Come risanare un soffitto esterno danneggiato dall’umidità

risanamento soffitto

Le infiltrazioni d’acqua rappresentano un problema piuttosto comune per qualsiasi struttura esposta – anche solo parzialmente – alle intemperie. Terrazzi e balconi, in particolare, se non impermeabilizzati adeguatamente, tendono ad assorbire piccole quantità d’acqua e trattenere l’umidità; ciò ha effetti deleteri sull’integrità estetica e talvolta strutturale degli intradossi dei solai, in quanto provoca la formazione di macchie e aloni, il distacco della pittura e nei casi più gravi l’ammaloramento dell’intonaco con possibile distacco dello stesso.

Innanzitutto, occorre individuare ed eliminare la causa dei difetti che si sono evidenziati che è generalmente imputabile ad una carenza dell’impermeabilizzazione. A tal fine è possibile intervenire in diversi modi, che vanno dal completo rifacimento del terrazzo/balcone fino all’applicazione di prodotti impermeabilizzanti che non necessitano della rimozione del pavimento esistente. Un risanamento completo, però, deve includere anche un trattamento specifico della parte sottostante, specie quando questa funge da soffitto per un’altra struttura (un portico, una loggia o una veranda, ad esempio). Di seguito, vediamo come realizzare un intervento ‘armato’ per sanare il supporto e ripristinare la finitura.

 

Utensili e materiali occorrenti

Il risanamento di un soffitto esterno richiede l’utilizzo dei seguenti materiali: rasante cementizio, rete di armatura in fibra di vetro, fondo di preparazione e pittura per uso esterno. Gli utensili occorrenti, invece, sono: spatola, frattazzo, pennellessa (o rullo), forbici per fibra di vetro, trapano miscelatore (per la preparazione del rasante). Poiché l’intervento riguarda un soffitto, il consiglio è di predisporre di un piano stabile che consenta di raggiungere comodamente il supporto su cui intervenire.

La pulizia del soffitto

La prima fase dell’intervento consiste nella pulizia approfondita del supporto; vanno anzitutto rimosse tutte le parti incoerenti o prossime al distacco e i residui di colla se erano presenti fregi o decorazioni di vario genere. Successivamente, è consigliabile approntare un ulteriore trattamento di pulitura mediante idropulitrice, in maniera tale da rimuovere i residui più persistenti ed eliminare ogni traccia di polvere. Completata la procedura, il soffitto va lasciato asciugare completamente prima di procedere con il passaggio successivo.

Rasatura, finitura e tinteggiatura

Qualora l’intonaco del soffitto presenti ammanchi poiché asportati e rimossi secondo quanto descritto nelle fasi di pulizia, occorre procedere al loro ripristino, così da lavorare su una superficie regolare e uniforme. Fatto ciò, è possibile dedicarsi alla posa della rasatura armata; il ciclo applicativo completo si sviluppa nei passaggi seguenti:

  • miscelare il rasante cementizio con acqua, rispettando le proporzioni indicate dal produttore;
  • applicare sul supporto asciutto e libero da residui e irregolarità una prima mano di prodotto, servendosi di una spatola d’acciaio;
  • annegare una rete di armatura nel rasante sovrapponendo i lembi di almeno 10 cm;
  • completare la rasatura con una seconda mano di rasante;
  • rifinire con un frattazzo di spugna per ottenere una finitura bocciardata;
  • applicare una mano di fondo, utilizzando un rullo o una pennellessa;
  • tinteggiare il soffitto con pittura per esterni; dopo la prima mano, attendere alcune ore per procedere con la seconda.

 

I prodotti Saint-Gobain da utilizzare

Per risanare un soffitto esterno occorre adoperare appositi materiali che garantiscano elevate prestazioni, come quelli disponibili all’interno del catalogo di Saint-Gobain; in particolare, per l’intervento sopra descritto, si consiglia di utilizzare:

  • webercem RA30 per la rasatura; rasante universale cementizio ad elevate prestazioni di adesione; resistente all’azione degli agenti atmosferici ed alla carbonatazione, garantisce ottima adesione su supporti critici come calcestruzzo e predalles, così come in caso di applicazione su rivestimenti plastici, mosaici o ceramici;
  • webertherm RE145 per il rinforzo della rasatura; rete di armatura in fibra di vetro alcali resistente a maglia larga;
  • weberprim fondo per la preparazione del supporto; prodotto uniformante, universale per pitture e rivestimenti colorati da esterno e idropitture da interni;
  • webercote siloxcover L per la tinteggiatura; pittura ai silossani disponibile in diversi colori stabili alla luce. Resistente ad alghe, funghi e muffe, è idrorepellente, facile da applicare e da pulire; adatto ad applicazioni su murature interne ed esterne.

#FaiConIMakers, il team di MAW ripristina un soffitto danneggiato dall’umidità

risanamento tetto

Il team di Makers at Work si cimenta in un nuovo intervento edilizio: il restyling completo di un portico esterno in muratura. I lavori saranno presentati all’interno di un mini-format da due puntate e verranno realizzati in collaborazione con Saint-Gobain (che fornirà supporto tecnico e materiale).

Nel corso della prima parte dell’intervento, Giuseppe Conte e i suoi collaboratori si sono occupati del risanamento del soffitto di un portico esterno, danneggiato dall’umidità dovuta ad un’infiltrazione di acqua dalla terrazza sovrastante. Nella seconda puntata, invece, il team di MAW si occuperà della realizzazione degli arredi in cartongesso: una controparete per l’alloggiamento per un camino a bioetanolo e alcune fioriere, destinate ad ospitare un orto aromatico.

Pulizia del supporto con spatola e idropulitrice

Come detto, Giuseppe Conte e la sua squadra sono alle prese con un soffitto danneggiato dall’umidità: un’infiltrazione d’acqua ha provocato il distacco parziale della pittura e di alcune porzioni dello strato sottostante, nonché favorito lo sviluppo iniziale di muffa in diversi punti. Ragion per cui, dopo che la perdita è stata riparata, il team di Makers at Work procede anzitutto alla pulizia superficiale del supporto rimuovendo (con una spatola) le greche e i fregi in polistirolo incollati al soffitto con il silicone. Successivamente, vengono eliminate le tracce di colla più resistenti, agendo anche sulla parete laterale che dovrà poi essere ritinteggiata. Su consiglio dei tecnici Saint-Gobain, Giuseppe Conte e il suo team completano la pulizia servendosi di un’idropulitrice: il getto d’acqua ad alta pressione consente di rimuovere agevolmente i residui più resistenti.

