Infiltrazioni d’acqua da bagno sovrastante: come prevenirle

Infiltrazioni d'acqua da bagno sovrastante

Le infiltrazioni d’acqua rappresentano un problema piuttosto comune nell’ambito dell’edilizia abitativa, un fenomeno in grado di compromettere l’integrità delle strutture e al tempo stesso il comfort abitativo. Perdite particolarmente copiose, infatti, sono in grado di ledere gli strati superficiali delle murature, provocando l’ammaloramento o il distacco dell’intonaco.  Le infiltrazioni inoltre contribuiscono alla formazione di macchie e di muffa che compromette la salubrità dell’aria all’interno degli ambienti, oltre a danneggiare l’estetica delle pareti o del soffitto. Molto spesso, le infiltrazioni provengono da un bagno sovrastante, ossia collocato al piano superiore, in coincidenza della stanza danneggiata dall’acqua filtrata attraverso la muratura. 

Come individuare le infiltrazioni 

Allo scopo di accertare che determinati danni siano correlati ad infiltrazioni d’acqua provenienti dal bagno sovrastante è necessario effettuare un’apposita verifica tecnica. A tale scopo, bisogna interpellare un idraulico oppure un tecnico, il quale si farà carico di un’ispezione dei locali interessati dalla possibile infiltrazione. Una volta accertato che non si tratti di un semplice accumulo di umidità, il tecnico incaricato deve procedere all’ispezione del bagno sovrastante, previo il consenso del proprietario dell’appartamento. Se non ci sono tracce evidenti di perdite o danneggiamenti, è necessario testare gli impianti, sia quello idrico che del riscaldamento (se presente), mettendoli sotto pressione. Successivamente, bisogna controllare i tubi di scarico, eseguendo anche un test di tenuta. Questa procedura è utile ad individuare anche le infiltrazioni da appartamento sovrastante che non abbiano origine nel bagno ma in un altro ambiente.  

Prevenire le infiltrazioni dal bagno sovrastante 

L’unico modo per prevenire le infiltrazioni dal bagno sovrastante è realizzare impianti a norma secondo la regola dell’arte, senza trascurare la manutenzione ordinaria. In aggiunta, è indispensabile predisporre dei controlli tecnici periodici su impianti, tubature e scarichi vetusti o obsoleti. In presenza di guasti o malfunzionamenti, bisogna procedere in maniera tempestiva agli interventi necessari al ripristino della funzionalità del segmento di impianto idrico che serve il lavabo, i sanitari e la doccia. In sostanza, la maggior parte delle misure preventive ricade sul proprietario del bagno sovrastante e riguarda il sistema idraulico dell’abitazione. 

Gli interventi di impermeabilizzazione delle superfici che possono venire a contatto con l’acqua (pareti e pavimento del bagno), se eseguiti con prodotti idonei e applicati in modo corretto, evitano i problemi delle infiltrazioni d’acqua. I lavori di questo tipo possono essere effettuati sia durante la costruzione ma anche col rifacimento del bagno.

Nello specifico, è consigliabile utilizzare prodotti impermeabilizzanti idonei alla tipologia di struttura, sia per le pareti, sia per il pavimento prima della piastrellatura. L’applicazione di una guaina impermeabilizzante (elasto-cementizia o liquida) è fondamentale per isolare completamente la struttura. Per fare ciò, dopo la posa del massetto in cemento o sul calcestruzzo, si procede con l’applicazione del prodotto impermeabilizzante scelto, prestando particolare attenzione al trattamento dei punti critici (giunzioni parete-pavimento o parete-parete) attraverso il rinforzo con speciali bandelle elastiche in grado di dare continuità all’impermeabilizzazione. Successivamente, è possibile rivestire il pavimento con le piastrelle, avendo cura di sigillare le fughe con un prodotto ad elevate prestazioni che non lasci filtrare l’acqua tra le intercapedini. 

I prodotti Saint-Gobain Italia da utilizzare 

Gli interventi di impermeabilizzazione risultano tanto più efficaci se realizzati con prodotti di qualità come quelli di Saint-Gobain Italia.
In particolare, è possibile attingere ai prodotti della gamma 
weberdry di Weber per trovare tutto quanto necessario. Per il blocco istantaneo di infiltrazioni a parete, pavimento e soffitto è possibile ricorrere al cemento impermeabilizzante weberdry bloc. 

Gli interventi di impermeabilizzazione dei pavimenti, invece, richiedono una guaina elasto cementizia impermeabilizzante come weberdry elasto1 top, monocomponente e versatile, è piastrellabile dopo sole 24 ore.  

 

 

#FaiConIMakers, Seby Torrisi completa il vano portattrezzi con serranda

Il progetto di Seby Torrisi in collaborazione con Saint-Gobain Italia, ossia realizzare un cabinato con serranda all’interno del proprio garage, giunge alle fasi finali con l’installazione del cartongesso e le predisposizioni per i collegamenti elettrici. In tal modo, il vano portattrezzi potrà ospitare una stampante laser (al riparo dalla polvere) e i punti elettrificati per alimentare gli elettroutensili, oltre ai comandi del sistema di illuminazione interna che verrà realizzato successivamente. 

Il collegamento con la scatola di derivazione 

Il primo intervento effettuato da Seby riguarda il lato del vano che si trova più vicino ad una cassetta di derivazione installata in precedenza. Per facilitare il passaggio dei fili che raggiungeranno l’interno del cabinato, il maker siciliano pratica un’incisione sul profilo a ‘U’ che aveva lasciato precedentemente ‘in sospeso’, ossia non ancorato alla trave in calcestruzzo. L’incisione consente l’inserimento di un tubo in PVC che, dalla scatola di derivazione esterna, raggiunge il profilo in lamiera zincata; in tal modo, la corrente elettrica potrà essere portata alla cassetta inserita nella lastra di cartongesso. 

La posa del primo pannello di cartongesso  

Il passaggio successivo consiste nella posa della pannellatura in cartongesso; Seby procede in questo modo: 

  • Misura il perimetro della superficie da tamponare; 
  • Riporta le misure sulla lastra di cartongesso; 
  • Effettua i tagli più grandi con un cutter; 
  • Piega la lastra verso il basso e poi la spinge verso l’alto, così da staccare la parte ritagliata in maniera precisa; 
  • Sagoma il profilo in modo tale che sia congruente con la trave del soffitto e il battiscopa; per questo taglio utilizza un seghetto alternativo; 
  • Fissa la lastra di cartongesso all’intelaiatura in lamiera zincata, utilizzando apposite viti filettate poste a 30 cm le une dalle altre. 

