Un team del Politecnico di Milano vince la fase nazionale del “Multi Comfort Student Contest” Saint-Gobain

student contest

La fase nazionale della sedicesima edizione del “Multi Comfort Student Contest”, il concorso organizzato ogni anno dal Gruppo Saint-Gobain e rivolto agli studenti di Architettura e Ingegneria Edile delle più prestigiose Università di tutto il mondo, ha visto vincere il progetto presentato da due studentesse del Politecnico di MilanoNatalia Pemper Prodanov e Cecilia Chiara Cainarca. Al secondo e al terzo posto, rispettivamente, un gruppo di lavoro proveniente, anch’esso, dal Politecnico di Milano e un altro dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

La presentazione dei 17 progetti in gara e la premiazione finale sono avvenute in modalità online nella giornata di lunedì 14 dicembre 2020.

Nato con l’obiettivo di diffondere i principi della cultura Multi Comfort, ossia efficienza energetica, sostenibilità, comfort e benessere, il “Multi Comfort Student Contest” si articola in due fasi: una fase nazionale, organizzata in ogni Paese che partecipa al concorso, e una fase internazionale, che si svolge ogni anno in un Paese diverso, alla quale accedono i vincitori di ciascuna fase nazionale.

Alla scorsa edizione, svoltasi nel 2019, avevano partecipato oltre 900 team, per un totale di 2200 studenti da 199 Università di 35 Paesi. La finale, inoltre, si era tenuta proprio in Italia, a Milano, con la partecipazione di 60 team finalisti.

Il progetto primo classificato, intitolato Parisian atmosphere”, rappresenterà dunque l’Italia all’evento finale di quest’edizione, che si terrà a Parigi dal 9 al 12 giugno 2021 e decreterà i vincitori assoluti del contest.

Il task di quest’edizione è, infatti, la riqualificazione di un’area del quartiere Saint-Denis, nella periferia nord di Parigi, che deve essere trasformata in una zona attrattiva, con uno o più complessi residenziali, scolastici e ricreativi. Il tutto in un’ottica di sostenibilità ed elevata efficienza energetica, in linea con i principi del programma Multi Comfort Saint-Gobain, nel rispetto delle caratteristiche originarie del luogo e in considerazione delle esigenze dei suoi abitanti.

La giuria che ha valutato i progetti degli studenti italiani era composta dall’Architetto Adolfo Suarez – Partner e Director di L22 Retail e Co-director L22 Living-, dall’Ingegnere Elena Stoppioni – Presidente di Save The Planet ONLUSS- e dall’Architetto Erika Morbelli – Consigliere presso l’Ordine Architetti della Provincia di Torino e Responsabile della Fondazione dell’Architettura della Provincia di Torino. Facevano parte della commissione anche due giurati interni Saint-Gobain, ovvero Sergio Palumbo – Technical Training Manager di Saint-Gobain Italia, e Dario Cassani – Product Manager Malte, Intonaci e Rasanti di Saint-Gobain Italia, nonché secondo classificato per due anni consecutivi nelle passate edizioni del Multi Comfort Student Contest.

La motivazione che ha convinto i giurati a scegliere come miglior progetto “Parisian Atmosphere” di Natalia Pemper Prodanov e Cecilia Chiara Cainarca risiede soprattutto “nell’appropriatezza e nella coerenza del progetto nel contesto cittadino, che viene trattato con eleganza e rispetto. La sostenibilità è stata ricercata in termini di socialità, ambiente ed economia, e, altrettanto importanti, sono risultati l’approccio e l’analisi multiscalare dell’area del quartiere Saint-Denis di Parigi, non solo nell’ambito puramente urbanistico ma anche del panorama normativo.”

Come ottimizzare il tasso di umidità in casa tua

umidità in casa

La qualità dell’aria è uno degli aspetti di cui tenere più conto in merito alla salute degli ambienti domestici e lavorativi. Tra i vari fattori che possono influenzarne lo stato c’è sicuramente il tasso di umidità rilevato in casa, di difficile gestione soprattutto in alcuni mesi dell’anno.

Il livello dell’umidità in casa può essere soggetto a diversi fenomeni che impattano in maniera negativa o negativamente sulla nostra salute, tra cui: l’umidità da condensa, l’umidità di risalita, l’umidità da infiltrazioni.

Per preservare lo stato di salute del nostro corpo è necessario che quest’ultimo non sia esposto né a temperature troppo calde né a temperature troppo fredde.

Ci si chiede allora quale debba essere lo stato di umidità ideale, consigliabile, da rilevare e preservare per la propria abitazione.