Posa della rasatura armata e finitura frattazzata

Lasciato asciugare il soffitto dopo il passaggio con l’idropulitrice, il maker abruzzese e i suoi due collaboratori si dedicano alla rasatura armata della superficie; i passaggi effettuati sono i seguenti:

  • il soffitto viene ricoperto da una prima mano di rasante;
  • una rete di rinforzo viene inglobata nel rasante; ogni porzione di rete viene sovrapposta di 10 cm (“sormonto”) a quella successiva;
  • la rete viene ricoperta interamente da una seconda mano di rasante;
  • prima che il rasante asciughi completamente, la superficie viene rifinita tramite finitura frattazzata, realizzata con un frattazzo di spugna.

Tinteggiatura del soffitto e delle pareti

Per completare l’intervento di ripristino, il team di Makers at Work – una volta che il rasante si è asciugato completamente – procede alla tinteggiatura del soffitto e delle pareti. La preparazione del supporto prevede l’applicazione di una mano di un apposito fondo; successivamente, viene eseguita la tinteggiatura applicando due mani di pittura per uso esterno resistente ad alghe, funghi e muffe.

I prodotti Saint-Gobain utilizzati

Giuseppe Conte e il suo team hanno eseguito gli interventi sopra descritti utilizzando i prodotti forniti da Saint-Gobain. Nello specifico, la rasatura armata è stata realizzata impiegando:

  • webercem RA30, un rasante cementizio universale ad elevate prestazioni; ideale per applicazioni da esterno grazie alla spiccata resistenza agli agenti atmosferici ed alla carbonatazione. Utilizzabile anche su supporti critici quali calcestruzzo e predalles, garantisce adesione ottimale anche su rivestimenti plastici e ceramici;
  • webertherm RE145, una rete di armatura in fibra di vetro alcali resistente a maglia larga.

Per la preparazione e la tinteggiatura dei supporti, invece, gli uomini di Makers at Work hanno impiegato:

  • weberprim fondo (bianco), un fondo di preparazione universale uniformante, adatto sia all’uso interno che esterno, ideale per applicazione su supporti di vario tipo (cartongesso, rasatura, intonaco, lastre di cemento e rivestimenti plastici);
  • webercote siloxcover L, una pittura colorata ai silossani; resistente ad alghe, muffe e funghi, grazie all’azione idrorepellente è consigliata soprattutto per la tinteggiatura di murature esterne. Facile da applicare e da pulire, garantisce elevata stabilità cromatica rispetto all’esposizione solare.

 

 

Come applicare il silicone per i lavori in casa

come applicare silicone

Il silicone è forse il sigillante maggiormente utilizzato in edilizia; si tratta di un polimero inorganico particolarmente versatile, di facile utilizzo e adatto ad un ampio ventaglio di applicazioni differenti; si contraddistingue, inoltre, per i tempi di essiccazione estremamente ridotti. Generalmente, il silicone viene impiegato per interventi di vario tipo come, ad esempio, il fissaggio dei vasi sanitari o l’incollaggio degli infissi e dei pannelli del box doccia. Le formulazioni moderne, spesso additivate con specifici sostanze fungicide, sono più facili da applicare e resistono più a lungo dopo la posa.

A prescindere dal contesto applicativo, il silicone ha una doppia funzione: adesiva e sigillante; naturalmente, a seconda della destinazione di utilizzo è necessario scegliere il prodotto in grado di offrire riscontri prestazionali consoni. Il silicone per sanitari, ad esempio, deve assicurare una perfetta tenuta stagna, poiché il contesto di applicazione (il bagno) si caratterizza per un alto tasso di umidità e per la costante presenza di residui di acqua.

 

Contesti applicativi

Come già accennato, il silicone si presta ad applicazioni molto diverse tra loro, anche in presenza di condizioni ambientali apparentemente sfavorevoli.

In ambienti umidi (bagno, lavanderia e cucina), vengono solitamente impiegati sigillanti antimuffa ad alte prestazioni che, grazie a specifici additivi, impediscono la formazione di muffe (che sono foriere di cattivo odore e pregiudicano la salubrità dell’aria).

Per la sigillatura dei pavimenti in piastrelle (o di altri rivestimenti ceramici) si utilizza un tipo di silicone diverso, che si contraddistingue per la maggiore elasticità e per la maggiore resistenza all’usura. Prodotti di questo tipo sono diffusamente adoperati anche per incollare infissi e rivestimenti di facciata.

 

Tecnica di applicazione

L’applicazione del silicone deve essere eseguita seguendo un procedimento ben preciso, indispensabile per ottenere un risultato ottimale anche dal punto di vista estetico.

Anzitutto, qualora sia necessario sostituire una sigillatura preesistente, occorre rimuovere lo stucco o il silicone ammalorato, servendosi di una spatola e poi di un apposito solvente per eliminare i residui di silicone più ostinati. La superficie su cui verrà applicato il silicone, infatti, deve essere pulita perfettamente, così da garantire la massima adesione possibile. A tal proposito, è bene sgrassare il supporto utilizzando un panno pulito bagnato di alcol per eliminare qualsiasi residuo di polvere o sporco.

Fatto ciò, è possibile procedere all’applicazione del silicone, utilizzando la cartuccia con l’apposita pistola; il prodotto deve essere steso con un movimento lento e regolare lungo il profilo da sigillare. Subito dopo, occorre eliminare il silicone in eccesso mediante una semplice rifinitura che può essere effettuata in due modi:

  • a mano, passando un dito sul profilo appena trattato (indossando un guanto di lattice);
  • con una specifica spatola da silicone, meglio se inumidita con acqua e sapone.

Terminata l’applicazione, il silicone deve essere lasciato asciugare per almeno 12 ore prima di riprendere il normale utilizzo del supporto o dei sanitari.

 

I prodotti Saint-Gobain da utilizzare

Nel catalogo di Saint-Gobain sono presenti diverse tipologie di silicone, destinate tanto all’utilizzo professionale quanto al fai da te; in particolare, per la maggior parte dei contesti di utilizzo, consigliamo:

  • webercolor silicone, un sigillante elastico di natura siliconica a reticolazione neutra, inodore, impermeabilizzante e resistente alle muffe. Prodotto indicato per applicazioni specifiche, quali la sigillatura elastica di giunti di dilatazione o perimetrali di pavimentazioni interne ed esterne, soggette sia a traffico pedonale che veicolare leggero; adatto anche ai giunti di rivestimento in facciata, si abbina alla pigmentazione dello stucco cementizio (è infatti disponibile in otto colori differenti). Utilizzabile su supporti diversi quali calcestruzzo, massetto cementizio, gres, marmo, cartongesso, intonaco, legno, mattoni, predalles e metallo.
  • webercolor HS, adesivo sigillante monocomponente universale a base di polimeri silano modificati, privo di solventi e isocianati, adatto ad un uso più generico; applicabile su calcestruzzo, massetto cementizio, piastrelle, marmo, cartongesso, intonaco e gres. Resistente ai raggi UV e alle muffe, è disponibile in due colorazioni (bianco e grigio), e si caratterizza anche per l’elevata resistenza meccanica.