Le predisposizioni per i collegamenti elettrici 

Fissata la prima pannellatura, Seby si dedica alle predisposizioni propedeutiche all’elettrificazione dei punti interni al cabinato. Per prima cosa, installa una scatola di derivazione (specifica per cartongesso) seguendo un procedimento molto semplice: 

  • Segna gli angoli della scatola sulla parete; 
  • Realizza quattro fori di grosse dimensioni con una fresa a tazza; 
  • Ritaglia il cartongesso in eccesso per ricavare un vano della forma della scatola di derivazione; 
  • Fissa la cassetta stringendone le viti (queste fanno scivolare dei gancetti di fissaggio che permettono di ancorare il retro della scatola alla lastra). 

A questo punto, Seby inizia a lavorare sul pannello che riveste la parte interna della stessa parete. Seguendo lo stesso procedimento sopra descritto, inserisce due scatoline 503 (quelle per prese e interruttori). Prima di fissare il pannello sagomato, le collega tra loro – e con la scatola di derivazione interna – tramite il passaggio del corrugato. Fatto ciò, fissa anche la seconda lastra di cartongesso e completa il rivestimento della prima parete. Allo stesso modo, realizza il tamponamento del lato opposto del cabinato. 

Infine, Seby decide di chiudere anche la parte alta del vano per nascondere il meccanismo della serranda rendendo, al contempo, la parte ‘smontabile’, nel caso in cui sia necessario effettuare interventi di controllo o manutenzione. A tale scopo, il maker siciliano stacca l’asta saldata all’intelaiatura; dopo aver praticato dei fori alle estremità, fissa sul retro un profilo in alluminio (dello stesso spessore del pannello di cartongesso). Dopo aver ritagliato una porzione di lastra abbastanza grande da tamponare tutta la superficie, monta la staffa metallica al telaio, utilizzando due viti a brugola. 

I prodotti Saint-Gobain Italia utilizzati da Seby 

Anche questa volta, Seby Torrisi ha potuto contare sul supporto di Saint-Gobain Italia, che ha messo a disposizione svariati prodotti. Le lastre di cartongesso Gyproc Habito Forte, caratterizzate da un’elevata resistenza ai carichi; dello stesso brand anche le viti filettate utilizzate per il fissaggio della pannellatura. Per le lavorazioni riguardanti la staffa in metallo, Seby si è avvalso dei prodotti a marchio Norton Abrasivi; in particolare, il maker siciliano ha adoperato dischi da taglio e da sbavo per tagliare la saldatura ed eliminarne i residui. 

 

 

Come impermeabilizzare una cantina

impermeabilizzare cantina

Le cantine e, più in generale, i locali interrati, presentano spesso problemi legati all’umidità. Non di rado, infatti, le strutture a contatto con il terreno possono essere soggette sia a infiltrazioni laterali di acqua sia a fenomeni di umidità di risalita capillare. In entrambi i casi, l’origine del problema consiste in un’impermeabilizzazione inadeguata o completamente assente. Pertanto, per evitare che le superfici interne vengano progressivamente degradate dalla presenza di umidità è necessario procedere con la realizzazione di uno strato protettivo di impermeabilizzazione attraverso un opportuno ciclo di intonacatura. In questo articolo, vedremo come effettuare un intervento di questo tipo e quali materiali impiegare per ottenere un risultato soddisfacente.

Prima fase: rimozione dell’intonaco

La prima cosa da fare quando si intende procedere all’impermeabilizzazione di una cantina o di un vano interrato è rimuovere l’intonaco ammalorato. Nel caso in cui quest’ultimo risulti molto spesso e compatto, è consigliabile adoperare un piccolo martello demolitore; diversamente, possono bastare martello e scalpello. Lo scopo di questo primo intervento è quello di portare a nudo completamente la struttura muraria sottostante: nel caso delle cantine, in particolare, è probabile che l’intonaco ricopra un’opera realizzata in pietra o mattone. Il consiglio, quindi, è di procedere con cautela, cercando di non danneggiare la superficie della struttura. Completata la rimozione dell’intonaco, è bene lasciar asciugare le pareti così da ridurre il tasso di umidità interna (a tale scopo, meglio approntare i lavori durante il periodo estivo).

Seconda fase: ripristino e impermeabilizzazione delle superfici

Nel caso che la cantina abbia pareti in muratura occorre verificare la consistenza della malta dei giunti, in quanto l’umidità nel tempo potrebbe averne comportato un degrado. In tal caso occorre procedere ad un ripristino degli stessi mediante apposita malta cementizia da muratura.

Nel caso siano presenti pareti in cemento armato, invece, è probabile che l’umidità nel tempo abbia comportato ammaloramenti puntuali sia al calcestruzzo sia ai ferri di armatura. In questi casi, laddove risultino zone di calcestruzzo non omogenee come ferri distanziatori, vespai e riprese di getto, queste dovranno essere scalpellate per almeno 3 cm, le armature dovranno essere completamente liberate e successivamente trattate con malta passivante e i volumi mancanti ricostruiti con idonea malta cementizia da ripristino.

Una volta preparate le superfici, si potrà procedere all’ impermeabilizzazione, avendo cura di bagnare preventivamente i supporti. In caso di murature può essere utilizzato un intonaco osmotico, in caso di strutture in cemento armato può essere posata una boiacca osmotica applicabile in almeno due mani incrociate con una pennellessa da muratore.

Terza fase: rettifica e finitura

Un intervento di riqualificazione di una cantina, per essere eseguito a regola d’arte richiede uno specifico trattamento di finitura da realizzare con idonei intonaci da risanamento, al fine di limitare la formazione di condensa superficiale che può esser causa del proliferarsi di muffe. In genere, si procede in questo modo:

  • Il giorno dopo aver eseguito l’applicazione del prodotto impermeabilizzante, viene applicato sulle superfici un primo strato (rinzaffo) dell’intonaco da risanamento al quale fa seguito, il giorno successivo, l’applicazione del vero e proprio strato di intonaco.
  • A stagionatura avvenuta degli intonaci, si procede all’esecuzione di una rasatura al fine di rifinire esteticamente le superfici in questione.
  • La tinteggiatura, da eseguire quando lo strato di rasatura si è completamente asciugato, può essere effettuata con pitture idonee per il risanamento previo utilizzo di relativo primer in funzione del prodotto verniciante scelto. Utensili e materiali da utilizzare

I prodotti Saint-Gobain da utilizzare

Per gli interventi sopra descritti è possibile fare riferimento alle soluzioni di Saint-Gobain Italia e, in particolare, ai prodotti a marchio Weber: per l’intervento di impermeabilizzazione è possibile ricorrere a weberdry bloc, un cemento impermeabilizzante istantaneo per sigillare stillicidi e superfici trasudanti mentre per l’intervento successivo è consigliabile optare per weberdry OSMO, un intonaco impermeabilizzante o weberdry OSMO cls (malta impermeabilizzante) in caso di pareti in cemento armato. Invece, il prodotto da utilizzare è webertec ripara40 o ripararapido40 (nella sua versione rapida), una malta tixotropica specifica per il trattamento di elementi strutturali in calcestruzzo armato.

