Colore Pantone 2024, spunti di utilizzo in arredamento

Colore Pantone 2024

Ogni dicembre, da 24 anni, Pantone annuncia il Colore dell’anno. Un colore scelto sulla base di lunghe ricerche, analisi e previsioni di esperti, per rappresentare il momento in cui ci si trova e ispirare le persone, in campo creativo ma anche nella vita quotidiana.

I colori Pantone degli ultimi 4 anni sono stati:

2020: Classic Blue, un blu solido e rassicurante che stimola calma e sicurezza;

2021: Ultimate Gray e Illuminating, un connubio cromatico di grigio e giallo che manda un messaggio di forza e speranza;

2022: Very Peri, una tonalità dinamica di blu pervinca con un sottotono viola rosso, un colore che incoraggia la creatività;

2023: Viva Magenta, un rosso cremisi ispirato alla natura, pensato per promuovere la sperimentazione e l’espressione di sé.

Ma qual è il colore Pantone 2024? È il Peach Fuzz 13-1023

Come viene scelto il colore Pantone dell’anno?

A capo del team di analisi c’è Leatrice Eiseman, consulente per Pantone dal 1985, e massima esperta nel campo dei colori. Eiseman, insieme a un team formato da persone provenienti da diverse parti del mondo, visita musei, negozi, mercati, ristoranti; osserva le palette di film, delle serie tv e dei cartoni animati; analizza quanto accade nel campo della moda, del design e dell’architettura; ascolta e analizza trend social, temi sociali, tematiche virali…

Il Pantone of the year rappresenta quella tinta che influenzerà il mondo del design, della moda, dell’arredamento e dell’arte per i 12 mesi successivi, ma che è anche in grado di cogliere “lo spirito del tempo” e di dare una risposta emotiva ai bisogni del momento.

colore pantone anno 2024

Peach Fuzz: il colore Pantone dell’anno per il 2024

Peach Fuzz 13-1023 è il colore Pantone del 2024. Un color rosa pesca morbido e delicato, che vuole rappresentare la capacità e il desiderio di prendersi cura di sé stessi e degli altri.

“Cercando una tonalità che riecheggiasse il nostro innato desiderio di vicinanza e connessione, abbiamo scelto un colore che irradia calore ed eleganza moderna. Una tonalità che risuona con la compassione, offre un abbraccio tattile e unisce senza sforzo la giovinezza con l’intramontabilità”. Queste le parole di Leatrice Eiseman, Executive Director di Pantone Color Institute™, che spiegano come è nata la scelta del team di ricerca.

Peach Fuzz vuole rappresentare empatia, compassione e desiderio di pace; è il colore perfetto per rappresentare i momenti di tranquillità regalati a sé stessi e alle persone che ci stanno vicine. Questa tonalità di pesca avvolgente e calda vuole condividere un messaggio di gentilezza, regalando una sensazione, quasi tattile, di morbido abbraccio.

peach fuzz arredamento

Colore Pantone Peach Fuzz in arredamento: come usarlo

Il colore Pantone 2024 Peach Fuzz suscita sentimenti di calore avvolgenti, per questo si adatta perfettamente ai più moderni progetti di interior design, volti a rendere confortevoli ed accoglienti gli ambienti di casa.

Elegante e quasi impalpabile, il Peach Fuzz si presta perfettamente per scaldare gli ambienti più moderni, ma si adatta perfettamente anche alle case più classiche, grazie alla sua allure vintage. Utilizzato a tutta parete o come piccolo richiamo di colore in alcune stanze, si abbina perfettamente agli elementi d’arredo più lineari ma anche a quelli più complessi o che si ispirano al design organico. Perfetto per far risaltare nuance come il bianco e il legno, si adatta anche a palette più originali e può essere accostato al verde, al cotto, al viola e al grigio. Le stanze in cui è più semplice usarlo sono sicuramente il soggiorno e la camera da letto, ma anche in cucina e in bagno può aiutare a creare un ambiente accogliente.

