Il comfort acustico degli edifici scolastici: per un apprendimento migliore

comfort acustico edifici scolastici

L’anno scolastico è alle porte e in tutte le scuole fervono i preparativi per accogliere gli studenti in classe. Ma che tipo di edifici sono quelli che ospiteranno alunni e insegnanti nei prossimi mesi e che caratteristiche devono avere le classi per favorire l’attività didattica?

Un ambiente scolastico tranquillo e silenzioso è essenziale per favorire un apprendimento efficace e promuovere il benessere degli studenti e degli insegnanti. Numerose ricerche recenti, infatti, dimostrano che l’impatto del rumore influisce negativamente sul rendimento scolastico degli studenti, sulla loro attenzione e sul loro comportamento: il rumore in classe, infatti, interferisce con l’elaborazione del linguaggio, ostacolando la comunicazione tra insegnanti e studenti e compromettendo, quindi, i livelli di attenzione durante le attività scolastiche e interferendo con i risultati di test e verifiche.

Quali rumori interferiscono con l’apprendimento a scuola?

Il comfort acustico degli edifici scolastici, ovvero la capacità di controllare il rumore e di garantire un livello adeguato di isolamento acustico all’interno di aule e spazi comuni, può essere compromesso da:

  • sorgenti di rumore interne: impianti di ventilazione, calpestio, proiettori, computer o altre attrezzature scolastiche;
  • sorgenti di rumore esterne: automobili, treni, aerei e attività esterne alla scuola;
  • rumore generato dagli studenti durante le attività: dal sottile brusio durante le lezioni in aula, al vociare più forte che può caratterizzare alcune lezioni.

Qualità e intelligibilità del parlato dipendono dal livello di rumore presente in aula, e dalle caratteristiche dell’aula, degli arredi, e degli elementi costruttivi installati. Per questo in fase di progettazione edilizia è fondamentale approcciare il comfort acustico da più prospettive.

Uno sguardo alla scuola italiana

I dati e le informazioni forniti dall’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica, presente sul portale del MIUR, mostrano che lo stato di salute degli edifici scolastici presenti su territorio italiano è grave. Su circa 40.150 edifici scolastici attivi in Italia, il 42% risultano essere costruiti prima del 1971; il 30% tra il 1971 ed il 1983 ed il 28% dal 1984 in poi.

Dagli anni ’60 ad oggi la correzione acustica delle aule scolastiche è stata valutata in diverse occasioni dalla normativa tecnica e ministeriale italiana: dalla più datata “Circolare Ministeriale n° 3150 del 22/5/1967 Criteri di valutazione e collaudo dei requisiti acustici negli edifici scolastici”, al “D.P.C.M. 5/12/1997 Requisiti acustici passivi degli edifici”, che fornivano un limite assoluto di tempo di riverberazione, alla più recente normativa acustica italiana “UNI 11532-2:2020 Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati – Metodi di progettazione e tecniche di valutazione – Parte 2: Settore scolastico”, che definisce in modo esplicito i requisiti di progettazione e di collaudo acustico per gli edifici scolatici.

In un contesto di questo tipo, con una normativa in continuo aggiornamento, sono innumerevoli gli edifici scolastici che non assicurano un sufficiente comfort acustico, impattando negativamente sull’apprendimento degli studenti.

isolamento acustico scuole

Come ottenere il comfort acustico degli edifici scolastici

La riduzione del rumore indesiderato all’interno di aule e spazi scolastici comuni e il miglioramento della qualità del suono riflesso possono essere ottenuti attraverso una progettazione oculata, che ponga particolare attenzione per i materiali di alta qualità e combini diverse strategie di intervento di isolamento e assorbimento acustico.

  1. Gli interventi di isolamento acustico, hanno lo scopo di ridurre la trasmissione del rumore proveniente dall’esterno, quindi ad esempio agendo su una parete perimetrale, o proveniente da altri ambienti interni contigui, come un’altra aula, la sala professori, la palestra, quindi ad esempio agendo su una parete divisoria interna. I sistemi costruttivi a secco a marchio Gyproc per pareti divisorie, contropareti, pareti perimetrali e controsoffitti, permettono di ottenere prestazioni elevate di fonoisolamento, con ingombri ridotti e senza gravare sulla struttura portante degli edifici.
  2. Gli interventi di assorbimento acustico sono volti a ridurre gli effetti della riflessione delle onde sonore all’interno dell’aula, diminuendo il tempo di riverberazione e migliorando l’intelligibilità della parola. Soluzioni combinate di controsoffitti modulari realizzati con pannelli in lana di roccia Eurocoustic, come ad esempio il Tonga®, e pannelli in lastre di gesso rivestito forate, come ad esempio il Gyptone® Point 11 Activ’Air® (disponibili anche altri decori), che permettono di avere inoltre ispezionabilità, integrazione impiantistica, protezione dal fuoco e dal possibile sfondellamento dei solai, con un elevato e piacevole effetto estetico e di design.