L’intonaco da risanamento da utilizzare quale limitatore di condensa è il webersan thermo evoluzione, bianco alleggerito e fibrato per la deumidificazione e l’isolamento termico di murature.

Per le fasi di finitura, si consiglia il rasante cementizio webersan evofinitura e per la pittura il webercote siloxcover L, pittura colorata ai silossani, previo utilizzo del primer weberprim RC14.

 

 

Isolamento in intradosso tra le travi per una mansarda abitabile

isolamento in intradosso

Le case con il tetto a falda spiovente offrono spesso la possibilità di ricavare uno o più ambienti abitabili all’interno della mansarda; una soluzione di questo tipo pone anzitutto problemi di natura tecnica, legati alla necessità di implementare un adeguato isolamento termico e acustico delle strutture dall’intradosso (ossia il lato inferiore del tetto). In questo articolo vedremo quali sono gli interventi da realizzare per isolare in maniera efficace il sottotetto di una mansarda abitabile e quali sono i prodotti e i materiali da utilizzare.

Quali materiali e utensili occorrono

La prima cosa da fare quando ci si appresta ad effettuare un intervento di questo tipo è procurarsi tutti i prodotti, i materiali e gli utensili necessari allo scopo. Nello specifico, per i lavori di isolamento dell’intradosso della copertura servono:

  • Profili metallici a ‘U’ e a ‘C’;
  • Accessori per vincolo profili;
  • Pannelli isolanti in lana minerale;
  • Lastre in cartongesso;
  • Taglierino/cutter per taglio lastre in cartongesso;
  • Cesoie-forbici per taglio struttura metallica;
  • Viti filettate;
  • Trapano avvitatore;
  • Stucco a base gesso e nastri per stuccatura giunti;

Prima fase: la posa dei pannelli isolanti

Il primo step per l’isolamento termico e acustico del tetto della mansarda consiste nella posa dei pannelli isolanti in lana minerale, che andranno posizionati tra una trave e l’altra del tetto in legno. Se le intercapedini tra le travi hanno una larghezza inferiore a quella dei pannelli, questi ultimi devono essere tagliati, così da poter essere inseriti tra due travi successive: il consiglio è quello di sagomare il materiale isolante lasciando qualche centimetro in più in larghezza, così da farlo aderire perfettamente all’interno dell’intercapedine. È bene ricordare come il fissaggio dei pannelli isolanti non richieda l’utilizzo di alcun tipo di collante.

Seconda fase: la realizzazione della struttura metallica

Una volta completata la posa dei pannelli isolanti, è possibile procedere nell’allestimento della struttura metallica che sorreggerà le lastre di cartongesso. Le guide a U verranno vincolate lungo il perimetro delle pareti che limitano gli ambienti, mentre i profili a C verranno fissati con senso perpendicolare alle travi della copertura mediante opportuni accessori. I profili a C avranno un interasse massimo di 600 mm. Importante sarà contornare con la struttura metallica eventuali aperture come finestre e lucernari. In tal modo, si crea un’intelaiatura che ricopre tutta la superficie dell’intradosso che aderisce alle travi del sottotetto.

Terza fase: posa del telo con funzione di barriera al vapore

Completata la struttura metallica, si procederà con l’installazione del telo con funzione di barriera al vapore, al fine di evitare la possibile formazione di condensa. Il telo verrà applicato ai profili a C mediante nastro adesivo.

Terza fase: fissaggio dei pannelli in cartongesso

L’intervento di isolamento dell’intradosso di una mansarda si completa con la posa delle lastre in cartongesso. Le lastre andranno posate in senso perpendicolare ai profili a C della struttura metallica, accostandole in modo da sfalsare i giunti. Le lastre vanno fissati all’intelaiatura con le viti filettate, posizionandole a 20 cm le une dalle altre. Una volta completata la copertura con le lastre di cartongesso, è possibile rifinire le superfici stuccando i giunti tra le lastre e le teste delle viti con lo stucco a base gesso. Completata l’asciugatura dello stucco, è possibile pitturare l’intera superficie.

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Per isolare l’intradosso di una mansarda abitabile, è possibile far ricorso a diversi prodotti del catalogo multimarca di Saint-Gobain Italia. I profili Gyproc Gyprofile in lamiera di acciaio zincato sono la soluzione ottimale per realizzazione dell’intelaiatura di supporto, in quanto privi di cromo, anticorrosivi e dielettrici. Per l’isolamento dell’intradosso, invece, si può ricorrere a Isover T-70, pannelli isolanti in lana minerale, privi di rivestimento, realizzati con materie prime di origine naturale e un legante a base di materie organiche e vegetali. Come freno a vapore, Isover Vario KM Duplex rappresenta la soluzione ideale, in quanto, adattandosi alle diverse condizioni di umidità, evita la formazione di condensa all’interno delle strutture in legno. Infine, il prodotto giusto per la pannellatura in cartongesso sono senz’altro le lastre Gyproc Habito Activ’Air®, una lastra a densità incrementata realizzata in gesso additivato con fibre di vetro; questa particolare conformazione conferisce al pannello un’elevata durezza superficiale e un’ottima resistenza meccanica. Inoltre la tecnologia Activ’Air® permette di ridurre la formaldeide presente negli ambienti interni, migliorando la qualità dell’aria che respiriamo.

 

Al via la nuova campagna pubblicitaria di Saint-Gobain Italia

campagna-saint-gobain

Da domenica 6 giugno esordisce la nuova campagna pubblicitaria di Saint-Gobain Italia che prevede oltre 700 passaggi televisivi. Di questi, 327 sono in programma sui canali RAI (incluso RAI Play dal 6 all’11 luglio, e con una copertura televisiva dal 6 giugno all’26  giugno) e ben 6 verranno messi in onda durante lo svolgimento delle gare del Campionato Europeo di calcio. Gli altri passaggi – 392 – saranno trasmessi da La7.