Saint-Gobain Italia offre una vasta gamma di idropitture per interni della linea weberpaint, formata da prodotti ad alte prestazioni, che permettono di realizzare finiture di alta qualità, tinteggiabili in oltre 1950 colori, anche di ispirazione ai colori Pantone dell’anno.

4 consigli per evitare umidità e muffa nel bagno cieco

muffa bagno cieco

Dotare la propria abitazione di un secondo bagno è un’esigenza molto diffusa e comprensibile per gestire al meglio la quotidianità della famiglia. Ma per questioni di spazio ridotto e di struttura dell’abitazione, spesso è necessario ricorrere alla progettazione e alla realizzazione di un bagno cieco, ossia un bagno privo di finestre.

I bagni ciechi sono spesso una sfida architettonica in termini di illuminazione naturale e di ventilazione. Se i problemi di luminosità sono facilmente aggirabili con un buon progetto di illuminotecnica, quelli di ventilazione e umidità da condensa hanno bisogno di maggior attenzione, per prevenite ed evitare la formazione di muffa.

1. Sistemi di areazione: l’importanza del ricambio d’aria

In un bagno cieco, l’areazione artificiale è essenziale: l’installazione di un sistema di areazione efficace aiuta a creare un corretto ricircolo d’aria e a rimuovere l’umidità dall’ambiente. Ventilatori e estrattori devono essere dimensionati correttamente in base alla grandezza del bagno. Scegliere dispositivi a basso consumo energetico non solo migliora l’efficienza, ma contribuisce anche all’eco-sostenibilità dell’ambiente.

umidità bagno cieco

 

2. Rivestimenti a parete: tra funzionalità ed estetica

I rivestimenti a parete svolgono un ruolo cruciale nel prevenire la formazione di muffa nel bagno cieco: è fondamentale scegliere materiali resistenti, come piastrelle ceramiche o resine specifiche, e rivestire le pareti fino al soffitto, evitando di lasciare porzioni scoperte per proteggere il muro dall’umidità. Oltre ad essere funzionali per prevenire lo sviluppo di muffe, i rivestimenti contribuiscono all’estetica complessiva del bagno, aiutando a rendere l’ambiente luminoso e accogliente, se si opta per colori chiari.

3. Pittura antimuffa: protezione a lungo termine per il bagno cieco

Una pittura antimuffa di qualità rappresenta un alleato prezioso nella lotta contro l’umidità e la proliferazione di batteri nei bagni ciechi.

Saint-Gobain Italia soluzioni adatte ad ogni esigenza:

  • weberpaint protect: un’idropittura lavabile traspirante pensata per ambienti ad elevato tasso di umidità come bagni e cucine; dotata di additivi specifici ad ampio spettro d’azione in grado di prevenire la formazione di muffe e funghi. L’idropittura weberpaint protect è facile da applicare e perfetta per realizzare finiture uniformi opache, adatte a qualsiasi design.
  • weberpaint defence: un’idropittura traspirante ad alta copertura, resistente all’aggressione di muffe e funghi; dotata di additivi specifici atti a prevenire la formazione di muffe e funghi. È ideale per ambienti con elevata umidità dell’aria e predisposti alla formazione di muffe. Si caratterizza per una resa elevata e per finiture uniformi particolarmente opache.

Entrambi i prodotti si adattano perfettamente a qualsiasi esigenza di design: sono tinteggiabili con sistema tintometrico webercolorlook, che permette di ottenere innumerevoli sfumature di colore.

4. Isolamento termico del bagno cieco: per il massimo confort

Anche lo scarso isolamento termico delle pareti può favorire la formazione di condensa e muffa nel bagno cieco. La presenza di mura fredde rivolte verso l’esterno o l’esposizione a nord, che non permette di scaldare le mura perimetrali, possono incorrere nella formazione di muffa a causa dell’aria calda e umida che si deposita su una parete fredda.

Un corretto isolamento termico delle pareti perimetrali, con prodotti di alta qualità, permette di prevenire la formazione di muffa sulle pareti del bagno cieco, al fine di mantenere un ambiente salubre e curato.