Tasso di umidità elevato in casa: le conseguenze sulla salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato un rapporto sulla qualità degli ambienti domestici, analizzandone le principali cause che determinano problemi e rischi per la salute.

Particolare attenzione è stata ovviamente dedicata al corretto tasso di umidità in casa. Batteri e funghi, in particolar modo le muffe, proliferano soprattutto quando in casa è presente un livello di umidità elevato.

Le conseguenze negative sul nostro stato di salute si riflettono soprattutto sul nostro sistema respiratorio, provocando svariati problemi: dalle allergie all’asma.  La presenza di agenti biologici inquinanti all’interno di un’abitazione è spesso ricollegabile ad una ventilazione degli ambienti inadeguata.  L’eccesso di umidità alimenta la proliferazione dei funghi e dei batteri, che rilasciano cellule e composti organici che comportano un peggioramento della qualità complessiva dell’aria.

umidità in casa

Tasso di umidità ideale da avere in casa

Il tasso di umidità rilevato in casa è in strettissima correlazione con le temperature percepite. A temperature più elevate, teoricamente, dovrebbe corrispondere una percentuale di umidità più bassa.

Il rapporto diffuso dall’OMS sulla qualità degli ambienti domestici fornisce una tabella che ci aiuta a individuare il tasso di umidità ideale da tenere in casa a seconda delle temperature rilevate:

  • in presenza di una temperatura pari a 18°C, l’umidità ideale dovrebbe rientrare in un range tra il 60 ed il 70%
  • a 19°C di temperatura, l’umidità ideale dovrebbe essere compresa tra il 50 e il 70%
  • con 20°C di temperatura, l’umidità ideale dovrebbe essere compresa tra il 40 e il 70%
  • salendo fino ai 22°C di temperatura, l’umidità ideale dovrebbe essere compresa tra il 40 e il 60%
  • superati i 24°C, invece, l’umidità ideale accettabile si attesta tra il 30 ed il 40%.

La qualità dell’aria nei diversi ambienti della casa

Garantire un tasso di umidità costante in tutte le stanze, oltre a essere difficile da ottenere, perché soggetto a varie circostanze, non risulta essere necessario.

Una casa è infatti composta da più ambienti, ciascuno con le proprie funzioni, ciascuno influenzato dalla presenza di fattori che ne determinano il tasso di umidità, come: livello di esposizione al sole, presenza o meno di determinati elettrodomestici, e non ultimo le temperature percepite nelle diverse stagioni dell’anno.

Due ambienti su tutti si differenziano dal resto delle altre stanze della casa: il bagno e la cucina. Zone della casa che chiaramente sono soggette a tassi di umidità superiori rispetto alle altre stanze presenti nell’abitazione.

Misurare il tasso di umidità nella propria abitazione

Come misurare tasso di umidità e temperatura in casa? Il metodo più efficace è quello di ricorrere ad uno strumento specifico chiamato igrometro (o anche sensore di umidità), la cui misurazione però può essere soggetta a diversi fattori che ne possono alterare le rilevazioni, come il respiro delle persone o degli animali, o anche solo semplicemente fare una doccia o il bucato in presenza di questo strumento. Va quindi collocato in luoghi della casa che non possono influenzarne le rilevazioni.

Ci sono poi altri strumenti che ci consentano di misurare temperatura e umidità, ad esempio alcuni dispositivi elettronici appositi come le stazioni meteo o dispositivi che ci aiutano a variare le condizioni nei vari ambienti come i climatizzatori o i deumidificatori.

Come migliorare il tasso di umidità in casa

Nel 2015 il Ministero della Salute ha diramato un opuscolo informativo circa le cause che determinano un peggioramento della qualità degli ambienti domestici provocati dalla presenza di funghi e batteri, fornendo inoltre le indicazioni necessarie per prevenire o migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’ esposizione agli agenti inquinanti.