 

Rinforzare e consolidare in sicurezza con il Sisma Bonus.

consolidamento strutturale

In base ai dati elaborati dal CRESME, il 57% degli edifici presenti in Italia è stato costruito prima degli anni Ottanta mentre il 40% è stato costruito utilizzando tecniche tradizionali. Questi dati testimoniano una situazione complessiva particolarmente preoccupante, in quanto la vulnerabilità sismica delle opere edilizia non fa altro che ampliare la portata del rischio sismico.

In altre parole, la maggior parte degli edifici costruiti in Italia non rispetta gli standard previsti dalla legislazione antisismica, in quanto risalente al periodo precedente l’entrata in vigore delle normative di riferimento. Non stupisce, quindi, come il cosiddetto “Decreto Rilancio” abbia introdotto apposite agevolazioni fiscali (“Sisma bonus”), di cui potrebbe beneficiare circa l’80% del costruito italiano.

 

Gli interventi da effettuare

Il decreto Ministeriale 17 gennaio 2018 del Ministero delle Infrastrutture, recante un “Aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni”, individua (all’articolo 8) tre categorie di interventi attuabili su edifici esistenti:

  • di riparazione o locali; interessano singoli elementi strutturali e non riducono le preesistenti condizioni di sicurezza;
  • miglioramento; sono “atti ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente” pur senza raggiungere la soglia prevista per gli interventi di adeguamento;
  • adeguamento, finalizzati “ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente”.L’efficacia di questo tipo di interventi dipende sia dalle soluzioni implementate sia dalla qualità dei materiali adoperati. Da questo punto di vista, Saint-Gobain, grazie ai prodotti della gamma webertec, mette a disposizione di tecnici e professionisti una vasta gamma di soluzioni per il ripristino ed il consolidamento strutturale.

 

Come consolidare le fondamenta

Iniezione di miscele leganti

Dopo aver effettuato la ristilatura di eventuali giunti inconsistenti, è necessario realizzare una maglia di fori, posti a distanza variabile (minimo 20 cm, massimo 40 cm) a seconda della composizione del supporto. Le perforazioni, di diametro compreso tra 15 mm e 25 mm, devono penetrare per i due terzi dello spessore della parete ed avere un’inclinazione di almeno 45°. Fissare i tubi di iniezione con un legante a presa rapida e iniettare la boiacca nella muratura.

Scuci e cuci

Dopo aver rimosso le parti degradate o lesionate, oltre alla malta originaria (se compromette l’esecuzione dell’intervento), il supporto va lavato con un getto d’acqua a bassa pressione. Successivamente, la muratura va ripristinata – dal basso verso l’alto – murando con malta strutturale i mattoni allettati, che verranno poi ancorati al supporto mediante morsettatura.

Ristilatura dei giunti

I giunti esistenti vanno raschiati a fondo, utilizzando utensili manuali; fatto ciò, vanno lavati con un getto d’acqua a bassa pressione. La ristilatura va effettuata con apposite malte strutturali; nel caso di ristilatura armata, nel giunto va inserita una barra d’acciaio, spingendola all’interno del giunto per far defluire il prodotto in eccesso prima di ricoprire la barra con la malta.

Sistemi di placcaggio armato

Questa tipologia di intervento prevede il ricorso ad elementi di rinforzo come, ad esempio, la rete in fibra di vetro. Nello specifico, è possibile distinguere tra:

  • rinforzo FRCM (Fiber Reinforced Cementitious Matrix), per sistemi a basso spessore (10-15 mm); prevede l’inserzione di una rete in fibra di vetro inglobata nella malta strutturale;
  • sistema CRM (Composite Reinforced Mortar), per interventi di consolidamento ad alto spessore (oltre 30 mm) con rete in fibra di vetro, abbinata a connettori in vetroresina termoindurente, da inglobare in uno strato di malta strutturale di almeno 30 mm.
  • sistema CFRP (Carbon Fiber Reinforced Polimeric), indicato per gli edifici in cemento armato. L’intervento prevede l’utilizzo di nastri in carbonio e resine epossidiche.

Presidio anti-sfondellamento per solai in latero cemento

Rimosso l’intonaco e pulite le superfici con un getto d’acqua a bassa pressione, il solaio va rivestito con una rete in fibra di vetro, ancorata per mezzo di appositi tasselli e flange di fissaggio. Una volta inumidito il supporto, è possibile applicare uno strato di malta strutturale dallo spessore compreso tra 15 e 20 mm.

 

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Gli interventi sopra descritti possono essere implementati impiegando appositi prodotti Saint-Gobain a marchio weber:

 

 

Come tinteggiare le pareti di casa: materiali e procedimento

Tinteggiare pareti

Come tinteggiare le pareti di casa:

materiali e procedimento

Mobili, quadri, pensili e vari agenti contaminanti possono, con il passare del tempo, alterare la tinteggiatura delle pareti interne della casa; macchie, aloni, graffi e piccole abrasioni sono i segnali più evidenti di una lenta ma progressiva alterazione dell’integrità estetica della finitura, a scapito dell’armonia cromatica dell’intero ambiente. Il modo migliore per risolvere questo tipo di problema è trattare le superfici con un intervento di ripristino della tinteggiatura, utile anche per ravvivare il look di una stanza o un open space attraverso un agile restyling. Vediamo di seguito qual è il procedimento da implementare e i materiali da adoperare per ottenere un risultato soddisfacente non solo dal punto di vista estetico.

 

Utensili e materiali occorrenti

Per la tinteggiatura di una o più pareti occorre avere a disposizione i seguenti materiali: stucco (in pasta o in polvere), primer o fondo di preparazione, idropittura per interni e carta vetrata (a grana fine e grana grossa). Gli utensili necessari, invece, sono: rullo, pennellessa, frattazzo o spatola; se si utilizza stucco in polvere, è consigliabile avere a disposizione anche una cazzuola o un trapano miscelatore. Durante l’intervento bisogna utilizzare anche un adeguato abbigliamento tecnico: guanti, occhiali protettivi e mascherina con respiratore.