Tutte le tendenze arredamento per il 2024

tendenze arredamento 2024 vetrate

Il mondo dell’arredamento è in costante evoluzione e il 2024 promette di portare con sé una serie di tendenze affascinanti e innovative. Dal design sostenibile all’uso creativo del colore, ecco un’approfondita analisi delle tendenze che plasmeranno gli interni nel prossimo anno.

Divisori in vetro: un’elegante soluzione di design

I divisori in vetro, tra le tendenze più radicali del 2024, stanno rivoluzionando la concezione degli spazi. Oltre a conferire un tocco di eleganza agli interni, offrono un modo sofisticato e contemporaneo di separare gli ambienti, garantendo al contempo la massima luminosità. Perfette per separare la cucina a vista dal soggiorno, ma anche per creare nuovi spazi eleganti nel bagno patronale o create un ambiente dedicato ad un piccolo studio in un open space, le pareti divisorie in vetro si sono diffuse negli scorsi anni e stanno prendendo sempre più piede nei nuovi progetti residenziali.

La realizzazione di pareti divisorie in vetro richiede l’utilizzo di prodotti di altissima qualità, sia per una resa estetica adeguata al progetto, sia per garantire un livello di sicurezza elevato. Saint-Gobain Glass offre soluzioni di alta qualità, in grado di attarsi a innumerevoli progetti e necessità:

  • Stadip® Protect: vetro stratificato di sicurezza, composto da due o più lastre di vetro unite tra loro;
  • Stadip® Silence: la soluzione ideale per l’isolamento acustico dai rumori che si propagano per via aerea e i rumori da impatto, con le medesime caratteristiche di sicurezza del precedente;
  • Mirastar®: vetro a effetto specchio temprabile, perfetto per chi vuole giocare con la riflessione dello specchio senza rinunciare a una privacy elevata.

Tendenze colore interni 2024: audacia e sperimentazione

Il 2024 vedrà un’iniezione di audacia e vitalità nelle scelte cromatiche per le pareti interne. Le protagoniste del prossimo anno saranno tonalità decise come:

  • il verde prato, evocativo della natura rigogliosa,
  • il blu notte, che richiama le sfumature del cielo stellato,
  • il terracotta, che scalda l’ambiente con un forte richiamo alla terra e alla natura,
  • il rosa, anche nelle sfumature più intense,
  • il giallo, che regala luminosità e vitalità a qualsiasi stanza.

Le nuove idropitture per interni a marchio Weber, con la loro vasta gamma di colori vibranti, permetteranno di personalizzare gli spazi, creando ambienti che riflettono personalità e stile, ottenendo colori unici e audaci.

tendenze colori interni 2024

Ecodesign e materiali sostenibili: per un futuro più verde

L’ecosostenibilità sarà al centro delle tendenze arredamento nel 2024, segnando un importante passo verso un futuro più verde e responsabile. La crescente consapevolezza ambientale spinge i consumatori a cercare materiali sostenibili per arredare le proprie case: legno riciclato, metallo proveniente da fonti certificate e tessuti organici diventano le scelte preferite. L’utilizzo di materiali sostenibili non solo riduce l’impatto ambientale, ma aggiunge anche un tocco di autenticità e calore a qualsiasi spazio.

La tendenza all’utilizzo di materiali ecosostenibili non riguarda solo i complementi d’arredo, ma anche la fase di progettazione di costruzione, al fine di ottenere edifici sempre più “ecologicamente responsabili”, grazie alla scelta di materiali per un’edilizia a basso impatto ambientale.

Mix di stili: un’espressione di creatività

La parola d’ordine per le tendenze per la casa 2024 è: personalità. La fusione di stili diversi, perfetti per esprimere la propria creatività e il proprio carattere, sarà la tenenza più diffusa nel 2024. L’incrocio di elementi vintage e moderni, minimalismo e lusso, colori vivaci ed elementi neutri, darà vita a spazi unici e accattivanti. Questa mescolanza di estetiche e periodi storici permette di creare ambienti personalizzati che raccontano storie e emozioni.