Tra queste: assicurarsi che la struttura esterna della casa sia ben isolata e ventilata (così da garantire il necessario comfort termico), mantenere un tasso di umidità interno inferiore al 50%, non usare tappeti o moquette nelle zone più soggette ad un’umidità più alta in casa, non lasciare i vestiti stesi ad asciugare in ambienti chiusi, arieggiare gli ambienti in presenza di condensa, rimuovere macchie di muffe, ridurre le piante ornamentali in casa.

umidità in casa

Gyproc Hydro e Gyproc Habito Forte Hydro di Saint-Gobain Italia per le tue pareti interne

Per prevenire i problemi legati all’umidità all’interno dell’abitazione, Saint-Gobain Italia propone le lastre in cartongesso Gyproc Hydro, la soluzione studiata per garantire un’eccellente tenuta in presenza di elevati livelli di umidità. Si tratta infatti di una lastra di tipo H1 (il risultato migliore secondo la norma EN 520) con ridottissimo assorbimento d’acqua, ideale per tutti gli ambienti, compresi quelli più soggetti ad un elevato tasso di umidità come bagni e cucine.
Le lastre Gyproc Hydro, oltre a garantire resistenza all’effrazione e al fuoco, sono realizzate nel pieno rispetto della sostenibilità con certificazione di classe energetica A+, assicurando inoltre un elevato isolamento acustico.

Se, oltre ad avere un problema di umidità ci si trova anche di fronte alla necessità di appendere mobili particolarmente pesanti alle pareti, la soluzione ideale è rappresentata dalle lastre in cartongesso Gyproc Habito® Forte Hydro, idrorepellenti e con elevata resistenza ai carichi.

Sigillare i sanitari: consigli per il fai da te

sigillante

Ristrutturare un bagno richiede grande attenzione e manualità da parte di chi effettua i lavori, soprattutto se non si tratta di professionisti del settore.

Tra le varie operazioni rientra la sostituzione delle vecchie mattonelle e dei sanitari, ma talvolta potremmo aver bisogno soltanto di effettuare una sostituzione del sigillante ai bordi dei servizi igienici.

Vediamo nel dettaglio i consigli fai da te per questa operazione.

sigillante

Sostituire il sigillante dei sanitari: i passaggi da seguire

Se l’obiettivo è soltanto quello di ristrutturare il bagno e migliorarne le sue condizioni igieniche sanitarie, potremmo aver bisogno di sostituire il sigillante usurato dal tempo alla base del wc e del bidet.

La sostituzione del sigillante è infatti un’operazione necessaria dopo un certo periodo di tempo, soprattutto se non si è utilizzato un prodotto ad alte prestazioni, in quanto il materiale potrebbe indurirsi e cambiare colore a causa della formazione di muffa, perdendo dunque le sue capacità di isolare e garantire impermeabilità. Effettuare la sostituzione significa evitare che l’acqua e lo sporco possano penetrare dove non dovrebbero.

Ecco i passaggi da seguire in tal caso:

  1. Possiamo iniziare l’operazione di rimozione del sigillante ammorbidendo quest’ultimo tramite il calore generato da un asciugacapelli, per poi raschiarlo con un taglierino;
  2. Svolta questa operazione, il consiglio è quello di coprire con del nastro carta la superficie da proteggere dei sanitari per evitare di rovinarne il rivestimento;
  3. Successivamente, indossiamo dei guanti e applichiamo il nuovo adesivo sigillante utilizzando l’opportuna pistola, attraverso un movimento lento e regolaredi modo che il cordoncino di prodotto che fuoriesce sia uniforme. Passiamo un dito sotto l’acqua per inumidire il silicone applicato e lisciare meglio la striscia rimuovendo le parti in eccedenza;
  4. Terminato questo passaggio, possiamo rimuovere il nastro e lasciare asciugare il sigillante per qualche ora.

Perché è importante svolgere una corretta sigillatura dei sanitari del bagno?

Innanzitutto specifichiamo che sigillare o siliconare un sanitario a terra sul pavimento non è un’operazione che ha l’obiettivo di fissare lo stesso, ma serve innanzitutto ad isolarlo dall’acqua e dalla sporcizia. Inoltre, serve a creare una base di appoggio che ammortizzi eventuali piccoli movimenti che possono compromettere il fissaggio dei sanitari sul pavimento. L’applicazione del sigillante, inoltre, va effettuata anche sulle parti retrostanti dei sanitari collegate al muro.

Sostituire il sigillante per la doccia: i passaggi da seguire

Oltre ai sanitari potremmo dover sostituire anche il sigillante della doccia.