 

Preparazione del supporto: rettifica e stuccatura

Le superfici da trattare devono essere anzitutto sgomberate dal mobilio e dai pensili, rimuovendo poi perni, chiodi ed altri elementi estranei alla muratura. In vista dei successivi trattamenti, è consigliabile coprire il pavimento con rotoli o pannelli di cartone ondulato e rivestire il bordo superiore dei battiscopa con del nastro di carta adesivo. Se sulla parete vi sono prese elettriche o interruttori, dopo aver smontato le placche protettive esterne, è consigliabile riporre i frutti all’interno delle vaschette, coprendole con un pezzo di cartone.

Qualora il supporto presenti parti incoerenti o prossime al distacco, è necessario anzitutto procedere al ripristino del supporto, risanando le irregolarità con una malta cementizia. Successivamente, è possibile procedere con l’applicazione dello stucco (in pasta o in polvere), a cominciare da eventuali fori prima occupati da perni, chiodi o viti. La mano di stucco può essere poi estesa anche sul resto della parete, in modo tale da regolarizzare anche difformità e imperfezioni minori. Lasciato asciugare lo stucco, la preparazione del supporto va ultimata approntando la carteggiatura, prima con carta vetrata a grana grossa (120) e poi con un abrasivo a grana leggermente più fine (180 o 220).

 

Applicazione del fondo e tinteggiatura

Prima di proseguire con la parte successiva dell’intervento, è consigliabile pulire l’area di lavoro, aspirando la polvere prodotta dalla carteggiatura.

A questo punto, il supporto può essere trattato con un fondo di preparazione; scegliendo un fondo in una tinta che si avvicina a quella della pittura, la tinteggiatura sarà più facile e valorizzerà il colore scelto che risulterà uniforme e più coprente. La prima mano di pittura può essere applicata a pennello o a rullo (o alternando entrambi) una volta asciugato completamente il fondo; la tinteggiatura viene infine completata passando una seconda mano di pittura, rispettando i tempi di asciugatura della prima previsti per il prodotto utilizzato.

 

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Il catalogo multimarca di Saint-Gobain include materiali specifici ad elevate prestazioni da impiegare nella realizzazione dell’intervento sopra descritto.

Per la stuccatura dei fori scoperti e di piccole imperfezioni è possibile impiegare lo stucco pronto in pasta Gyproc EvoPlus Pasta, a base di gesso additivato con resine speciali. Pronto all’uso, consente sia l’applicazione a mano che tramite airless ed è di facile carteggiatura.

Per la tinteggiatura della parete si consiglia di utilizzare weberpaint iride (un’idropittura traspirante per uso interno altamente coprente e resistente al lavaggio), dopo aver preparato le superfici applicando una mano di weberprim fondo, un prodotto uniformante a base di acqua applicabile su varie tipologie di supporto.

 

#FaiConIMakers: Seby Torrisi ridipinge una parete nel suo studio

Tinteggiatura pareti tutorial

Per il suo nuovo progetto di fai da te, Seby Torrisi si dedica alla ritinteggiatura di una parete all’interno dello studio di casa, optando per una versatile tonalità tortora. Sia per la preparazione del supporto che per la successiva tinteggiatura, il maker siciliano si è avvalso della collaborazione di Saint-Gobain, che ha fornito i prodotti necessari alla realizzazione dell’intervento.

 

Prima fase: preparazione del supporto

La prima parte dell’intervento approntato da Seby consiste nella preparazione della parete, necessaria ad ottimizzare l’effetto visivo della tinteggiatura. A tale scopo, dopo aver rimosso pensili e altri oggetti di arredo, il maker procede così:

  • protegge il pavimento coprendolo con un rotolo di cartone ondulato, fissato al battiscopa con il nastro di carta adesivo;
  • smonta le placche esterne delle prese elettriche, e ripone i frutti all’interno delle cassette, coprendoli con un pezzo di carta per evitare che si sporchino durante la tinteggiatura;
  • rimuove i chiodi e i perni inseriti nella parete;
  • ricopre i fori lasciati dai chiodi e dai perni applicando uno strato di stucco con un frattazzo in metallo;
  • procede alla stuccatura del resto della parete, così da regolarizzare l’intera superficie ed eliminare eventuali imperfezioni minori;
  • rifinisce la stuccatura carteggiando la parete con carta vetrata; per il primo passaggio utilizza un abrasivo dalla grana leggermente più grossa (120) così da rimuovere i residui più consistenti. Infine, termina la carteggiatura con una carta a grana più fine (220).

 

Seconda fase: tinteggiatura della parete

Completata la preparazione del supporto, Seby Torrisi può dedicarsi alle operazioni di tinteggiatura. Per prima cosa, applica una mano di fondo di preparazione, servendosi di una pennellessa; la scelta ricade su un prodotto avente una colorazione simil  della pittura, così da ottimizzare l’effetto finale. Lasciata asciugare la mano di fondo, Seby dipinge una ‘cornice’ di 5 cm attorno alla parete da tinteggiare, utilizzando lo stesso colore delle pareti adiacenti (bianco). Per tracciare un perimetro preciso, si serve del nastro di carta adesiva, con il quale prima delimita lo spessore della cornice (durante l’applicazione del fondo) e poi il profilo esterno, per il ‘ripasso’ con la pittura bianca. In tal modo, il raccordo tra le pareti risulta più dinamico.

Lasciati asciugare il fondo e la cornice, Seby realizza la prima mano di tinteggiatura, servendosi di un rullo e di una pennellessa. Trascorse 4 o 5 ore, il tempo necessario affinché la vernice si asciughi, procede con la seconda e ultima mano di pittura.

 

I prodotti Saint-Gobain utilizzati

Seby Torrisi ha effettuato la tinteggiatura della parete utilizzando alcuni dei prodotti presenti nel catalogo Saint-Gobain; nello specifico, l’intervento ha richiesto l’impiego di:

  • Gyproc EvoPlus Pasta; stucco pronto in pasta composto da una miscela di gesso e resine speciali. Prodotto pronto all’uso, facile da applicare e carteggiare; ideale per finiture decorative;
  • weberprim fondo; fondo di preparazione uniformante a base di acqua, adatto a supporti quali rasatura e intonaco ma applicabile anche su lastre di cemento e rivestimenti plastici. Propedeutico all’utilizzo di pitture e rivestimenti colorati sia da interno che da esterno;
  • weberpaint iride; Idropittura lavabile per interni ad elevata copertura anche nelle tinte intese. Caratterizzata da ottimo punto di bianco, realizza finiture opache uniformi particolarmente fini, applicabile su intonaco, rasatura, cartongesso, blocchi di cemento e calcestruzzo.