L’iniziativa conferma come Saint-Gobain Italia stia orientando la propria comunicazione verso un bacino di pubblico sempre più ampio, per promuovere la propria immagine di produttore di materiali da costruzione ad elevate prestazioni e di soluzioni innovative per il risparmio energetico e la tutela ambientale.

Lo spot, realizzato in sei versioni differenti (una da 30’’, quattro da 15’’ e una da 7’’), descrive i vari tipi di comfort che possono essere implementati grazie alle soluzioni proposte da Saint-Gobain per migliorare la qualità della vita, dal punto di vista termico, acustico e visivo. Una versione dello spot si focalizza, in particolare, su specifiche soluzioni per l’impermeabilizzazione.

I PROTAGONISTI SONO I MATERIALI

La campagna pubblicitaria verte sulla fusione tra linguaggio tecnico ed artistico, dalla quale scaturiscono ambientazioni suggestive in cui le soluzioni tecnologiche d’avanguardia si integrano con la creatività. Questa perfetta sintonia cattura l’attenzione dello spettatore e, al contempo, lascia spazio all’immaginazione.

Lo spot fa leva su un’estetica di ispirazione surrealista e, al contempo, sulle più sofisticate tecniche di visualizzazione architettonica e di interior design.

Ogni scena fa riferimento all’eccellenza italiana come marchio distintivo. La campagna vuole così rivolgersi ad un pubblico che, circondato dall’arte e dalla bellezza, apprezza lo stile e la cura del dettaglio, senza tralasciare l’affidabilità nel tempo, ovvero i valori che contraddistinguono l’innovazione firmata Saint-Gobain.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL COMUNICATO

 

 

#FaiConIMakers: Makers At Work completa la controsoffittatura in cartongesso

Makers at Work 4

Procedono speditamente i lavori di completamento di un ufficio all’interno del capannone di Marco, il socio di Giuseppe Conte, uno dei maker con i quali Saint-Gobain Italia collabora fornendo assistenza tecnica e materiale. Completata la struttura perimetrale, il team di Makers at Work si occupa dell’allestimento di un controsoffitto, anch’esso in cartongesso, con il relativo isolamento termoacustico.

L’assemblaggio dell’intelaiatura del controsoffitto

Il primo passaggio da implementare per la posa del controsoffitto è la realizzazione di un’intelaiatura leggera, costituita da appositi profili a ‘U’ in lamiera zincata, che si sviluppa al di sotto della struttura portante in legno lamellare, già allestita in precedenza. Giuseppe Conte ed il suo staff seguono un procedimento ben preciso che prevede i seguenti passaggi:

  • Fissare le guide perimetrali alle pareti, dopo aver segnato le misure sulla parete con l’ausilio di un laser;
  • Assemblare le guide a ‘U’, allestendo per primi i supporti secondari, ossia quelli più corti, così da evitare che la struttura possa imbarcarsi durante le operazioni di montaggio;
  • Completare la controsoffittatura a doppia orditura con il fissaggio dei supporti dorsali, lasciando un interasse da 60 cm; il fissaggio avviene per mezzo di una serie di apposite staffe metalliche (il “giunto lineare”);
  • Per una precisa scelta personale, Giuseppe Conte e il suo staff decidono di applicare i giunti ‘sfalsati’, ossia su due lati diversi;
  • Assicurare la controsoffittatura al telaio in legno tramite l’inserzione di tiranti a sospensione, che permettono di regolare l’altezza dell’intera struttura (grazie alla presenza di un cavo metallico), così da avere una superficie perfettamente in bolla.

Terminato l’assemblaggio della struttura in lamiera, viene collocato pannello isolante in lana di vetro, non rivestito, per implementare un adeguato isolamento termo-acustico dell’ufficio rispetto al resto del capannone. I rotoli vengono srotolati in lunghezza, fino a ricoprire completamente la superficie che verrà poi chiusa dalla pannellatura in cartongesso.

La posa del rivestimento in cartongesso

Dopo aver ultimato l’assemblaggio della struttura portante del controsoffitto, con il relativo isolamento, il team di Makers at Work può dedicarsi all’installazione dei pannelli in cartongesso. Poiché si tratta di lastre di grandi dimensioni (120 cm di lunghezza), per sollevarle viene utilizzato un apposito dispositivo, ovvero un alzalastre telescopico, così da facilitare le operazioni di montaggio. Una volta sollevato e collocato correttamente in posizione, ciascun pannello viene fissato alla struttura in lamiera zincata con delle viti filettate. Poiché la superficie del soffitto non coincide perfettamente con le dimensioni dei pannelli, la parte che resta scoperta (20 cm) verrà tamponata con una porzione di lastra di cartongesso appositamente sagomata.

Il supporto di Saint-Gobain Italia: i prodotti utilizzati

Anche questa fase del complesso e ambizioso progetto di Giuseppe Conte ha beneficiato del supporto di Saint-Gobain Italia, che ha messo a disposizione diversi prodotti, oltre a fornire assistenza tecnica.

La realizzazione della controsoffittatura a doppia orditura è stata implementata utilizzando i profili Gyproc Gyprofile, un prodotto anticorrosivo, dielettrico (evita la formazione di cariche elettrostatiche), ecologico (il rivestimento è privo di cromo) e antifingerprint, ossia rappresenta una barriera al contatto cutaneo. Il brand Gyproc ha fornito anche le lastre di fissaggio dei profili, indispensabili per conferire alla struttura la necessaria stabilità.

Per il tamponamento del controsoffitto è stata scelta, la lastra Habito Activ’Air®, la cui tecnologia è mirata all’assorbimento dei Composti Organici Volatili, in modo tale da migliorare la salubrità dell’aria che circola negli ambienti interni. L’isolamento, invece, è stato realizzato impiegando Isover AcustiPAR 4+, un rotolo di lana di vetro idrorepellente e privo di rivestimento, prodotto con un legante a base di materie prime di origine naturale che assicura un adeguato isolamento termico ed acustico.

 

 

 

Parete attrezzata in cartongesso, come realizzarla

parete attrezzata in cartongesso

Largamente utilizzato nell’edilizia abitativa (così come in quella civile in generale), il cartongesso deve il suo successo alla versatilità ed alle prerogative isolanti che lo contraddistinguono. Viene impiegato non solo per realizzare controsoffittature, contropareti (per l’isolamento acustico e termico) e tramezzi, ma è possibile ricorrere al cartongesso anche per l’allestimento di pareti attrezzate, all’interno delle quali ricavare scaffali, mensole, librerie o un vano per lo schermo TV. In questo articolo vedremo i passaggi da seguire per realizzare una struttura di questo tipo e quali sono i materiali necessari.