Ecco dunque gli step da seguire per completare questa operazione:

  1. Per prima cosa dobbiamo procurarci un raschietto a lama (meglio se di plastica in caso il piatto doccia non fosse in ceramica, così da non danneggiarlo) o un taglierino, e con l’aiuto di questi strumenti, tramite movimenti veloci, dovremmo tagliare lungo la striscia di silicone. Con le dita, poi, stacchiamo la striscia;
  2. Successivamente ripuliamo l’area di lavoro lungo il perimetro della doccia con un panno morbido imbevuto con dell’acquaragia. Con un asciugacapelli asciughiamo quindi la zona interessata;
  3. Aiutandoci con del nastro carta ricopriamo in orizzontale i lati della zona dove era localizzata la vecchia striscia di silicone, lasciando scoperta solo quest’ultima. Con il nastro infatti agevoliamo il posizionamento del sigillante in maniera regolare;
  4. Con una pistola da sigillatura professionale applichiamo il sigillante lungo l’area designata tra le due strisce di nastro carta, facendo attenzione a poggiare la punta della pistola sulla superficie e applicando una pressione uniforme;
  5. Dopo aver applicato il sigillante, con un dito bagnato cerchiamo di spianare il materiale che abbiamo applicato;
  6. Alla fine rimuoviamo il nastro molto lentamente, facendo attenzione che non tocchi il sigillante fresco;
  7. Lasciamo asciugare il sigillante per almeno 24 ore prima di fare la doccia;

sigillante

webercolor HS: l’adesivo sigillante ad alte prestazioni di Saint-Gobain Italia

webercolor HS  di Saint-Gobain Italia è sicuramente il prodotto consigliato per questo genere di lavori. Queste le sue principali caratteristiche:

  • è antimuffa, esente da solventi e isocianati e resistente ai raggi UV;
  • ha un’alta resistenza meccanica;
  • ha un’alta resistenza chimica;
  • è dotato di una grande capacità di adesione, anche su superfici bagnate, ed elasticità, per sigillature ad alte prestazioni;
  • non macchia, e quindi è adatto per la sigillatura anche di pietre e marmi;
  • è disponibile in più colorazioni, tra cui bianco, avorio, antracite, grigio e testa di moro;
  • è verniciabile.

Riscaldamento a pavimento radiante: un caldo e avvolgente benessere

pavimento radiante

Con l’arrivo della stagione autunnale, l’obiettivo di molti è riscaldare la propria abitazione massimizzando l’efficienza degli impianti. Tra questi, il sistema di riscaldamento a pavimento radiante si è notevolmente diffuso negli ultimi 15 anni. Soprattutto, grazie alla diffusione di nuove tecnologie come le caldaie a condensazione e gli impianti solari termici.

Si tratta di un impianto costituito principalmente da tubature collocate al di sotto del pavimento, risultando discreto mentre svolge il proprio lavoro. Il risparmio energetico che ne consegue è davvero notevole. A supportare gli impianti radianti vi sono, poi, soluzioni come i massetti cementizi, in grado di aumentarne l’efficienza grazie alla loro composizione che permette di distribuire con maggiore uniformità il calore.

pavimento radiante

Come funziona un impianto a pavimento radiante?

Il principio in base al quale un pavimento radiante riesce a trasmettere calore a tutto l’ambiente è quello dell’irraggiamento, che permette al calore di diffondersi in modo omogeneo, da terra fino al soffitto, evitando il formarsi di correnti convettive d’aria calda a soffitto e fredda a pavimento.

L’impianto è costituito da tubi che partono da un collettore, collegato ad una caldaia che ha la funzione di regolare il flusso di acqua calda. Il sistema si basa sulla circolazione di acqua calda a bassa temperatura (in genere tra i 30-35° C) in un circuito chiuso, che si sviluppa coprendo una superficie radiante molto elevata. Ovviamente, le tubazioni devono essere realizzate con materiali sicuri, resistenti alle alte temperature di lavorazione.

Questi tubi sono posti sotto il pavimento radiante ad una certa profondità dalla superficie calpestabile. Questa dipende principalmente da fattori come l’altezza del soffitto nel locale e la larghezza dello stesso. Ad esempio, se lo spazio tra il piano rustico effettivo e il suolo calpestabile non supera i 5 centimetri di spessore totale, si opta per l’installazione di una griglia che funga da supporto portante. In questo modo, le tubature del sistema di riscaldamento non si sovraccaricano di peso eccessivo.

Con massetto o senza?

Una delle domande principali sull’installazione di un pavimento radiante riguarda la scelta di inserire o meno uno strato di massetto tra l’impianto e la pavimentazione. Innanzitutto, l’aggiunta di questo elemento edilizio può richiedere fino a un mese di tempo poiché è importante che il cemento asciughi a dovere. Inoltre, il massetto può appesantire la struttura, un fattore importante quando i pannelli sono posati ai piani alti.

Se si necessita di un impianto di riscaldamento reattivo e per poche ore al giorno, un aspetto da non sottovalutare è l’inerzia termica dell’impianto. Infatti, un massetto cementizio raccoglie calore e lo rilascia nell’aria più lentamente. Infine, aumenta lo spessore finale del pavimento, da non sottovalutare soprattutto durante una eventuale fase di ristrutturazione.