 

 

Pareti divisorie in cartongesso: 3 idee su come dividere uno spazio

Pareti divisorie cartongesso

L’edilizia abitativa fa ampio uso dei sistemi a secco per realizzare soluzioni che consentano di sfruttare meglio gli spazi a disposizione e renderli più funzionali. Una delle più comuni è rappresentata dalle pareti divisorie in cartongesso, in grado di assolvere sia una funzione meramente pratica (separare due aree di uno stesso ambiente o sfruttare spazi altrimenti difficilmente utilizzabili) sia una di carattere estetico, fungendo da elemento di arredo. L’utilizzo di un materiale versatile e di facile posa come il cartongesso consente di realizzare sistemi in grado di adattarsi a contesti applicativi ed esigenze tecniche specifiche. In ambito domestico, sono numerose le soluzioni realizzabili mediante pareti divisorie in cartongesso particolari: di seguito ne vediamo tre, semplici da realizzare ma di grande impatto estetico e funzionale.

 

Cabina armadio passante

In una camera da letto di grandi dimensioni, l’inserimento di una parete divisoria in cartongesso consente di ricavare una cabina armadio passante. A tale scopo, l’elemento di tamponamento deve essere realizzato lasciando sufficiente spazio per l’ingresso (almeno 80 cm), il quale non viene chiuso da porte incernierate o scorrevoli ma resta aperto. Per quanto riguarda l’altezza della parete divisoria, è consigliabile che sia inferiore a quella del soffitto, così da garantire un adeguato grado di privacy ma, al contempo, creare un gradevole effetto di continuità spaziale e visiva. In aggiunta, la collocazione della parete va individuata tenendo conto degli ingombri dell’armadio (non meno di 140 cm). Se la conformazione della camera lo consente, la parte anteriore della struttura divisoria può fungere da testiera del letto e potrà, quindi, essere decorata come elemento d’accento o sfruttata per creare una parete attrezzata.

cabina-armadio

 

Cucina connessa

Questa soluzione consente di separare adeguatamente la cucina dalla zona living ma, allo stesso modo, di far sì che i due ambienti siano comunicanti. Le pareti divisorie in cartongesso soggiorno cucina sono caratterizzate da un’ampia apertura, che consente un agile passaggio delle vivande e, al contempo, garantisce la possibilità di comunicare e interagire anche a coloro i quali, difatti, si trovano in due ambienti diversi. L’apertura all’interno della parete divisoria può anche essere chiusa con una vetrata, grazie alla quale si realizza una maggiore diffusione della luce tra gli ambienti; in aggiunta, questa soluzione conferisce continuità visiva agli spazi e limita la diffusione degli odori prodotti dalle preparazioni in cucina.

cucina-connessa

 

Doppio ambiente in un solo spazio

Quando si parla di pareti divisorie in cartongesso design e funzionalità possono facilmente adattarsi ad esigenze tecnico applicative di ogni genere; i sistemi di questo tipo risultano particolarmente efficaci anche per la realizzazione di elementi divisori parziali, mediante i quali è possibile delimitare due spazi dalla diversa destinazione all’interno dello stesso ambiente. In una zona living a pianta aperta, ad esempio, è possibile separare la cucina dall’area del soggiorno oppure ricavare un’area giochi o una dedicata allo smart working, così da rendere l’intero ambiente più funzionale. La facilità di posa delle lastre consente, anche in tal caso, di realizzare soluzioni estremamente versatili: all’interno delle pareti divisorie in cartongesso in soggiorno, infatti, è possibile ricavare scaffalature, nicchie portaoggetti, una piccola libreria o predisporre i cablaggi necessari per inserire punti luce o altri dispositivi e accessori funzionali alla destinazione d’uso dei singoli spazi.

doppio-ambiente

 

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Saint-Gobain produce e commercializza materiali ad elevate prestazioni per la realizzazione di sistemi in cartongesso adatti a qualsiasi contesto applicativo. In particolare, per gli interventi sopra descritti si consiglia di utilizzare:

  • Gyproc Gyprofile, profili metallici a ‘U’ anticorrosivi, dielettrici, antifingerprint e privi di cromo per l’assemblaggio dell’intelaiatura di supporto; 
  • Gyproc Wallboard, una lastra di cartongesso contraddistinta da un nucleo emidrato reidratato rivestito su entrambi i lati da materiale cellulosico che funge da armatura esterna. In contesti in cui sia richiesta un’elevata resistenza ai carichi, si consiglia di utilizzare Gyproc Habito® Forte, il cui nucleo di gesso additivato con fibre di vetro garantisce anche una spiccata durezza superficiale;
  • Gyproc EvoPlus, gamma di stucchi in polvere a base di gesso naturale (arricchito da additivi specifici), ideali per il trattamento dei giunti nei sistemi in cartongesso in combinazione con i nastri in carta microforata MARCO® SPARK-PERF®.

Consolidamento strutturale: cos‘è, costi, tecniche e materiali

consolidamento-murature

Consolidare la struttura di un edificio residenziale può essere una buona idea se consideriamo l’estrema vulnerabilità del nostro Paese.

Secondo la Mappa di pericolosità Sismica dell’Italia (sito INGV) redatta dal Dipartimento di Protezione Civile, i comuni italiani sono classificati in 4 classi di pericolosità sismica sulla base dell’intensità, la localizzazione e la frequenza dei fenomeni sismici del passato. A partire da questa classificazione, le aree a rischio sismico elevato sono composte dai comuni classificati in zona sismica 1 e 2.

Il 56% degli edifici residenziali esistenti nelle zone sismiche 1 e 2 è stato realizzato prima del 1970, si tratta dunque di un patrimonio che non prevede l’utilizzo di tecniche costruttive antisismiche. Soltanto il 5% degli edifici in zona a rischio elevato è stato realizzato negli anni 2000, quando le norme tecniche hanno imposto criteri molto più restrittivi che in passato.

Altro dato interessante è relativo alla tipologia di edilizia presente. Il 55% degli edifici esistenti nelle aree ad elevato rischio sono realizzati con muratura portante e soltanto il 33% con strutture in calcestruzzo armato.

Gli edifici in muratura che nel tempo hanno avuto lievi danni causati dal terremoto, sono quelli che hanno mostrato di avere il cosiddetto “comportamento scatolare”. Affinché si possa instaurare un corretto funzionamento dell’edificio, devono essere valutate ed eliminate le carenze strutturali gravi, spesso frequenti negli edifici in muratura esistenti:

  • cattiva qualità dei materiali e della tessitura muraria (murature a sacco con scarsi collegamenti tra i paramenti) e quindi bassa resistenza della muratura;
  • mancanza di collegamenti tra pareti e pareti e tra pareti e orizzontamenti, con conseguente deformabilità;
  • presenza di spinte non contrastate o eliminate (volte ed archi);
  • carenze nelle fondazioni.