Una guida completa per la riqualificazione degli edifici scolastici

Saint-Gobain Italia è da sempre in prima linea al fine di offrire supporto e consulenza tecnica a tutti gli interlocutori del settore edile, a partire dagli uffici tecnici pubblici di comuni, provincie e regioni, passando per i progettisti, senza dimenticare imprese di costruzione e installatori. Vista la complessità degli interventi di riqualificazione degli edifici scolastici, Saint-Gobain Italia ha voluto creare una guida completa e specifica, all’interno della quale è possibile approfondire normative, tipologie di intervento e soluzioni per rendere le scuole più confortevoli e garantire un’attenta progettazione acustica al fine di creare un ambiente di apprendimento più piacevole e produttivo.

Materiali per un’edilizia sostenibile: il cartongesso a basso impatto ambientale

materiali edilizia sostenibile

Il comfort abitativo e l’edilizia sostenibile sono due concetti strettamente correlati che giocano un ruolo fondamentale nel presente e nel futuro del settore edilizio. Il comfort abitativo si riferisce alla creazione di ambienti interni che soddisfino le esigenze di benessere delle persone che vi risiedono. L’edilizia sostenibile, d’altra parte, è incentrata sulla progettazione, costruzione e gestione di edifici in modo ecologicamente responsabile, mirando a ridurre l’impatto ambientale e a ottimizzare l’uso delle risorse naturali.

L’approccio dell’edilizia sostenibile mira a integrare strategie innovative per migliorare il comfort abitativo, riducendo al contempo l’energia e le risorse necessarie per la costruzione e il funzionamento dell’edificio.

Il settore edile e le emissioni di CO2: la sfida dell’edilizia sostenibile

Il settore edile è uno dei maggiori responsabili delle emissioni di CO2 e del consumo di risorse naturali. Secondo dati aggiornati, il settore rappresenta circa il 40% delle emissioni totali di CO2 a livello globale. Queste emissioni sono attribuite, per il 13%, alla produzione, al trasporto e all’installazione di materiali da costruzione tradizionali e per il 27% alla gestione degli edifici, tra cui il consumo energetico per riscaldamento e raffreddamento.

Una nuova generazione di lastre in cartongesso pensate per l’ambiente: un’alternativa sostenibile

In un contesto così complesso e sfaccettato, uno degli ambiti più sfidanti per migliorare la sostenibilità del settore è sicuramente quello legato alla produzione e all’utilizzo di materiali a minore impatto ambientale.

Prendiamo come esempio concreto il cartongesso: un materiale da costruzione molto versatile e ampiamente utilizzato nell’industria edilizia per creare partizioni interne, pareti divisorie e controsoffitti, costituito principalmente da gesso (minerale naturale), che può essere additivato con fibre di vetro e altri additivi specifici a seconda delle caratteristiche meccaniche e delle altre prestazioni richieste (esempio migliore comportamento al fuoco, ridotto assorbimento d’acqua, ecc.).Questo materiale viene prodotto in forma di lastre di varia lunghezza (larghezza standard 1200 mm), ed è caratterizzato da leggerezza, facilità di lavorazione, durabilità, resistenza, altissima versatilità, e naturalmente sostenibilità.

Vista la sua larga diffusione, è possibile renderlo più sostenibile? O è necessario trovare un’alternativa ecologica al cartongesso?

Saint-Gobain Italia, con lo scopo di minimizzare l’impatto sull’ambiente e raggiungere gli ambiziosi obiettivi della carbon neutrality entro il 2050, concretizza ulteriormente il suo impegno nei confronti del pianeta grazie ad una nuova generazione di lastre in gesso rivestito basate su un processo produttivo che tiene conto dell’intero ciclo di vita della lastra, con l’obiettivo di limitare il consumo di risorse naturali, favorire l’utilizzo di materie seconde, estendere la loro durata e promuoverne il riciclo: Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO 13 Activ’Air®.