Certamente uno dei lati positivi nell’utilizzo del massetto è il minor costo del materiale di realizzazione. Questo perché in un pavimento radiante senza massetto, la serpentina di tubazioni deve essere rivestita con uno speciale foglio di alluminio, che aiuta il calore a propagarsi in maniera più uniforme su tutta la superficie.

pavimento radiante

Perché realizzare un impianto a pavimento radiante?

La caratteristica principale di un pavimento radiante è garantire una distribuzione ottimale del calore negli ambienti, il cosiddetto principio dell’irraggiamento. Così si supera il limite dei sistemi di riscaldamento tradizionali, che tendono a concentrare il calore nelle zone più vicine alla fonte di emissione.

Quindi, è chiaro che un sistema radiante assicura un miglior comfort abitativo, garantendo:

  • distribuzione omogenea del calore
  • ambiente più pulito
  • assenza di polveri nell’aria e conseguente riduzione del rischio di allergie.

Infine, un impianto a pavimento radiante assicura un notevole risparmio energetico rispetto ai sistemi tradizionali, grazie al funzionamento a basse temperature, che riduce il tempo necessario per andare a regime.

Gli autolivellanti Saint-Gobain Italia a marchio Weber per il tuo pavimento

Gli autolivellanti specifici per pavimenti radianti devono possedere una conducibilità termica elevata. Quest’utlima garantisce un’ottima trasmissione del calore negli ambienti e assicura una maggiore efficienza del sistema.

Gli autolivellanti weberfloor level 250 e weberfloor alfa300 sono prodotti ecologici e rispondono pienamente all’impegno di Saint-Gobain per la sostenibilità. Infatti, la capacità di gestire ogni fase della vita di un edificio, permette di integrare nei progetti materiali e tecnologie in grado di ridurre al minimo l’impatto ambientale. Gli autolivellanti weberfloor sono certificati secondo la normativa europea EN 13813 ed hanno il marchio GEV_EMICODE. In altre parole, sono classificati in base alle loro emissioni come EC 1PLUS, ovvero la classe Premium che fissa nuovi criteri ancora più severi.

Ad esempio, l’anidride alla base di weberfloor level 250 è ottenuta da un processo industriale che le conferisce una elevatissima purezza (99%) e emissioni di CO2 ridotte. Allo stesso modo, il gesso alfa naturale di cui è composto weberfloor alfa300, ottenuto da cave selezionate, è un materiale a bassissimo impatto ambientale perché prodotto con temperature di cottura molto basse.

Per queste ragioni, un impianto a pavimento radiante è la scelta ottimale per tutti quegli ambienti dove è importante garantire il benessere delle persone che li frequentano: case, scuole, ospedali, alberghi, centri commerciali.

Quando bellezza e performance sono…di facciata!

facciate ventilate

Il ruolo della facciata in un edificio è quello di relazionarsi con il contesto e di regolare gli scambi di calore, aria e luce tra l’interno e l’esterno.

Per questo motivo, l’isolamento termico e acustico dipende dalla conformazione delle facciate. Esistono diverse tecnologie per realizzare l’involucro esterno, ciascuna con i suoi pregi e i suoi difetti. Tra queste, una soluzione particolarmente efficiente è quella delle facciate ventilate, che garantiscono ottime performance sia in inverno sia in estate, offrendo molti vantaggi in termini di risparmio energetico, isolamento acustico, protezione della struttura, ma anche di valore architettonico. Come funzionano e quali sono i materiali più adatti per realizzarle

Cosa sono le facciate ventilate e come funzionano

Le facciate ventilate sono un sistema di rivestimento esterno installato a secco, adatto sia per le nuove costruzioni sia per gli interventi di riqualificazione dell’esistente. Una facciata ventilata prevede un’intercapedine tra la parete perimetrale dell’edificio e il rivestimento esterno. Inoltre, in corrispondenza dell’intercapedine, si aggiunge uno strato isolante. Questo sistema basa il suo funzionamento sul movimento d’aria che si innesca all’interno della camera d’aria. Si tratta di un moto convettivo naturale, che dipende dalla differenza di temperatura che si crea tra interno ed esterno dell’intercapedine.