 

Quali sono le tecniche di consolidamento delle murature

Esistono diverse soluzioni per l’adeguamento e il miglioramento sismico degli edifici. Tra le principali troviamo:

  1. Interventi volti ad incrementare la sismo-resistenza degli elementi murari, adatti a edifici che non sono stati costruiti con criteri antisismici idonei ma con tecniche tradizionali.
  2. Interventi su elementi non strutturali – Sistema anti-ribaltamento delle murature specifici per sanare il problema delle espulsioni fuori piano delle tamponature emerso soprattutto nel corso degli ultimi eventi sismici del nostro Paese.
  3. Interventi su elementi non strutturali – Sistema antisfondellamento dei solai in latero-cemento, rivolto a sanare il fenomeno dello sfondellamento, purtroppo molto frequente e che riguarda tutti gli edifici che presentano un solaio in laterocemento, tipologia strutturale molto diffusa nell’edilizia italiana.

 

 Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

La gamma webertec è adatta per fissare, ripristinare e rasare con semplicità. Un corretto ripristino protegge bene le armature con prodotti dotati di elevata alcalinità, impermeabilità e resistenza alla carbonatazione.

  • Prodotti per interventi sistematici di prevenzione, volti a favorire l’”effetto scatolare”, capace di incrementare la sismo resistenza della struttura muraria: scopri qui la gamma
  • webertec BTcalce F e webertec BTcalce G: malta strutturale con classe di resistenza M15, a base di calce idraulica naturale NHL5, per il consolidamento e il rinforzo di elementi strutturali in muratura, anche per interventi di miglioramento e adeguamento sismico.
  • gamma webertec ripara: malte da ripristino

Abbinamento colori pareti: 5 consigli di arredamento

abbinamento colori parete

Nell’ambito di una ristrutturazione o un semplice restyling, la scelta dei colori da utilizzare per tinteggiare le pareti è fondamentale per creare ambienti accoglienti e confortevoli. A tale scopo, bisogna evitare alcuni errori piuttosto comuni, in maniera tale da individuare gli abbinamenti che meglio possono accordarsi ai singoli ambienti nonché allo stile di arredo prescelto. Di seguito, cinque consigli da tenere a mente quando ci si appresta a scegliere il colore (o i colori) da utilizzare per la tinteggiatura di uno o più ambienti domestici.

Non assecondare solo il proprio gusto personale

Scegliere i colori delle pareti solo in base alle preferenze soggettive è un errore piuttosto comune, dal quale scaturiscono spesso risultati tutt’altro che apprezzabili. La scelta delle tonalità da utilizzare in ogni ambiente della casa, infatti, rientra nel più ampio processo di interior design che consente di migliorare non solo l’aspetto estetico di una stanza, ma anche il comfort che essa può garantire. Accostamenti poco armoniosi o troppo monotoni, infatti, influiscono negativamente sull’umore e spesso non valorizzano gli spazi e gli arredi.

Creare abbinamenti con la ‘ruota dei colori’

I colori vengono convenzionalmente divisi in tre categorie principali: primari (rosso, blu e giallo), secondari (arancio, verde e viola) e terziari (sono sei, e si ricavano mescolando i primari con i secondari). L’insieme dei dodici colori formato da primari, secondari e terziari viene sintetizzato dalla ‘ruota dei colori’ (o “cerchio cromatico di Itten”), uno schema in base al quale è possibile creare svariati accostamenti cromatici.

Scegliendo un colore di riferimento e le relative variazioni si ottiene una palette monocromatica; effetto simile può essere ottenuto utilizzando colori analoghi, ossia adiacenti sul cerchio cromatico. Gli abbinamenti possono essere creati anche usando tonalità complementari o composte, ossia disposte specularmente sulla ruota. Per una palette più originale, infine, si possono scegliere tre tonalità ‘triadiche’, poste alla stessa distanza all’interno del cerchio dei colori.

abbinare-colori-pareti-cucina

 

Scegliere colori e abbinamenti in base al tipo di ambiente

Non tutte le tonalità cromatiche possono essere utilizzate indistintamente per tinteggiare le pareti domestiche; la scelta dovrebbe essere calibrata sulla base delle caratteristiche dei singoli ambienti. In particolare, bisogna tenere conto della luminosità, dell’esposizione solare, dei colori degli elementi di arredo (se già presenti), della distribuzione degli spazi e delle dimensioni.

Per le camere da letto, ad esempio, vanno scelti colori rilassanti come il blu (nelle sfumature del celeste e carta da zucchero) o il verde salvia, ai quali si aggiungono il beige, il viola chiaro e il grigio tortora. In bagno, invece, prevalgono le tonalità chiare dell’azzurro benché negli ambienti in stile moderno siano spesso utilizzati anche colori quali il nero e il grigio, spesso bilanciati con superfici o arredi bianchi (o molto chiari).

Discorso diverso per la cucina e la zona living, in quanto lo stile dell’arredo impone scelte ben ponderate. Una cucina moderna o minimal va collocata in un contesto di colori tenui e tendenzialmente chiari (bianco, beige, grigio, sabbia), con la possibilità di personalizzare l’ambiente con contrasti cromatici mediante l’inserimento di elementi d’accento. Qualora lo stile prevalente sia invece di tipo rustico o country, è necessario optare per colori caldi o virare su una base neutra per un risultato più gradevole.

abbinare-colori-pareti-stanza-da-letto

 

La regola del “60-30-10”

Per ottenere un effetto complessivamente armonico ed equilibrato, si può far riferimento alla ‘regola’ del “60-30-10”, ovvero una distribuzione cromatica basata sulle seguenti percentuali:

  • 60% del colore principale o dominante, da utilizzare come elemento di raccordo; in genere è la tonalità utilizzata per le pareti, che rappresentano le superfici più ampie della maggior parte degli ambienti;
  • 30% del colore secondario, necessario per creare abbinamenti a contrasto tono su tono oppure abbinare colori complementari;
  • 10% del colore per elementi d’accento, da utilizzare per una sola parete o per un particolare elemento d’arredo (tendaggi, mobili, tappezzeria). In base alla palette cromatica scelta, il colore d’accento può essere tanto una tonalità neutra (bianco) quanto una più accesa (blu, giallo, arancio).