Gyproc Wallboard ECO 13: lastra in gesso rivestito di tipo standard, il cui nucleo in gesso ottimizzato è stato però studiato per ottenere uguali performance con un più basso impatto per l’ambiente rispetto ad una classica lastra di tipo standard, il tutto anche a vantaggio dell’applicatore data la leggerezza, caratterizzate da un contenuto di materiale riciclato certificato pari a circa l’8%.

Gyproc DuraGyp ECO 13 Activ’Air®: lastra in gesso rivestito di tipo prestazionale, con densità incrementata del nucleo che è additivato con fibre di vetro e fibre di legno, per garantire al prodotto un elevato grado di durezza superficiale e di resistenza meccanica, con un ridottissimo assorbimento d’acqua, caratterizzate da un contenuto di materiale riciclato certificato pari a circa il 35%. Queste lastre, inoltre, grazie alla tecnologia Activ’Air®, assorbono e neutralizzano fino al 70% della formaldeide presente nell’aria degli ambienti interni.

cartongesso a basso impatto

I vantaggi del cartongesso a basso impatto ambientale

Le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® a basso impatto ambientale hanno caratteristiche altamente performanti:

  • Ottima lavorabilità: grazie alla facilità di taglio e all’adesione della carta sulla superficie consentono ai professionisti e agli appassionati di fai da te di realizzare progetti personalizzati con precisione e facilità. La flessibilità del cartongesso permette di curvarlo e adattarlo a diverse forme e angolazioni, rendendolo un materiale estremamente versatile.
  • Isolamento acustico: le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® offrono un’eccellente capacità di isolamento acustico, riducendo il trasferimento del rumore tra le stanze e garantendo un ambiente interno più tranquillo e confortevole. Questo aspetto è particolarmente importante per edifici residenziali, uffici e strutture commerciali, dove il comfort acustico è un requisito essenziale per il benessere degli occupanti.
  • Velocità di posa: grazie alla loro facilità di installazione, permettono una posa rapida ed efficiente, riducendo i tempi di lavoro e i costi associati. Questa caratteristica è particolarmente apprezzata sia dai professionisti che dai fai da te, poiché consente di completare i progetti in tempi più brevi, senza compromettere la qualità.
  • Ridotte emissioni di CO2: le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® sono prodotte con un’attenzione particolare alla riduzione dell’impatto ambientale. Il processo di produzione di queste lastre implica una minore quantità di emissioni di CO2 rispetto a prodotti tradizionali, contribuendo a un bilancio ecologico più sostenibile.
  • Resistenza al fuoco: contribuiscono ad incrementare la resistenza al fuoco dei sistemi in cui sono installate, fornendo una maggiore sicurezza all’interno degli edifici.
  • Conformità ai protocolli ambientali: il cartongesso a basso impatto realizzato da Saint-Gobain è conforme ai più rigidi standard e protocolli ambientali, dimostrando l’impegno dell’industria edilizia verso una maggiore sostenibilità.

Le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® sono quindi perfette per gli innumerevoli utilizzi a cui si presta il cartongesso, sia da parte dei professionisti sia dagli appassionati di fai da te, e permettono di ridurre l’impatto ambientale di un materiale edile molto diffuso, senza rinunciare alla qualità e garantendo un elevato comfort abitativo. Queste soluzioni rappresentano un passo avanti verso un’edilizia sempre più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Tutto quello che devi sapere sul ripristino del calcestruzzo ammalorato

ripristino calcestruzzo ammalorato

Il calcestruzzo è uno dei materiali più utilizzati in edilizia: è economico e si caratterizza per la velocità di messa in opera e la facilità di utilizzo.

Ma quanto è resistente e durabile il calcestruzzo? Gli agenti esterni possono essere particolarmente aggressivi, soprattutto se combinati tra loro, e portare a notevoli danni al calcestruzzo, causando gravi conseguenze sulla sicurezza e l’integrità delle costruzioni. Pertanto, è essenziale sottoporre regolarmente le strutture a ispezioni e valutazioni per individuare eventuali problemi e, in caso fosse necessario, intraprendere azioni tempestive di ripristino del calcestruzzo ammalorato, per garantire una lunga vita a edifici e infrastrutture.