Le facciate ventilate offrono vantaggi sia in estate sia in inverno. Nel funzionamento estivo, l’innalzamento della temperatura dell’aria nell’intercapedine causato dal sole sul rivestimento provoca il cosiddetto “effetto camino”, responsabile di un moto d’aria verso l’alto. In questo modo, la risalita del calore riduce la temperatura sulla parete interna. Invece, nei mesi invernali, quando la radiazione è meno intensa, l’intercapedine mantiene in equilibrio la temperatura interna della parete, riducendo così i problemi legati all’umidità e alla condensa superficiale.

facciate ventilate

I vantaggi delle facciate ventilate

Le prestazioni e la flessibilità architettonica offerte dalle facciate ventilate sono i motivi per cui questa tecnologia è sempre più diffusa nell’architettura contemporanea. Ma i vantaggi di una facciata ventilata sono molteplici, tra cui:

  • risparmio energetico, grazie alla ventilazione dell’intercapedine e all’isolante, che elimina i ponti termici
  • eliminazione dei problemi di condensa superficiale e di umidità
  • manutenzione semplice
  • valore architettonico ed estetico
  • isolamento acustico
  • protezione delle pareti dagli agenti atmosferici e dagli sbalzi termici.

Come si costruisce una facciata ventilata

La struttura portante dell’edificio, ovvero la parete, è definita supporto. In base alla sua natura, si valutano le prestazioni termiche, acustiche ed estetiche che si vogliono ottenere, e di conseguenza si individuano le componenti più adatte al raggiungimento di tali obiettivi. Nel caso delle facciate ventilate, sulle pareti è posato uno strato isolante continuo, che può essere realizzato con pannelli appositamente studiati.

A seconda della facciata, si utilizzano montanti, correnti e relative staffe, su cui poi viene installato il rivestimento esterno, ad esempio gres porcellanato, pietra e doghe metalliche.

Le soluzioni Saint-Gobain: Gyproc Glasroc® X e Isover X60 VN G3

Oggi, tra i possibili rivestimenti di una facciata ventilata è possibile scegliere anche la nuova tecnologia a secco in lastre Gyproc Glasroc® X, senza giunti a vista, rasata e rifinita con pittura colorata, unitamente al pannello isolante Isover X60 VN G3.

Un sistema unico nel suo genere: permette infatti di unire la possibilità di una finitura tradizionale con i vantaggi di una facciata ventilata, quindi isolata termicamente e acusticamente.

Grazie alle sue caratteristiche tecniche e all’ottimale comportamento al fuoco (si tratta di un pannello incombustibile in Euroclasse A1 di reazione al fuoco), è consigliabile utilizzare il pannello Isover X60 VN G3 nell’intercapedine delle facciate ventilate, indipendentemente dal rivestimento scelto, in modo da realizzare una soluzione in grado di combinare al meglio aspetti prestazionali e di sicurezza.

Tra le soluzioni offerte da Saint-Gobain Italia, Gyproc Glasroc® X rientra tra le più recenti innovazioni tecnologiche, idonea non sono per la realizzazione di facciate ventilate, ma anche di sistemi costruttivi a secco, controsoffitti in aree esterne non esposte e/o con condizioni di umidità severe, oppure come base per le applicazioni nei sistemi a cappotto).

Viviamo l’ambiente bagno con stile, iniziando dalla parete doccia!

parete doccia

La parete doccia è sicuramente uno degli elementi d’arredo che più caratterizza il nostro bagno. Infatti, tra tutti gli ambienti della casa, il bagno è sempre stato quello che rappresenta un posto dove poter passare del tempo da dedicare a sé stessi e alla cura del proprio corpo. Proprio per questo è anche uno dei più utilizzati da tutta la famiglia e col tempo può rendersi necessario un suo rinnovamento.

I motivi per scegliere una soluzione, come una parete doccia in vetro, ad elevato impatto estetico, funzionale all’uso quotidiano possono essere svariati. Scopri le soluzioni Saint-Gobain, un mix di estetica e praticità in grado di creare un gioco di trasparenze che rende il bagno raffinato e moderno.

Perché scegliere una parete doccia in vetro?

Le lastre di vetro a protezione dell’ambiente doccia, senza chiudere o limitare la stessa, sono certamente la nuova moda nei progetti bagno. La trasparenza della semplice lastra fa acquistare eleganza alla stanza lasciando a vista la zona doccia. Inoltre lo spazio di una cabina formata con una parete doccia in vetro è, solitamente, più ampio rispetto a quello di un box tradizionale.