Le tendenze in arrivo per il prossimo anno, infatti, promettono di soddisfare una vasta gamma di gusti e preferenze. Sia che siate amanti del minimalismo o dell’eleganza classica, il 2024 offre opportunità straordinarie per esprimere la vostra creatività attraverso l’arredamento. Siate audaci, sperimentate e trasformate i vostri spazi in rifugi personalizzati e ispiranti, immersi nelle tendenze avvincenti e all’avanguardia.

Pensiline in vetro: una guida per la scelta tra stile, funzionalità e innovazione

pensiline in vetro

Le pensiline in vetro incarnano l’unione tra funzionalità e design nel mondo dell’architettura contemporanea. Sono un elemento architettonico versatile, in grado di unire eleganza e praticità, adatto sia ai progetti residenziali che a quelli commerciali, con una specifica funzione, ma anche in grado di abbellire e dare carattere a un ingresso, aggiungendo un tocco di raffinatezza e modernità all’architettura.

A cosa servono le pensiline in vetro?

Le pensiline in vetro sono strutture trasparenti realizzate per lo più con lastre di vetro temprato o stratificato di sicurezza, sostenute da supporti che possono variare in base al design e alla funzionalità desiderati. Questi eleganti elementi architettonici sono ampiamente utilizzati in una serie di applicazioni, inclusi ingressi residenziali e commerciali, fermate degli autobus, stazioni ferroviarie e persino stadi, e hanno alcune caratteristiche che le contraddistinguono:

  • proteggono dalle intemperie, fornendo riparo da pioggia, neve, grandine e sole eccessivo, migliorando il comfort degli utenti;
  • garantiscono elevata luminosità: la trasparenza del vetro, infatti, permette alla luce naturale di penetrare, creando aree luminose e accoglienti;
  • sono sicure e resistenti, grazie all’utilizzo di vetro temprato, che offre maggiore resistenza agli urti e agli stress termici, e di vetro stratificato di sicurezza, che mantiene la sua integrità anche in caso di rottura.

A seconda della collocazione, della funzione specifica e del design dell’immobile, è possibile progettare pensiline in vetro molto diverse tra loro, con caratteristiche tecniche e materiali differenti.

Pensiline in vetro senza tiranti: leggerezza e stile

Le pensiline in vetro senza tiranti sono un’opzione ideale per chi cerca un design pulito e senza ostacoli visivi. Grazie alla loro struttura autoportante, eliminano la necessità di elementi di supporto aggiuntivi, le pensiline in vetro senza tiranti conferiscono all’ambiente un aspetto aperto e spazioso. Questa soluzione è particolarmente apprezzata per gli ingressi principali di abitazioni moderne e di edifici commerciali, dove l’eleganza incontra la funzionalità.

pensilina in vetro

Fusioni di materiali: pensiline in vetro e ferro

L’unione tra vetro e ferro crea una combinazione di resistenza e raffinatezza. Le pensiline in vetro e ferro sono una scelta popolare per progetti che richiedono una struttura robusta e affidabile, senza rinunciare all’estetica. Questa combinazione permette di sfruttare al massimo le caratteristiche di entrambi i materiali, offrendo un risultato finale che unisce stabilità e bellezza.

Eleganza naturale: pensiline in vetro e legno

Il connubio tra vetro e legno crea un’atmosfera calda e accogliente. Le pensiline in vetro e legno sono perfette per progetti che mirano a creare un ambiente in sintonia con la natura circostante. Questa combinazione offre una soluzione elegante e naturale, ideale per residenze o spazi pubblici in cui si desidera creare un’atmosfera confortevole e rilassante.

Solidità e modernità: pensiline in vetro e acciaio

L’acciaio conferisce robustezza e resistenza strutturale, mentre il vetro aggiunge un tocco di contemporaneità e trasparenza: le pensiline in vetro e acciaio risultano quindi la scelta ideale per chi cerca una struttura solida senza rinunciare allo stile moderno e all’apertura visiva.

I sistemi per esterni Saint-Gobain: eccellenza e affidabilità

In fase di progettazione di una pensilina in vetro è fondamentale affidarsi ad esperti del settore in grado di scegliere l’opzione più funzionale, adatta al design dell’immobile, e di selezionare materiali resistenti ed eleganti.