Quali sono le cause del deterioramento del calcestruzzo

Per il corretto ripristino del calcestruzzo ammalorato è fondamentale comprendere cosa ha causato i danni, così da poter definire le migliori azioni correttive. Le principali cause di deterioramento del calcestruzzo sono:

  • Una cattiva esecuzione, probabilmente la causa più diffusa in Italia. Una cattiva realizzazione può comprendere la scelta di materiali economici di qualità non eccelsa, ma anche una scarsa cura nei getti e nelle riprese di getto, una presenza eccessiva di acqua negli impasti, l’assenza di vibratura, la progettazione di armature molto fitte, l’assenza di sgocciolatoi che agevolino il ristagno di elementi aggressivi.
  • Gli agenti atmosferici a cui gli edifici sono costantemente esposti. L’esposizione prolungata a fenomeni climatici come pioggia, gelo, neve e calore intenso, infatti, può causare la disgregazione superficiale del calcestruzzo. Inoltre, le variazioni di temperatura possono creare tensioni interne nel materiale, portando alla formazione di crepe e fenditure.
  • Gli agenti chimici e aggressivi presenti nell’ambiente (acque sotterranee, sale impiegato per il disgelo, cloruri e solfati provenienti) e che possono penetrare nel calcestruzzo causano dei danni come corrosioni, rigonfiamenti e formazione di efflorescenze.
  • Le infiltrazioni d’acqua, particolarmente insidiose da riconoscere tempestivamente, possono causare fenomeni di corrosione delle armature e compromettere la stabilità strutturale dell’elemento in calcestruzzo.
  • I carichi strutturali eccessivi su una struttura in calcestruzzo, dati da carico statico o dinamico, possono causare la comparsa di fessure e deformazioni, compromettendo la capacità della struttura di sostenere il peso in modo sicuro.
  • I processi di carbonatazione dovuti all’anidride carbonica presente nell’aria. La reazione chimica tra anidride carbonica e calce del cemento, infatti, inizia in superficie per poi progredire all’interno del calcestruzzo, abbassandone il pH e causando la corrosione delle armature protette dall’alcalinità del cemento nuovo.

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Diagnosi del calcestruzzo ammalorato e tipologie di ripristino

La diagnosi accurata di calcestruzzo ammalorato è fondamentale per affrontare il problema in modo efficace e definire le giuste azioni correttive. Una valutazione approfondita delle condizioni del calcestruzzo consente di individuare le aree colpite dal deterioramento e di determinare il grado dei danni presenti. La diagnosi può avvenire con semplici ispezioni visive che forniscono una panoramica iniziale delle aree e che possono stabilire se è necessario proseguire con ulteriori analisi. Si passa poi a prove non distruttive da effettuare con metodologie diagnostiche che permettono di ottenere informazioni sullo stato del calcestruzzo senza danneggiare la struttura; oppure a carotaggi e prove distruttive, per i casi più complessi, che permettono di prelevare campioni di calcestruzzo dalle zone sospette per analizzarne la composizione e le proprietà. Sebbene distruttive, queste prove forniscono dati più accurati sulle caratteristiche del calcestruzzo e la sua resistenza. La successiva analisi dei materiali, come test di resistenza, analisi chimiche e indagini petrografiche, permettono di comprendere la composizione del calcestruzzo e i meccanismi di deterioramento.

A conclusione delle indagini si definisce quale tipologia di ripristino del calcestruzzo ammalorato è necessario apportare. Il ripristino, infatti, può essere corticale o strutturale.

Il ripristino corticale si concentra principalmente sulla superficie del calcestruzzo, intervenendo per riparare danni superficiali, crepe e scagliamenti. Questa tecnica permette di migliorare l’estetica dell’edificio e protegge il materiale dai danni atmosferici e da ulteriori degradazioni superficiali.

Il ripristino strutturale, invece, si concentra sulla riparazione delle componenti interne del calcestruzzo danneggiato. Questa tecnica di ripristino del calcestruzzo ammalorato è rivolta a risolvere problemi strutturali più gravi, come la corrosione delle armature, le fessurazioni profonde o la perdita significativa di resistenza. L’obiettivo principale del ripristino strutturale è garantire la stabilità e la sicurezza delle costruzioni, preservandone la capacità portante e prolungandone la durata nel tempo.