Saint-Gobain, con il marchio Logli Massimo, propone una serie di soluzioni per parete doccia adatte a questo scopo. Prodotti ad alto tasso tecnologico, sicuri, affidabili, di design e su misura: sistemi scorrevoli in acciaio o alluminio, ma anche soluzioni con porte a battente. Tutte soluzioni che presentano linee pulite e finiture di alto livello certificate dai laboratori TUV. Serie Giumax, LMDoccia, la collezione di accessori Square e CHD, realizzati con i migliori materiali e con totale assenza di fissaggi a vista, diventano non solo strumenti funzionali ma elementi di design all’altezza di ogni progetto.

I rigidi test della procedura EN 14428 certificati da TUV Italia, garantiscono la qualità dei prodotti. 20.000 cicli di apertura/chiusura, corrosione, azione di agenti aggressivi, test sulla ritenzione dell’acqua e sulla resistenza all’invecchiamento delle finiture, sono garanzia per la tua parete doccia  di durabilità di materiali e finiture.

In combinazione con i migliori vetri Saint-Gobain Glass come SGG Timeless assicuri alla tua parete doccia una lunga vita e resistenza anti-corrosione e depositi di calcare senza paragoni, un’incredibile facilità di pulizia e una trasparenza inimitabile nel tempo e garantita 10 anni!

Per approfondimenti visita: https://it.saint-gobain-building-glass.com/it/la-doccia-saint-gobain.

Parapetto in vetro: sicurezza e design in un unico sistema

parapetto in vetro

Nasce come elemento di protezione, per evitare cadute accidentali da un balcone, una terrazza, una scala, o dove ci sono dislivelli tra diversi piani. Ma negli anni ha assunto un ruolo sempre più importante all’interno o all’esterno delle nostre case. Parliamo del parapetto, che può diventare un vero e proprio complemento di arredo di design.

E tutti noi sappiamo quanta attenzione e quanto impegno mettiamo nella scelta di un oggetto d’arredo. Questo perché contribuiscono a caratterizzare un ambiente e ci aiutano a regalargli il nostro tocco di personalità, in linea con esigenze e gusti. Dallo stile minimal o più ricercato alla linea pulita o con componenti a vista, esclusivamente in vetro, con borchie, montanti in metallo. E molto altro ancora!

Ma come scegliere il giusto parapetto coniugando sicurezza, funzionalità ed estetica?

Innanzitutto, consigliamo di affidarsi sin dalle prime fasi della progettazione ai professionisti del settore, che conoscono bene le normative e possono occuparsi della corretta posa del parapetto, suggerendo anche la personalizzazione ideale. Poi, naturalmente, scegliere i giusti materiali.

I sistemi Saint-Gobain a marchio Logli Massimo consentono di usare il vetro combinando la massima trasparenza e l’assoluta sicurezza. Il tutto con ridotto spessore, capacità di armonizzarsi in ogni contesto e restituire al parapetto un design moderno e tecnologico.

Gli innovativi prodotti a fascia della gamma Defender assicurano il pannello verticale trasparente o con motivi opportunamente studiati, assicurando il massimo grado di protezione e allo stesso tempo la perfetta visibilità. Un parapetto ideale per ogni ambito, dal privato al pubblico, e in tutte le situazioni in cui si vuole godere della migliore esperienza visiva. Le linee moderne e minimali dei profili si prestano ad ogni tipo di personalizzazione attraverso l’ampia scelta di finiture e colori. Inoltre, i led incorporabili rendono la luce del vetro tangibile, fisica e scenografica anche nelle ore notturne.

Idonei per installazioni sia interne che esterne, i profili Defender sono estremamente resistenti e sono in grado di rispondere ai severi test di tutti i principali Paesi europei. L’installazione semplice e rapida di questo parapetto vanta l’esclusivo sistema brevettato per la tenuta e la regolazione delle lastre di vetro che, non necessitando di lavorazioni aggiuntive come fori o sagomature, garantiscono la massima resistenza. La serie Defender è composta da vari modelli e numerose finiture e accessori, per tutte le esigenze e per ogni ambiente.

Tutti i dettagli sul sito www.loglimassimo.it.

Il nostro contributo per il Centro di Comunità di Ussita

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È stato inaugurato sabato 25 luglio il Centro di Comunità Papa Francesco di Ussita, in provincia di Macerata, donato proprio dal Pontefice e fortemente voluto dall’arcivescovo di Camerino Francesco Massara, per offrire un segnale di speranza alla popolazione dopo i terremoti avvenuti tra il 2016 e il 2017.

La struttura, che svolgerà la funzione di luogo di incontro, si propone come ‘casa comune’ con lo scopo di cementare all’interno della comunità l’unione e la condivisione, per lasciarsi alle spalle le difficoltà di una ricostruzione che fa ancora fatica a decollare.