Il principio del “60-30-10” risponde anche alla cosiddetta “regola dei tre colori”, per la quale ad una tonalità di base va accostata una mediamente contrastante e, in misura minore, un colore di impatto.

abbinare-colori-pareti-bagno

 

Valorizzare l’ambiente in base alle sue caratteristiche

Raramente gli ambienti domestici sono tutti uguali, specie in relazione alla loro conformazione. Ragion per cui, gli abbinamenti cromatici vanno calibrati in maniera tale da valorizzare gli spazi e sfruttare a pieno l’illuminazione, sia naturale sia artificiale.

Negli ambienti piccoli e poco luminosi, ad esempio, è bene prediligere tonalità chiare mentre in stanze ampie e ben illuminate si può optare per un pavimento scuro e tinteggiare le superfici verticali con tonalità più chiare e vivaci. Infine, per valorizzare una zona in particolare, l’ideale è creare un forte contrasto cromatico, tinteggiando una parete con una tonalità più accesa rispetto alle altre pareti.

 

 

Come stuccare una parete: una guida pratica

stuccare una parete

I lavori di ristrutturazione o restyling degli ambienti domestici implicano, molto spesso, la rasatura del supporto mediante stuccatura. L’intervento si rende necessario quando la parete presenta lievi danni e irregolarità, come quelli derivanti dalla rimozione della carta da parati o dei quadri (il distacco dei chiodi a cui sono appese le cornici possono provocare il distacco di piccole parti di materiale). Regolarizzare le superfici è un passaggio imprescindibile per poter eseguire la successiva preparazione tramite primer in funzione della tinteggiatura. Di seguito, vediamo quali sono i passaggi da effettuare per stuccare correttamente una parete.

 

Scegliere lo stucco adatto

Lo stucco è un prodotto, generalmente a base di gesso, utilizzato nell’ambito di interventi di regolarizzazione dei supporti; in pratica, serve a levigare una parete o una superficie di altro tipo. In commercio si trova sia in polvere che sotto forma di pasta, è facile da lavorare e una volta essiccato può essere ulteriormente trattato, mediante carteggiatura, per poi essere tinteggiato. Nello specifico, è possibile distinguere tra:

  • stucco per cartongesso, specifico per la finitura dei supporti in gesso rivestito; viene utilizzato per stuccare le teste delle viti che vincolano le lastre all’intelaiatura metallica; in aggiunta, il prodotto serve a rinforzare i punti di giunzione, in combinazione con i nastri di carta microforata, e fissare i paraspigoli;
  • stucco per supporti edilizi, da utilizzare per la rasatura e la regolarizzazione di superfici in calcestruzzo, cemento e altri.

 

Utensili e materiali occorrenti

Per eseguire la stuccatura di una o più pareti, è consigliabile anzitutto procurarsi dei fogli di cartone con i quali proteggere il pavimento dall’accumulo di sporco e polvere. Gli utensili occorrenti, invece, sono:

  • una coppia di spatole da stucco;
  • un frattone;
  • un trapano miscelatore (nel caso in cui serva mescolare maggiori quantità di prodotto);
  • un rotolo di carta vetrata a grana fine per la successiva levigatura;
  • un secchio per miscelare il prodotto (se si opta per lo stucco in polvere).

In aggiunta, basta avere a portata di mano una sufficiente quantità di stucco; in consiglio è quello di valutare correttamente l’entità dell’intervento e optare per un prodotto di qualità in grado di garantire elevate prestazioni in termini di finitura superficiale.

 

Come eseguire la stuccatura

L’operazione di stuccatura va eseguita secondo un preciso ciclo di intervento, il quale prevede i seguenti passaggi:

  • assicurarsi che i fori e le aree da stuccare siano puliti, liberi da residui di polvere e di sporco; in caso contrario, pulire con cura la zona;
  • bagnare il punto da stuccare, così da rimuovere ulteriori residui rimasti e migliorare l’aderenza dello stucco dopo l’applicazione;
  • mescolare lo stucco con l’acqua – se si è scelta una formulazione in polvere – servendosi di una cazzuola o di un trapano miscelatore e rispettando, quanto più possibile, le dosi indicate dal produttore. Questo passaggio non è necessario se si utilizza un prodotto in pasta premiscelato;
  • applicare lo stucco con la spatola, riempiendo i fori e regolarizzando i punti in cui è necessario uniformare il supporto;
  • lasciar asciugare lo stucco e rimuovere le irregolarità superficiali con la carta vetrata.

Fatto ciò, il supporto è pronto per l’applicazione del primer e la successiva tinteggiatura.

 

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Saint-Gobain fornisce a professionisti e amanti del fai da te prodotti ad alte prestazione per la stuccatura delle superfici:

  • Gyproc EvoPlus, una gamma di stucchi in polvere rinnovata per garantire maggiore lavorabilità e una finitura eccellente. Ideale per la finitura superficiale e il trattamento dei giunti dei sistemi in cartongesso, abbinato ad un nastro di armatura in carta microforata come Marco® Spark-Perf® o al nastro in rete di vetro Axembla;
  • Gyproc EvoPlus Pasta: stucco pronto in pasta, composto da una miscela di gesso e resine speciali; adatto ad applicazioni a mano o airless, è facile da carteggiare e asciuga a contatto con l’aria, creando una superficie adatta alla successiva finitura.

Come realizzare le tracce sul muro: cosa c’è da sapere

tracce-nel-muro

La maggior parte degli interventi di ristrutturazione e ripristino degli impianti domestici prevede la realizzazione di apposite ‘tracce’ per la posa di cablaggi e tubature. Si tratta di tagli eseguiti, tramite scasso o specifici utensili, all’interno dello spessore del supporto murario, in maniera tale da ricavare un ‘vano’ abbastanza grande da consentire il passaggio di tubi, corrugati in PVC e altri elementi funzionali alla realizzazione o al ripristino di impianti ed apparati interni. Naturalmente, affinché lo scasso non alteri l’integrità strutturale ed estetica della parete, è necessario adoperare prodotti ad elevate prestazioni e implementare un adeguato ciclo di intervento. Di seguito, vediamo quali sono i passaggi da eseguire per realizzare correttamente le tracce nel muro nell’ambito di una ristrutturazione edilizia.

Scegliere gli strumenti per lo scasso

Prima di cominciare ad eseguire lo scasso, occorre scegliere gli strumenti più adatti allo scopo, in relazione alla modalità di intervento scelta. Per aprire una traccia manualmente, è sufficiente procurarsi un martello e uno scalpello; in alternativa, è possibile adoperare un trapano a percussione oppure uno scanalatore da muro, che consente di eseguire rapidamente un taglio molto preciso.