Come ripristinare il calcestruzzo

Una volta individuate le cause e l’entità del danno, è possibile procedere con le azioni di risanamento del calcestruzzo.

  1. Preparazione della superficie: prima di procedere con il ripristino, è fondamentale preparare adeguatamente la superficie del calcestruzzo, ciò include la rimozione di eventuali detriti, polvere, residui di vernice o pittura, nonché la pulizia accurata delle zone ammalorate. Una superficie pulita e ben preparata garantirà una migliore adesione dei materiali di ripristino.
  2. Scelta dei materiali di ripristino: una volta preparata la superficie, è necessario selezionare i materiali di ripristino più adatti. Le malte per il ripristino del calcestruzzo offrono eccellenti proprietà adesive e meccaniche, consentendo di riparare in modo efficace le zone danneggiate. È importante scegliere prodotti di qualità e rispondenti alle esigenze specifiche della situazione, come webertec ripara ultra, l’innovativa malta di Saint-Gobain Italia, specifica per il ripristino del calcestruzzo. Grazie alla sua formula avanzata e alle prestazioni superiori offre un’efficace protezione e rinforzo delle strutture in calcestruzzo danneggiate, garantendo una riparazione durevole e affidabile nel tempo.
  3. Applicazione dei materiali di ripristino: l’applicazione delle malte di ripristino deve essere eseguita seguendo le istruzioni del produttore e con attenzione ai dettagli. Per applicare correttamente la malta webertec ripara ultra, è necessario inumidire la zona da ripristinare e procedere con una cazzuola, cercando di garantire una distribuzione uniforme e un’adeguata copertura delle zone ammalorate, aiutandosi con un asse di legno e un frattazzo con spugna leggermente umido.
  4. Livellamento e rifinitura: dopo l’applicazione della malta per il ripristino del calcestruzzo, è necessario livellare e rasare la superficie con un rasante specifico per ottenere un aspetto uniforme e un’adeguata aderenza. Una volta che il rasante è asciutto è possibile applicare un primer e poi tinteggiare.

Al termine delle azioni di ripristino del calcestruzzo è buona pratica programmare degli interventi di verifica e, se necessario, di manutenzione ordinaria, soprattutto su elementi di carattere strutturare come travi e pilastri.

Schemi di posa piastrelle: idee e spunti per la tua casa

schemi posa piastrelle

Le piastrelle sono un elemento chiave per la progettazione degli interni di casa. Rivestimenti e piastrelle, infatti, possono dare carattere e personalità agli ambienti in base alla scelta di dimensioni, materiali e colori. Ma c’è un altro elemento fondamentale che può determinare lo stile della casa e rendere un ambiente più accogliente e piacevole, che spesso viene valutato solo in un secondo momento: lo schema di posa delle piastrelle, ossia l’impostazione che determina l’aspetto visivo e la percezione degli spazi. Ma come si sceglie lo schema più adatto alle proprie esigenze e alla propria casa?

Come scegliere gli schemi di posa piastrelle

La scelta di come posare le piastrelle dipende da diversi fattori che influenzano l’estetica e la funzionalità degli ambienti.

  • Le dimensioni della stanza giocano un ruolo cruciale nella scelta dello schema di posa. In stanze piccole, schemi di posa più semplici e lineari possono aiutare a creare l’illusione di uno spazio più ampio. D’altra parte, in stanze più grandi, si può optare per schemi di posa più complessi e decorativi per aggiungere interesse visivo.
  • Lo stile architettonico è fondamentale nella scelta dello schema di posa delle piastrelle. Per esempio, uno schema di posa tradizionale potrebbe andare bene in una casa classica, mentre uno schema più moderno o audace potrebbe adattarsi meglio a una casa contemporanea.
  • Lo stile dell’arredamento, inoltre, influisce sulla coerenza visiva degli interni. Una scelta interessante e sempre più diffusa è quella di scegliere uno schema di posa che si integri con lo stile degli arredi per creare un ambiente armonioso.
  • Materiale e forma delle piastrelle giocano un ruolo importante nella scelta dello schema di posa. Ad esempio, le piastrelle rettangolari possono essere posate in diversi modi per creare effetti visivi unici, mentre quelle quadrate permettono di creare un ambiente particolarmente personalizzato se scelte in tonalità diverse.