L’occorrente: utensili e materiali

L’allestimento di una parete attrezzata in cartongesso per soggiorno richiede i seguenti materiali:

  • Nastro biadesivo in polietilene;
  • Guide a “U” e montanti a “C” in metallo zincato per la realizzazione della struttura di supporto;
  • Staffe metalliche a ‘L’ per il fissaggio della struttura di supporto agli elementi strutturali;
  • Lastre in cartongesso;
  • Una livella;
  • Pannelli isolanti (se necessari);
  • Stucco per la rifinitura delle giunture.

Per quanto concerne gli utensili, è necessario avere a portata di mano: una smerigliatrice (con i relativi dischi da taglio e mole) per sagomare il cartongesso e le guide in metallo, viti filettate, trapano avvitatore e spatola per lo stucco.

Come procedere

Una volta raccolti tutti gli utensili e il materiale sopra citato, è possibile procedere all’allestimento di una parete attrezzata in cartongesso, adatta ad ogni ambiente domestico. I passaggi da eseguire sono i seguenti:

  • Prendere le misure, delimitando il perimetro della struttura da allestire sul pavimento, lungo le pareti e sul soffitto (se necessario); si possono segnare a matita oppure con il nastro adesivo utilizzato dai muratori;
  • Sagomare le guide a “U” in base alle misurazioni effettuate;
  • Fissare le guide al pavimento e al soffitto e i montanti perimetrali lungo le pareti utilizzando del nastro biadesivo in polietilene posto sul dorso dei profili e fissando i profili con idonei tasselli posti ad una distanza massima di 50 cm. In questa fase è fondamentale controllare che le guide siano in bolla, altrimenti l’intera struttura risulterà non allineata;
  • Posizionare i montanti verticali lungo le guide orizzontali, ponendoli ad interasse massimo di 60 cm l’uno dall’altro;
  • Sagomare le lastre in cartongesso in base alla superficie da tamponare;
  • Fissare le lastre in cartongesso ai montanti sulla parte interna della nuova parete attrezzata con viti posizionate a 25 cm di distanza le une dalle altre;
  • Inserire i pannelli isolanti in lana di vetro all’interno dell’intercapedine tra i montanti della struttura metallica, se si desidera isolare termo-acusticamente la parete;
  • Fissare le lastre in cartongesso interne ai vani ed agli scaffali (dopo l’eventuale realizzazione di collegamenti elettrici per dispositivi di illuminazione o la tv);
  • Rifinire le giunture con lo stucco.

Nel caso si tratti di parete attrezzata in cartongesso per TV, la base del vano centrale che ospiterà l’apparecchio deve essere adeguatamente rinforzata, magari tramite l’inserimento di una profilo ad “L” o un’asse di legno nella parte concava della guida.

Quali prodotti Saint-Gobain Italia utilizzare

La realizzazione ‘fai da te’ di una parete in cartongesso dalle elevate prestazioni richiede l’utilizzo di prodotti di elevata qualità, indispensabili per ottenere un risultato ottimale. Saint-Gobain Italia offre un’ ampia possibilità di scelta. Tra i prodotti a marchio Gyproc vi sono il nastro biadesivo in polietilene e le strutture metalliche Gyproc Gyprofile, un prodotto ecologico (poiché privo di cromo), dielettrico (impedisce la formazione di cariche elettrostatiche) e più resistente all’ossidazione rispetto ad altre strutture in metallo zincato.

Gyproc è il marchio di riferimento anche per quanto riguarda le lastre in gesso rivestito, con un’ampia offerta di lastre adatte ad ogni genere di esigenza tecnica e logistica. Infine, per l’isolamento termico e acustico, è possibile fare riferimento ai pannelli in lana minerale a marchio Isover, realizzati con un legante a base di materiali rinnovabili.

Per tagliare e sagomare la struttura di supporto formata dalle guide, invece, si possono utilizzare i prodotti di Norton Abrasivi, sempre appartenente al Gruppo Saint-Gobain, in particolare mole e dischi da taglio per effettuare lavorazioni di precisione.

 

 

#FaiConIMakers, Seby Torrisi costruisce un cabinato per attrezzi nel suo garage

cabinato-attrezzi

Seby Torrisi prosegue la riorganizzazione degli spazi all’interno del proprio garage/laboratorio. Per ottimizzare le superfici verticali a disposizione e proteggere gli utensili dalla polvere, il maker siciliano decide di realizzare un cabinato a secco, chiuso da una tapparella azionata da un motore elettrico in cui riporrà gli attrezzi e gli accessori da lavoro. Saint-Gobain Italia affiancherà ancora una volta Seby, fornendogli i materiali e gli strumenti necessari alla realizzazione di questo progetto. 

Realizzazione e posa dei pilastri in legno 

Per prima cosa, Seby procede a sgomberare e smontare le scaffalature in acciaio che occupano la parete che ospiterà il cabinato. Successivamente, prende le misure del vano, segnando il perimetro sul pavimento con il nastro adesivo. Fatto ciò, procede al taglio di due pilastri in abete piallato da 95x95mm; prende la misura dell’altezza con due listelli fissati in una morsa per ottenere un riferimento preciso, tenendo conto del leggero dislivello del soffitto. Quindi, effettua una posa di massima, posizionando i pilastri in bolla e fermandoli con dei cunei di legno.