I sistemi per esterni Saint-Gobain a marchio Logli Massimo S.p.A. offrono soluzioni all’avanguardia che uniscono innovazione, qualità e design. L’ampia gamma di pensiline in vetro è infatti pensata per soddisfare le più svariate esigenze dei professionisti del settore, garantendo un design unico e materiali di alta qualità.

Grazie a un lavoro costante del dipartimento Ricerca e Sviluppo dell’azienda, in collaborazione con i Dipartimentio di Meccanica e Tecnologie Industriali di varie Università, la famiglia di prodotti da esterno è costituita da elementi sempre all’avanguardia e in grado di adattarsi ad ogni progetto.

La Pensilina è il fiore all’occhiello dei sistemi per esterni Logli: un sistema senza tiranti e senza fori nel vetro, caratterizzato da un design minimalista perfetto per ogni contesto e da una facilità di montaggio unica. Questa pensilina in vetro senza fori è tra le più resistenti sul mercato ed è testata per supportare un carico di oltre 300 kg/m2. Infatti, è la prima ad aver ottenuto l’ETA (Valutazione Tecnica Europea). Lumia è invece la versione più evoluta che, rispetto a La Pensilina, consente di creare coperture senza soluzione di continuità, con profondità fino a 1,5m e con la possibilità di aggiungere delle comode strisce a LED per un’illuminazione funzionale e una decorativa.

Il catalogo Logli Massimo è ampio e permette di scegliere tra sistemi da esterni con caratteristiche molto diverse, ad esempio:

  • le pensiline appese con tiranti Canopy Light e Glass Canopy, progettate in modo tale da permettere anche sbalzi di notevoli dimensioni, garantendo sicurezza in linea con le normative vigenti;
  • i sistemi per facciate con connettori Spider Fluido e Fluido Clamp, che si distinguono per le linee morbide e sinuose, e permettono di creare un elemento dal design audace.

Riscaldamento a pavimento: quali massetti radianti scegliere

massetti radianti

I sistemi di riscaldamento a pavimento sono tra i sistemi maggiormente apprezzati e utilizzati per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni di edifici residenziali. Con l’evoluzione delle tecniche di costruzione, infatti, la progettazione di un edificio vede sempre più come protagonista la ricerca di soluzioni confortevoli in grado di migliorare la quotidianità di chi abita la casa, in termini di comfort visivo, acustico, termico e di qualità dell’aria.

Per ottenere un buon comfort termico e di qualità dell’aria, i sistemi di riscaldamento a pavimento sono la scelta ideale, infatti garantiscono:

  • una distribuzione omogenea del calore;
  • un ambiente più pulito;
  • l’assenza di polveri nell’aria;
  • una riduzione di problematiche allergiche.

Come progettare un impianto di riscaldamento a pavimento

Esistono in commercio diverse tipologie di sistemi per impianti radianti a pavimento; possono essere costituiti da un pannello isolante opportunamente sagomato in cui vengono alloggiati i tubi per il passaggio dell’acqua, oppure da un sistema ancorato direttamente al sottofondo. I tubi vengono poi ricoperti da idonei massetti radianti che permettono una facile trasmissione del calore e garantiscono adeguate resistenze meccaniche. Successivamente, si procede con la posa della pavimentazione, che deve essere scelta anche in base allo spessore del materiale e alla sua conducibilità termica. Tra i materiali più indicati e utilizzati, troviamo gres porcellanato, parquet, PVC e laminati.

In fase di progettazione è necessario quindi porre attenzione a tutti gli elementi che compongono l’impianto, in particolare alle caratteristiche del massetto radiante, che può impattare sull’efficienza del sistema radiante.

Massetti radianti: cosa sono? E a cosa servono?

Il massetto, negli impianti radianti a pavimento, costituisce una componente funzionale particolarmente importante: viene collocato sopra un impianto di riscaldamento a pavimento e funge da supporto alla pavimentazione, ripartisce i carichi applicati al pavimento e veicola il calore dai tubi dell’impianto radiante, fino al pavimento. È quindi necessario verificare che il massetto rispetti alcuni requisiti fondamentali come planarità, assenza di crepe, resistenza meccanica e stabilità dimensionale per poter procedere con una posa di qualità.