Saint-Gobain in Italia ha contribuito all’opera con la propria Fondazione Saint-Gobain. È stato inoltre offerto un significativo contributo economico e pratico di materiali per l’innovativo sistema costruttivo brevettato XYLIVING, che rispecchia appieno la missione del Gruppo: progettare, produrre e distribuire materiali per la sicurezza e il comfort abitativo di ciascuno di noi e il futuro di tutti. Le soluzioni Saint-Gobain sono infatti pensate per costruire edifici più efficienti dal punto di vista energetico, ridurre i consumi e le emissioni inquinanti, il tutto nel rispetto dell’ambiente grazie ad una strategia che si fonda prevalentemente sull’innovazione tecnologica e nell’utilizzo efficiente delle risorse naturali.

Non da ultimo, la Responsabilità Sociale è parte integrante della cultura aziendale, e la Solidarietà tra i principi più importanti.

Per approfondimenti su XYLIVING visita www.saint-gobain.it/xyliving

Per approfondimenti sulla Fondazione Saint-Gobain visita www.saint-gobain.it/gruppo/fondazione-saint-gobain.

Divisori in vetro: come evitare il contagio nei luoghi pubblici

meccanoglass

Oggi è fondamentale proteggere la propria salute evitando il rischio di contagio nei luoghi pubblici e privati, come uffici, bar, ristoranti e negozi. Per questo Saint-Gobain, con il marchio Logli Massimo, ha sviluppato dei sistemi divisori in vetro, delle vere e proprie barriere di protezione modulari, funzionali e pronte per l’installazione: MeccanoGlass. Si tratta di un sistema componibile per schermi, pareti divisorie o qualunque altra idea per organizzare il piano di lavoro.

Ma perché scegliere dei divisori in vetro come barriere di protezione?

Il vetro, rispetto ad altri materiali utilizzati per i divisori, ha delle caratteristiche che lo rendono perfetto come barriera antibatterica. Infatti, oltre ad essere assolutamente trasparente:

  • è stabile, grazie al suo peso specifico (2,5 kg/m3)
  • è resistente ai graffi con i normali strumenti di pulizia per i divisori in vetro
  • non ingiallisce, anche se pulito frequentemente
  • è riciclabile al 100%, quindi è un materiale sostenibile (EDP)
  • è elegante e di classe per sempre, in quanto le sue caratteristiche rimangono invariate nel tempo.

Si tratta di divisori in vetro facili da pulire con detergenti classici e con prodotti a base di alcool consigliati per l’igienizzazione delle superfici. In ultimo, ma non meno importante come plus, sono prodotti resistenti al fuoco e non inquinanti poiché il materiale è ignifugo e non emette VOC.

Il dipartimento di Ricerca & Sviluppo del marchio Logli Massimo di Saint-Gobain ha inoltre sviluppato soluzioni per rendere più rapido e semplice il montaggio dei divisori in vetro: il sistema MeccanoGlass, con l’innovativo meccanismo di connessione “Easyclip” per la realizzazione di barriere di protezione facilmente installabili. Grazie anche alla connessione dei profili a 2, 3 o 4 vie, MeccanoGlass è versatile e modulare, oltre a dare la possibilità di integrare facilmente passa documenti e passavoce. È predisposto per montare i prodotti STADIP® 33.1 e STADIP® PROTECT 33.2 a marchio Saint-Gobain Glass, vetri stratificati di sicurezza anti-ferita, che offrono un eccellente livello di sicurezza, in quanto composti da due o più lastre di vetro unite tra loro, tramite un processo di adesione stabile nel tempo.

In caso di rottura, il vetro non rilascia frammenti pericolosi e rimane in opera fino alla sostituzione. Inoltre, non tutti sanno che la SARS-CoV-2 rimane sulle superfici in vetri 4 giorni, a differenza di altri materiali, come ad esempio la plastica (7 giorni).*

Infine, l’acquisto di questi sistemi di protezione consente l’accesso alle agevolazioni fiscali fino al 50%.

Anche l’occhio vuole la sua parte!

Uniamo all’efficienza anche eleganza di materiali e finiture, minimalismo e dettagli costruttivi. La resa estetica di questi divisori in vetro è perfetta, grazie alla connessione a scomparsa “EasyClip”. La necessità di proteggerci da un possibile rischio di contagio resta una tematica importante nel prossimo futuro e per questo è bene fare delle scelte efficaci e orientarsi su soluzioni professionali.

Proteggiti al meglio, scegli i sistemi Logli Massimo di Saint-Gobain!

* Fonte: Articolo rivista “The Lancet” del 20 aprile 2020