Schema d’intervento e messa in sicurezza

L’esecuzione delle tracce all’interno di una parete deve essere anzitutto effettuata in piena sicurezza; a tal proposito, quindi, è necessario agire sull’interruttore principale per interrompere l’alimentazione all’impianto elettrico e scongiurare il rischio di incidenti.

In secondo luogo, è bene realizzare uno schema di massima, mediante il quale si delinea il tracciato da realizzare lungo la parete e ridurre al minimo l’area di scasso. Il consiglio, pertanto, è quello di utilizzare una matita per segnare il ‘percorso’ delle tracce ed eventuali punti di intersezione o deviazione. 

Tecnica di esecuzione delle tracce

Dopo aver approntato i necessari preparativi, è possibile dedicarsi alla realizzazione delle tracce; il procedimento è il seguente:

  • eseguire lo scasso nella parete, servendosi degli utensili prescelti senza utilizzare vigoria eccessiva né danneggiare eccessivamente la parete;
  • rimuovere i detriti prodotti dalla demolizione nonché le tracce di polvere superficiale all’interno e all’esterno della traccia;
  • bagnare accuratamente il supporto
  • applicare sul supporto bagnato un legante a presa rapida antifessurazione nel punto in cui vanno inseriti cassette di derivazione o altri elementi simili per il passaggio dei cablaggi dell’impianto elettrico; la cassetta va collocata a pressione, in maniera tale da evitare la formazione di eventuali vuoti d’aria;
  • rifinire i bordi attorno all’elemento di nuova collocazione servendosi di una spatola, per rimuovere il prodotto in eccesso, e un frattazzo di spugna per livellare la malta a filo parete;
  • ricoprire le tracce con la malta a presa rapida;
  • rettificare e rifinire eventuali irregolarità adoperando con un rasante cementizio.

 

Prodotti Saint-Gobain da utilizzare

Il ciclo d’intervento sopra descritto può essere implementato utilizzando alcuni dei prodotti specifici presenti nel catalogo multimarca di Saint-Gobain, ovvero:

  • webertec presarapida, un legante a presa rapida antiritiro e antifessurazione; il prodotto è pronto all’uso, caratterizzato da ottima lavorabilità e adatto anche ai contesti applicativi più ostici. Inoltre, non cola né corrode il ferro;
  • webercem RS350, un rasante cementizio a finitura civile (per la rettifica di eventuali irregolarità), trasparente, di colore bianco o grigio, adatto sia all’utilizzo esterno che interno. Ideale per l’applicazione su intonaci tradizionali o cementizi, nonché su supporti in gesso, purché trattati preventivamente con un primer di preparazione.

Come impermeabilizzare una fioriera in pietra naturale

Impermeabilizzare fioriera

Le fioriere in pietra naturale sono un complemento d’arredo piuttosto diffuso per giardini e aiuole; rappresentano un’opzione più sostenibile rispetto ai vasi di plastica, oltre ad essere più durevoli ed avere un impatto estetico di maggior pregio. Da questo punto di vista, però, la pietra naturale è più ‘delicata’, per via della caratteristica porosità che la contraddistingue: l’acqua, infatti, passando attraverso le pareti della fioriera, tende a creare degli aloni che rovinano la finitura superficiale esterna. Ragion per cui è consigliabile, prima di mettere a dimora fiori o arbusti, di impermeabilizzare le superfici interne della fioriera, così da preservarne l’integrità estetica.

Utensili e materiali occorrenti

Impermeabilizzare una fioriera in pietra naturale (o in pietra lavica) è un’operazione molto semplice, per la quale sono sufficienti pochi attrezzi e un materiale specifico. Prima di cominciare, è bene avere a portata di mano quanto segue:

  • nastro di carta adesivo;
  • un pennello e un rullo (di dimensioni proporzionate a quelle della fioriera);
  • un secchio da muratore;
  • un trapano miscelatore;
  • un trapano a percussione;
  • una guaina impermeabilizzante elasto-cementizia;
  • due assi di legno.

Come procedere

Vediamo ora come effettuare in modo semplice e veloce una corretta impermeabilizzazione di una fioriera in pietra naturale.

 

Per prima cosa, è bene rivestire il bordo superiore interno della fioriera con uno strato di nastro di carta adesiva, così da escludere dal trattamento la parte interna dell’incavo che non verrà colmata con il terreno. Fatto ciò, ecco come procedere:

  • assicurarsi che l’interno della fioriera sia asciutto e pulito, libero da residui o parti incoerenti;
  • preparare il prodotto impermeabilizzante, servendosi di un trapano miscelatore per unire l’acqua alla guaina elasto-cementizia;
  • trattare prima gli angoli e i punti di giunzione, servendosi di un pennello asciutto; per ottenere un’impermeabilizzazione ottimale, il consiglio è quello di eseguire una doppia passata, per creare uno strato leggermente più spesso;
  • eseguire una prima passata di prodotto sulle superfici interne della fioriera con il rullo;
  • lasciare asciugare per almeno un’ora e mezza;
  • applicare una seconda mano di impermeabilizzante, con pennello e rullo, e lasciar asciugare per altre due ore.

 

Come ogni altro contenitore per fiori e piante, anche una fioriera di pietra deve essere in grado di drenare l’acqua in eccesso, poiché non tutta quella destinata all’irrigazione viene assorbita dal terreno. A tal riguardo, è quindi consigliabile – qualora non sia stato fatto in precedenza – praticare due fori sul fondo dell’incavo, così da agevolare il drenaggio del terreno. Per evitare di danneggiare la pietra, è bene poggiare la fioriera su due palanche di legno, sistemandole sotto la zona dove verranno praticati i fori. Questo accorgimento serve a non far sbriciolare la pietra quando la punta del trapano esce dall’altra parte (in gergo tecnico, si dice che ‘strappa’).

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

All’interno del catalogo multimarca Saint-Gobain sono presenti numerosi prodotti per l’impermeabilizzazione; tra questi, quello più indicato per eseguire il trattamento sopra descritto è weberdry elasto1 rapido, una guaina impermeabilizzante elasto-cementizia monocomponente, fibrata, a rapida essiccazione, caratterizzata da elevata deformabilità, resistenza alla pressione in spinta e controspinta, adatta anche ad applicazioni su massetti cementizi, gres e piastrelle. Le quantità di acqua necessarie alla miscelazione del prodotto variano a seconda dell’attrezzo utilizzato: 4,2 – 4,8 l per 20 kg di prodotto in caso di applicazione a spatola; 5,4 – 6 l per applicazioni con rullo o pennello.