In fase di progettazione, è inoltre necessario tenere conto di specifici riferimenti normativi sui massetti radianti, in particolare delle norme UNI EN 11855 e UNI EN 1264. Quest’ultima è una norma di prodotto che definisce i requisiti e le prestazioni dei sistemi radianti che i produttori devono seguire ed è stata oggetto di revisione nel corso del 2021. Tra le principali modifiche è da segnalare la definizione di tutte le tipologie di sistema radiante a bassa inerzia e basso spessore (anche senza isolante).

Alcune parti della norma approfondiscono i dettagli di installazione e le caratteristiche che deve avere la progettazione del massetto destinato a rivestire l’impianto radiante a pavimento. Ad esempio, per i massetti cementizi, per natura più soggetti a ritiri idraulici, destinati all’applicazione di rivestimenti in pietra o in ceramica, la norma stabilisce che le zone delimitate da giunti di dilatazione non devono superare i 40 metri quadrati di area e una lunghezza massima di 8 metri. Nel caso di ambienti rettangolari, le zone delimitate da giunti possono superare queste dimensioni, ma con un rapporto massimo sulla lunghezza pari a 2:1.

Un altro punto rilevante della norma definisce lo spessore del massetto sopra tubo o bugna: lo spessore minimo di 30 mm sopra il tubo si applica ai massetti cementizi; in caso di massetti speciali, invece, tale spessore può essere derogato. Pertanto tutti i prodotti specifici dovranno indicare in scheda tecnica quale sia lo spessore minimo sopra il tubo. Lo spessore, infatti, è un aspetto molto importante nella progettazione di un massetto radiante e deve essere calcolato in base alla resistenza meccanica del massetto (in modo particolare la resistenza a flessione), la resistenza a compressione del pannello isolante e la destinazione d’uso dei locali.

Le soluzioni autolivellanti Saint-Gobain

La gamma di massetti Saint-Gobain Italia è composta da prodotti studiati appositamente per l’applicazione sugli impianti a pannelli radianti, con caratteristiche peculiari che si adattano ad ogni esigenza.

weberfloor level 250 è un massetto fluido autolivellante a base di anidrite ad elevata purezza e a ritiro quasi nullo, ideale per le applicazioni in interno in ambito residenziale e commerciale leggero, anche in caso di grandi superfici. Il prodotto è specifico per l’applicazione su sistemi radianti a pavimento a basso spessore di ultima generazione sia ancorati al sottofondo sia con pannello isolante e consente una distribuzione omogenea del calore in superficie.

weberfloor alfa 300 è un massetto fluido autolivellante a base di gesso alfa naturale, ad altissime prestazioni, pensato per applicazioni in interno in ambito residenziale e terziario, anche in caso di grandi superfici, adatto anche in caso di pavimentazioni destinate ad elevato traffico pedonale o al passaggio di carrelli elevatori per movimentazione merci. Grazie alla sua elevata fluidità è ideale per applicazioni su sistemi radianti a pavimento a basso spessore di ultima generazione sia ancorati al sottofondo sia con pannello isolante.

Entrambi i prodotti permettono di ottenere importanti vantaggi di utilizzo:

  • la posa non richiede l’utilizzo di rete metalliche o primer prima dell’applicazione delle colle deformabili S1 ed S2 della linea webercol;
  • sono utilizzabili su qualsiasi tipologia di impianto radiante;
  • assicurano un peso inferiore sul solaio pari a -100% rispetto ai sistemi tradizionali;
  • si caratterizzano per bassa inerzia, in modo da consentire una rapida messa a regime dell’impianto;
  • sono prodotti ecologici, che permettono di ridurre l’impatto ambientale del progetto;
  • sono certificati secondo la normativa europea EN 13813 e hanno ottenuto il marchio GEV_EMICODE: sono classificati, sulla base delle loro emissioni, come EC 1PLUS, ovvero la classe Premium che fissa nuovi criteri ancora più severi.