L’assemblaggio del telaio in acciaio e la preparazione del sistema a secco 

Lo step successivo, che rappresenta la parte più laboriosa del progetto, consiste nella realizzazione del telaio in acciaio all’interno del quale scorrerà la tapparella per la chiusura del cabinato. Ecco come procede Seby: 

  • Taglia i profili (38x38mm) del telaio; 
  • Realizza dei fori sull’asse orizzontale del telaio, così da poterlo fissare al soffitto con delle viti; 
  • Salda i profili di acciaio con una giuntura angolare per poi ricoprirla con zinco spray; 
  • Utilizza una barra di recupero per delimitare la parte del telaio nella quale verrà inserito il cassone del motore che azionerà la tapparella; 
  • Fissa il telaio al soffitto con viti e rondelle, necessarie per pareggiare il leggero dislivello; 
  • Prepara due pezzi di recupero (rullo e motorino) da una serranda; con una mola elimina sbavature e residui di saldature; 
  • Fissa rullo e motorino ad un’altra barra metallica, per poi fissarla al soffitto, utilizzando anche in questo caso viti e rondelle; 
  • Taglia le guide in cui scorrerà la tapparella e le fissa al telaio metallico, inserendo una vite ogni 60 cm; 
  • Per la successiva installazione del sistema a secco, taglia su misura le guide metalliche a ‘U’ e le fissa alle superfici di supporto utilizzando un nastro adesivo in polietilene; 
  • Assicura le guide a ‘U’ al telaio ed ai pilastri utilizzando viti e piastre a ‘L’; 
  • Lascia una guida non fissata poiché da quel lato del cabinato passeranno i collegamenti elettrici per una presa interna al vano, l’alimentazione del motore della serranda e un dispositivo di illuminazione a LED. 

I prodotti Saint-Gobain Italia utilizzati da Seby Torrisi 

Per la realizzazione della prima fase del suo piccolo ma articolato progetto, Seby Torrisi si è avvalso di diversi prodotti di Saint-Gobain Italia. In particolare, per l’allestimento della struttura di supporto del sistema a secco, il maker siciliano ha impiegato il nastro biadesivo in polietilene e le guide a ‘U’ Gyproc Gyprofile a marchio Gyproc caratterizzate da un rivestimento ecologico (in quanto privo di cromo), resistente all’ossidazione e che impedisce anche la formazione di cariche elettrostatiche. Durante le operazioni di taglio delle parti in metallo del telaio della tapparella automatizzata, Seby ha fatto ricorso anche a due accessori dell’offerta di Norton Abrasivi: una mola da taglio DBX da 1 mm e una mola troncatrice a centro depresso da 3.2 mm. La successiva fase dei lavori, che prevede la realizzazione di un sistema a secco per l’allestimento delle pareti del cabinato, vedrà l’utilizzo del sistema Habito Forte di Gyproc, caratterizzato da un’elevata resistenza ai carichi, un basso assorbimento dell’umidità, praticità, durezza superficiale, resistenza al fuoco e sostenibilità. 

#FaiConIMakers, Rulof ricava un nuovo ufficio nel suo laboratorio

Rulof 3

Il progetto approntato da Rulof, ossia ristrutturare l’infernotto che si trova al di sotto del suo laboratorio sotterraneo, prosegue a piccoli passi: il maker torinese continua ad occuparsi alacremente della rimozione delle macerie che ostruiscono parte delle gallerie, un’operazione resa piuttosto complessa dalle difficoltà di carattere logistico. 

Nel frattempo, si dedica anche a piccoli interventi di muratura all’interno del proprio laboratorio: dopo aver piastrellato un angolo per installare un lavandino, Rulof ha deciso di ricavare un ufficio da un piccolo ambiente dal soffitto a volta. Anche in questo caso, Saint-Gobain Italia ha fornito il suo supporto, mettendo a disposizione materiali di elevata qualità per la realizzazione degli interventi. 

La rimozione dell’intonaco 

L’area del laboratorio nella quale Rulof ha deciso di intervenire è segnata da seri problemi di umidità, dovuti anche alla presenza di un tombino in vetromattone che lascia filtrare l’acqua direttamente dalla strada sovrastante. Le infiltrazioni sono talmente copiose da aver deteriorato in maniera irreversibile l’intonaco che ricopre la parete in mattoni; in aggiunta, sulla volta del soffitto si sono formate delle piccole stalattiti. Inevitabilmente, è stato intaccato anche il pavimento, nonostante il precedente proprietario dell’immobile avesse provato ad ovviare al problema fissando alla parete un pesante telo gommato. 

Tolto quest’ultimo, e rimossi i detriti accumulatisi sul pavimento, Rulof comincia a staccare lo strato di intonaco ammalorato che riveste la volta del soffitto e le pareti. L’operazione, nonostante l’utilizzo del martello pneumatico, si rivela faticosa e laboriosa. Per questo, il maker di origini olandesi opta per una soluzione poco ortodossa ma che si rivelerà molto efficace: modificare la punta del demolitore, saldandovi due piastrine di metallo in perpendicolare (come a formare una croce). Completata l’operazione di rimozione dell’intonaco, che ha riportato a vista la struttura in mattoni rossi, Rulof lascia asciugare le superfici per alcuni giorni, così che l’umidità ancora presente possa assorbirsi completamente. 

L’impermeabilizzazione con malta osmotica e l’intonacatura con prodotto a base calce 

La fase successiva dell’intervento consiste nell’applicazione di prodotti impermeabilizzanti, che consentano di isolare la parete dall’umidità proveniente dall’esterno. A tale scopo, Rulof miscela – con l’aiuto di una piccola betoniera – un quantitativo sufficiente di malta, applicandola con una spatola. La malta a base calce viene applicata alle superfici quando la malta osmotica è ancora umida: ciò consente al prodotto di fare maggior presa, ottenendo un risultato complessivamente migliore. Anche l’applicazione della malta a base calce viene effettuata in maniera grossolana, ma si tratta di una scelta precisa: l’idea di Rulof è quella di ottenere un effetto rustico, dando l’impressione di una grotta scavata nella pietra.Infine, realizza i collegamenti per l’impianto elettrico, così da illuminare l’ambiente grazie anche a due applique ricavate dalle due metà di una lampada, che ricopre di calce per ricreare lo stesso effetto che caratterizza la volta del soffitto. 

I prodotti Saint-Gobain Italia utilizzati 

Anche questa volta, Rulof ha potuto attingere all’offerta di Saint-Gobain Italia per i suoi interventi, utilizzando, nello specifico, due prodotti a marchio Weber. Il maker torinese ha impiegato prima weberdry OSMO, una malta impermeabilizzante osmotica, ideale per la regolarizzazione delle superfici e caratterizzata da un’elevata consistenza; successivamente, ha completato l’intervento di muratura con webersan evocalce, un particolare intonaco da risanamento a base di calce; si tratta di un prodotto premiscelato altamente indicato per la deumidificazione delle strutture con problemi di umidità; esso può essere utilizzato all’interno, all’esterno oppure sui muri contro terra. 

