizzazione, che prevede un trattamento magnetronico sottovuoto, applicando su entrambi i lati del vetro float un deposito trasparente di ossidi metallici. La gamma VISION-LITE® è realizzata su base DIAMANT e si articola in quattro prodotti diversi, ciascuno dei quali offre una risposta adeguata a specifiche esigenze tecniche e applicative.