Tutto quello che serve per una corretta posa delle piastrelle: prodotti e consigli

posa piastrelle

La posa delle piastrelle è un passo cruciale in ogni progetto edilizio e richiede competenza, precisione e l’uso dei prodotti giusti. Che tu sia un professionista del settore o un appassionato di fai da te, ecco i nostri consigli da seguire passo passo e un elenco di tutto quello che serve per una posa impeccabile.

Sottofondi per posa piastrelle: la base è indispensabile

Prima di iniziare la posa delle piastrelle, è essenziale preparare una base solida e uniforme. I sottofondi per la posa delle piastrelle svolgono, infatti, un ruolo fondamentale: riempiono l’intercapedine tecnica degli impianti, uno strato che può essere anche particolarmente spesso, all’interno del quale passano le tubazioni dell’impianto idraulico, di quello elettrico e di altre canalizzazioni.

A seconda delle esigenze specifiche del progetto si possono trovare soluzioni differenti. Tra queste, Saint-Gobain Italia propone il sottofondo da riempimento weberplan IsoLight250, un prodotto di alta qualità a base di cemento alleggerito con sfere vergini di polistirene espanso, in grado di distribuirsi in maniera omogenea nell’impasto.

Come scegliere i massetti per posa piastrelle

Il massetto è quello strato di supporto dei pavimenti che ha lo scopo principale di ripartire i carichi e livellare la superficie, affinché possa accogliere al meglio il rivestimento definito in fase di progettazione. Le caratteristiche tecniche e prestazionali del pavimento, infatti, dipendono strettamente dalle caratteristiche del supporto di posa, dalle sue qualità fisiche e meccaniche, ma anche dalla qualità dell’esecuzione.

Con il marchio Weber, Saint-Gobain Italia propone una serie di massetti per la posa piastrelle, differenti a seconda delle esigenze progettuali. Ad esempio:

  • massetti ad elevata resistenza meccanica, pensati per supportare consistenti traffici pedonali e carrabili, per aree interne o esterne a destinazione residenziale, commerciale o industriale;
  • massetti alleggeriti con argilla espansa, ideali per progetti di ristrutturazione di vecchi edifici o di solai in legno, in quanto adatti ad evitare sovraccarichi;
  • massetti adatti ai sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pavimento, caratterizzati da una formula con o senza fibre metalliche che migliorano la conduttività termica.

Per procedere con gli step successivi, in caso di umidità residua del massetto oltre i limiti di norma o se c’è necessità di procedere su un precedente massetto fessurato, è possibile avvalersi della membrana anti-frattura weber decoupling ultra. Questa nuova membrana multistrato è anti-frattura, desolidarizzante, impermeabilizzante e realizzata in tessuto non tessuto; permette il controllo delle fessurazioni, una corretta gestione del vapore e contribuisce ad una maggiore distribuzione di un carico concentrato dalla piastrella al sottofondo.

Consolidamento e preparazione del sottofondo: i primer

Prima della posa di un autolivellante o di un livellante, è fondamentale preparare al meglio il sottofondo, per consolidarlo e rendere uniforme gli assorbimenti, al fine di garantire una perfetta adesione ed evitare i rischi di distacchi nel tempo, ma anche per consolidare sottofondi cementizi deboli. I primer e i preparatori per fondi di posa sono i prodotti più adatti per questa fase di posa piastrelle e Saint-Gobain Italia ne propone diversi, adatti ad ogni esigenza strutturale:

  • i primer a base di resina sintetica: indicati in caso di supporti assorbenti, in grado di uniformare il fondo e offrire un leggero consolidamento superficiale;
  • i primer a base epossidica: perfetti per uniformare gli assorbimenti e creare una vera e propria barriera col fondo, al fine di garantire una posa perfetta anche in caso di autolivellanti decorativi.