Posa piastrelle a correre

Noto anche come “posa in fila”, lo schema a correre è il più semplice, è spesso utilizzato in ambienti minimalisti e moderni ed è indicato per piastrelle rettangolari in gres, parquet o laminato.

Lo schema a correre si ottiene posando gli elementi in modo parallelo rispetto alle pareti, creando linee orizzontali che aiutano a percepire gli spazi come più ampi. Questo tipo di schema si adatta anche ad una disposizione in diagonale, in grado di nascondere eventuali difetti dati da pareti fuori squadra, come in caso di pareti irregolari e ad angolo non retto.

La posa a correre è perfetta sia per stanze ampie, esaltandone gli spazi, sia per stanze piccole o strette, come i bagni o i corridoi, dove si desidera dare l’illusione di uno spazio più ampio.

posa piastrelle spina di pesce

Posa piastrelle a spina di pesce

Lo schema di posa pavimenti a spina di pesce, noto anche come “posa a lisca di pesce”, è un’opzione di design più elaborata che dona carattere e dinamicità; infatti, le piastrelle sono posate a un angolo di 45 gradi, creando una serie di “V” che si sovrappongono. Questo schema aggiunge un tocco di eleganza e movimento agli interni ed è particolarmente adatto per pavimenti in legno, parquet o per piastrelle rettangolari particolarmente lunghe e strette.

I principali schemi di posa a spina di pesce sono tre:

  • Schema a spina di pesce italiana, caratterizzato da elementi di forma rettangolare di dimensioni identiche, che vengono disposti in modo che la testa di uno combaci con il fianco dell’altro. Uno schema molto elegante che permette di creare movimento senza interruzioni;
  • Schema a spina di pesce francese, particolarmente complesso e con una storia antica che lo rende tipico di ambienti raffinati e prestigiosi. Questo schema si caratterizza per il taglio della parte superiore dei listelli ad un’angolazione di 45°, che vengono installati testa contro testa;
  • Schema a spina di pesce ungherese, simile a quello francese, ma prevede un taglio dei lati corti dei listelli con un’inclinazione di 30° o 60°.

posa piastrelle a scacchiera

Posa piastrelle a scacchiera

Lo schema di posa a scacchiera è perfetto per chi cerca un motivo particolare e originale, che ben si adatta sia a contesti moderni che a stili più classici. Lo schema a scacchiera prevede l’alternanza di due colori di piastrelle (solitamente chiaro e scuro): il classico abbinamento bianco e nero è perfetto per la cucina e il bagno, mentre sfumature più tenui si adattano meglio al soggiorno. Il trucco per creare l’effetto più adatto alle proprie esigenze e dato dalla scelta di colori che andranno a comporre la scacchiera e dalla scelta delle dimensioni delle piastrelle. Questo schema di posa è molto versatile e può essere utilizzato sia per pavimenti che per pareti. È perfetto per aggiungere un tocco di stile e un design accattivante a qualsiasi ambiente.

I materiali migliori per la posa delle piastrelle

Una volta definito lo schema più adatto e selezionate le piastrelle, è necessario scegliere materiali di posa di qualità, affinché la posa piastrelle sia sicura e duratura.

Saint-Gobain Italia offre una vasta gamma di prodotti per la posa dei pavimenti, adatti ad esigenze e materiali differenti:

weberfloor Zero30: livellante rasante a presa rapida, ideale per rettifica di massetti e intonaci anche con residui di colla cementizia, e irregolarità fino a 30 mm, recuperabili con una sola mano. Perfetto per la posa di gres a basso spessore, ceramica, pietre naturali, marmi e parquet.

webercol ultragres 400: adesivo cementizio deformabile caratterizzato da elevata capacità bagnante per incollaggio ad alta resistenza. Adatto ad uso interno ed esterno, perfetto sia per pavimento sia per rivestimento a parete. Perfetto per la posa di ceramiche, gres porcellanato a basso spessore e gres ceramico di grande formato, ma anche mosaico, pietre naturali e marmi.

webercolor premium: stucco decorativo cementizio colorato ad alta resistenza, per fughe fino a 15 mm. Un prodotto ad alte prestazioni, idrorepellente e anti-macchia; la tecnologia Protect3 agli ioni d’argento gli conferisce elevata resistenza a batteri, muffe e funghi. Perfetto per la posa di qualsiasi tipologia di ceramica, marmo, mosaico vetroso o ceramico e materiali compositi artificiali.