 

 

Umidità da condensa, come eliminarla definitivamente dalla propria casa

Umidità da condensa

L’umidità è uno dei principali problemi dell’edilizia domestica, sia perché contribuisce ad inficiare la qualità e la salubrità dell’aria, sia perché – se non trattata opportunamente – provoca danni di natura estetica e strutturale. Uno dei fenomeni che più spesso favorisce l’accumulo di umidità interna è la condensa: in questo articolo vedremo come e perché favorisce la formazione di muffe e quali sono gli accorgimenti che possono essere adottati per porvi rimedio.

Cos’è la condensa e come si forma

Il fenomeno della condensazione – comunemente chiamato anche ‘condensa’ – si verifica principalmente durante i mesi più freddi dell’anno (autunno e inverno), ossia quando gli impianti di riscaldamento interni vengono azionati con maggiore frequenza. In sostanza, la condensa è la trasformazione del vapore acqueo in particelle di acqua; questo passaggio si verifica quando l’aria calda (come quella che si forma all’interno di un’abitazione quando termosifoni ed altri dispositivi analoghi sono in funzione) viene a contatto con una superficie fredda, come ad esempio la parete perimetrale di una casa. L’escursione termica che si verifica in tali condizioni determina la comparsa della condensa; se quest’ultima non viene eliminata tempestivamente, a lungo andare la zona interessata sarà intaccata dalla muffa, sia sul lato esterno sia interno della parete.

In realtà, è possibile distinguere tra condensa superficiale e interstiziale; quest’ultima non si forma sullo strato a vista della struttura muraria ma al di sotto dello stesso, ponendo anche maggiori problemi dal punto di vista del trattamento da implementare.

Come eliminare l’umidità da condensa

L’approccio migliore per evitare tutti i problemi connessi alla formazione di condensa sulle pareti è agire preventivamente, adottando soluzioni adeguate alle necessità strutturali della propria abitazione.

L’intervento più complesso, ma anche più efficace, consiste sicuramente nell’installazione di un cappotto termico, così da migliorare l’isolamento complessivo dell’involucro. Il cappotto termico è una soluzione specifica per il lato esterno delle pareti perimetrali dell’edificio, ma un buon isolamento termico, che contrasti il problema della formazione di condensa, può essere adottato anche in interno, attraverso l’installazione di una contro parete.

Quest’ultima soluzione viene adottata soprattutto quando gli ambienti interni sono abbastanza grandi da poterli restringere per fare spazio al sistema isolante, oppure quando si vive in un appartamento condominiale e non si vuole essere vincolati dalle scelte degli altri condomini. Dal punto di vista pratico, la procedura da seguire è la medesima: dopo aver ripulito la muffa generatasi a causa della condensa sui muri, è necessario installare una struttura di supporto, all’interno della quale collocare i pannelli isolanti. L’intervento viene poi completato dalla posa di una pannellatura in cartongesso finita con una pittura specifica.

In aggiunta, è possibile adottare una serie di ‘buone abitudini’ che limitano la formazione di umidità eccessiva: evitare di lasciar asciugare i panni in casa, far areare gli ambienti (meglio se durante le ore più calde della giornata) e, in caso di eventuale rifacimento delle tinteggiature, optare per pitture traspiranti di buona qualità.

I prodotti da utilizzare

Per contrastare efficacemente la formazione dell’umidità da condensa, è necessario realizzare gli interventi descritti impiegando prodotti e materiali di elevata qualità. Saint-Gobain Italia offre ampie possibilità di scelta: i pannelli in lana di vetro Isover Extrawall 4+, Isover Mupan 4+ e Isover PAR 4+ rappresentano la soluzione ideale per isolare una parete interna dal punto di vista termo-acustico e salvaguardare, al contempo, la salubrità dell’aria.

Per le pannellature in cartongesso, invece, è possibile attingere alla gamma di prodotti a marchio Gyproc: la lastra Gyproc Habito Vapor Activ’Air®, ad esempio, realizzata in gesso rinforzato da fibre di vetro, presenta un rivestimento esterno costituito da una lamina di alluminio, che garantisce un’elevata resistenza al vapore acqueo. Infine, le pitture traspiranti a marchio Weber costituiscono l’opzione migliore per la finitura delle pareti. weberdeko gypsum, ad esempio, è la pittura specifica per cartongesso che, grazie alla sua ottima adesione, può essere applicata direttamente sulla lastra e non necessita del fissativo.

 

 

 

 

Come costruire una parete in cartongesso

Come costruire una parete in cartongesso

Il cartongesso è molto utilizzato nell’edilizia civile, tanto in ambito domestico quanto in altri contesti, soprattutto per le spiccate proprietà isolanti dei sistemi da esso costituiti. Si tratta, inoltre, di un materiale molto pratico e versatile, in quanto non richiede opere di muratura ma prevede un’installazione a secco. Anche per questo, molti amanti del fai da te si cimentano nell’allestimento di pareti, contropareti e controsoffitti in cartongesso: vediamo, di seguito, quali sono i passaggi da seguire per realizzare un sistema di questo tipo, in maniera semplice e sicura.

Cosa occorre: materiali e utensili

La prima cosa da fare è quella di procurarsi tutto l’occorrente; nello specifico, è necessario avere a disposizione i seguenti materiali:

  • Struttura metallica costituita da guide metalliche a ‘U’ e montanti metallici a ‘C’;
  • Nastro biadesivo in polietilene espanso a cellule chiuse;
  • Tasselli;
  • Pannelli di materiale isolante;
  • Lastre in gesso rivestito;
  • Viti autofilettanti;

Per quanto riguarda gli utensili, quelli indispensabili sono: matita, metro, livella, trapano o avvitatore con punta per cartongesso, foretta e tasselli in legno da utilizzare come spessore. In aggiunta, è bene avere a portata di mano anche un cutter e un coltello per tagliare i pannelli di isolante. Spatola e frattone saranno necessari per completare la finitura delle superfici con un apposito stucco per cartongesso. Gli interventi devono essere eseguiti indossando un adeguato abbigliamento tecnico, che prevede scarpe antinfortunistiche, guanti e occhiali di protezione (DPI).

Prima fase: realizzare l’intelaiatura di supporto

Intelaiatura parete cartongesso

I pannelli in cartongesso necessitano di un’intelaiatura di supporto, soprattutto se la parete rappresenta un tramezzo all’interno di una stanza in cui ricavare un altro ambiente. La realizzazione della struttura metallica passa attraverso i seguenti passaggi:

  • Prendere le misure e segnare sulle pareti e sul pavimento la traccia del perimetro della struttura da allestire. L’operazione va ripetuta anche sul soffitto;
  • Applicare uno strato di nastro biadesivo sul pavimento, lungo la traccia segnata in precedenza, fissare la guida metallica a ‘U’ e assicurarla con i tasselli, posizionandoli ad una distanza massima di 50 cm;
  • Montare le guide anche lungo la traccia sul soffitto e i montanti lungo le tracce sulle pareti; anche in questo caso, ciascun elemento va fissato con i tasselli ad una distanza massima di50 cm;
  • All’interno delle guide vanno fissati i montanti verticali, posti tra loro ad una distanza massima di 60 cm.

Il fissaggio delle lastre di gesso rivestito

Fissaggio lastre parete cartongesso

Completata la realizzazione dell’intelaiatura, è possibile dedicarsi all’allestimento della pannellatura in cartongesso. È consigliabile lasciare un margine di 1 cm tra le lastre e il pavimento, così da prevenire il fenomeno dell’umidità di risalita; a tale scopo, è possibile aiutarsi con dei semplici spessori realizzati con tasselli di legno. Fatto ciò, si può proseguire in questo modo:

  • Porre le lastre di gesso rivestito in posizione di fissaggio;
  • Assicurare ogni lastra alla struttura metallica con le viti per cartongesso, utilizzando un’apposita punta che non rovini la superficie della pannellatura;
  • Se necessario, sagomare un pannello per completare l’installazione; è consigliabile far aderire i bordi tagliati e smussati alle pareti oppure al soffitto;
  • Inserire i pannelli di materiale isolante all’interno dell’intelaiatura;
  • Completare la struttura fissando le lastre anche sull’altro lato dell’intelaiatura, seguendo i passaggi appena proposti;
  • Stuccare i giunti tra le lastre in gesso rivestito e le teste delle viti.

Quali prodotti Saint-Gobain Italia utilizzare

Per la realizzazione di una parete in cartongesso, è possibile adoperare diversi prodotti di Saint-Gobain Italia. I profili metallici Gyproc Gyprofile, anticorrosivi, dielettrici ed ecologici (in quanto privi di cromo) sono un’ottima soluzione per l’intelaiatura di supporto. Fanno parte dell’offerta Saint-Gobain Italia anche il nastro biadesivo in polietilene, diverse lastre in gesso rivestito, dalla Gyproc Flex 6 (la più sottile) alla Gyproc Habito® Forte, la più resistente ai carichi e agli urti, fino alla Gyproc Vapor, rivestita da una lamina di alluminio per renderla impermeabile al vapore acqueo. Infine, per l’isolamento termo-acustico, si può optare per l’isolante Isover Arena34, un pannello in lana minerale realizzato con un legante a base di elementi organici e vegetali.

 

 

Come eliminare i ponti termici

Ponti Termici - Come eliminarli

L’isolamento termico è una delle prerogative che maggiormente contribuisce all’efficienza energetica di un edificio; nella maggior parte dei casi, è la progettazione strutturale a determinare il grado di isolamento di una struttura abitativa. L’obiettivo, in tal senso, è quello di garantire un adeguato livello di comfort interno e raggiungere un elevato grado di benessere termoigrometrico, determinato principalmente dallo scambio di calore che avviene tra le costruzioni e l’ambiente esterno. Uno dei fenomeni che più incide, in negativo, su tali parametri è quello dei cosiddetti ponti termici: in questo articolo vedremo di cosa si tratta e quali soluzioni è possibile adottare per eliminarli.

Cos’è un ponte termico

Un ponte termico non è altro che una particolare zona interna (puntiforme o lineare) di una struttura edilizia, in corrispondenza della quale si verifica un’alterazione del flusso termico. In altre parole, si tratta di un punto (o di un segmento lineare) dell’involucro edilizio in cui si registra una maggiore dispersione del calore. Le cause di tale fenomeno possono essere geometriche o materiali: nel primo caso, il ponte termico è “costruttivo”, in quanto determinato dalla conformazione strutturale (un esempio, in tal senso, è rappresentato dall’intersezione di due pareti) di una parte dell’edificio; nel secondo, invece, è l’impiego di materiale disomogeneo a determinare una differente dispersione del calore. I ponti termici possono favorire la formazione di muffe, con conseguente impatto sulla salubrità dell’aria interna; in aggiunta, le difformità del flusso termico possono inficiare l’efficienza energetica della struttura.

Come correggere un ponte termico: soluzioni per interni ed esterni

Lo strumento più efficace per la correzione di un ponte termico è una progettazione mirata, che preveda soluzioni costruttive tali da prevenire (o limitare il più possibile) fenomeni di dispersione del calore. Nel caso in cui i ponti si verifichino in corrispondenza degli infissi, è possibile intervenire sostituendo i serramenti e installando finestre dotate di vetri termoisolanti.

Per quanto riguarda le opere in muratura, invece, è possibile effettuare appositi interventi di isolamento. L’unico intervento in grado di garantire la corretta e definitiva eliminazione dei ponti termici è rappresentata dal cappotto, da installare all’esterno dell’involucro edilizio; in alternativa, è possibile attuare specifiche soluzioni per gli interni, come ad esempio la copertura delle pareti con pannelli isolanti in lana di roccia. Naturalmente, prima di procedere con una soluzione di questo genere, è necessario eliminare eventuali formazioni di muffa dovuta all’umidità o alla condensa.

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Molte delle soluzioni sopra descritte possono essere implementate ricorrendo ai prodotti del catalogo multimarca di Saint-Gobain Italia. In particolare, per l’isolamento interno, è possibile utilizzare i pannelli in lana minerale della gamma Isover Arena. Per la realizzazione di un cappotto termico esterno, invece, si può optare per webertherm comfort G3, il sistema di isolamento termo-acustico con pannello in lana di vetro dalla massima traspirabilità e reazione al fuoco, che, grazie alla flessibilità del suo pannello, può essere impiegato su superfici irregolari, anche curve.

Gyproc offre invece una vasta gamma di lastre accoppiate da applicare in interno per isolare termicamente le pareti perimetrali come ad esempio Gyproc Habito Clima BV Activ’Air®

È una lastra speciale accoppiata sulla faccia non a vista con un pannello in lana di vetro, indicata per incrementare non solo le prestazioni di isolamento termico di pareti ma anche di isolamento acustico. Idonea per tutti gli ambienti interni (compresi ambienti umidi come bagni e cucine) e rivestita con una barriera al vapore in lamina di alluminio che evita la formazione di condensa, è dotata della tecnologia Activ’Air® grazie alla quale assorbe e neutralizza fino al 70% della formaldeide presente nell’aria degli ambienti interni.