Autolivellanti, per una superficie uniforme

Gli autolivellanti sono fondamentali per correggere piccole irregolarità e garantiscono una base uniforme su cui posare le piastrelle. Necessari per un progetto di alta qualità, soprattutto in caso in cui si scelga di posare gres a basso spessore, mosaici, parquet e resine, sono impiegati nella progettazione di pavimentazioni in ambito residenziale, commerciale e industriale. A seconda delle esigenze e delle caratteristiche del progetto, è possibile scegliere tra una vasta gamma weberfloor di livellanti rapidi o autolivellanti.

prodotti posa piastrelle

Colle per posa piastrelle: scegliere quella giusta per il proprio progetto

Il mondo delle colle per piastrelle è ampio e in continua evoluzione. Scegliere la colla giusta per il proprio progetto è fondamentale per ottenere risultati qualità, garantendo resistenza al progetto.

Il catalogo di Saint-Gobain Italia permette di scegliere tra diversi prodotti, perfetti per la posa di piastrelle, marmi e pietre naturali. A seconda delle caratteristiche del progetto è possibile scegliere tra:

  • webercol Progres Top S1 webercol UltraGres Flex: colle prestazionali a deformabilità migliorata, con alto contenuto di resina per garantire un’adesione sicura e un’ottima duratura nel tempo;
  • webercol UltraGres 400, colla cementizia ad alte prestazioni caratterizzata da una elevata lavorabilità e da una consistenza doppia, tixo e fluida, che a seconda del quantitativo d’acqua impiegato per la miscelazione può essere lavorata sia con una consistenza pastosa e morbida, sia con una consistenza semi-fluida che la rende scorrevole e adatta per la posa di gres ceramico a basso spessore o per la posa del mosaico.

L’ultimo step: sigillanti e siliconi

Tra le ultime attività dei lavori di posa piastrelle, ma non ultime per importanza, troviamo la gestione delle fughe e dei giunti di dilatazione, che richiedono una particolare attenzione.

La progettazione corretta delle fughe, infatti, è fondamentale per ottenere un lavoro di qualità, e deve rispondere ad esigenze tecniche ed estetiche: la larghezza delle fughe viene stabilita in base alla tipologia e alle dimensioni della piastrella, al suo coefficiente di dilatazione termica, alle tolleranze dimensionali ma anche alle sollecitazioni a cui sarà sottoposta, che possono variare in base alle destinazioni d’uso.

Saint-Gobain Italia offre una gamma di stucchi ad elevate prestazioni, pensati per adattarsi ad ogni esigenza:

  • webercolor premium: stucco decorativo cementizio di nuova generazione con trattamento antibatterico Protect3, ottenuto grazie all’utilizzo di ioni d’argento. Dotato di proprietà anti macchia e anti muffa e caratterizzato da resistenza all’usura e agli agenti atmosferici;
  • webercolor basic: stucco caratterizzato da una grana molto fine e un’ottima resistenza all’usura e agli agenti atmosferici, perfetto per ambienti di tipo residenziale;
  • webercolor basic XL: stucco caratterizzato da una grana media, basso ritiro ed elevata resistenza all’abrasione ideale in caso di posa di pietre naturali, cotto e listelli facciavista;
  • weberepox easy: stucco decorativo epossidico perfetto nei casi in cui è richiesta una forte resistenza ai detergenti chimici utilizzati in ambienti quali ospedali, cucine industriali, laboratori ma anche nel caso di applicazione in piscina o centri benessere. Inoltre, rappresenta la soluzione migliore in caso di stuccatura del mosaico vetroso.

Anche la gestione dei giunti di dilatazione necessita di particolare attenzione in fase progettuale, a partire dalla scelta di un materiale idoneo, compatibile con la destinazione d’uso della pavimentazione. Saint-Gobain offre alcune soluzioni che si adattano a esigenze differenti:

  • webercolor silicone: prodotto a reticolazione neutra, inodore e a bassissime emissioni VOC, idoneo per realizzare sigillature permanentemente elastiche nei giunti di pavimentazioni (residenziali o commerciali) in gres ceramico o marmo, sia in interno sia in esterno;
  • webercolor HS adesivo sigillante elastico di ultima generazione: prodotto a base di polimeri silano modificati che sigilla e incolla ad alta resistenza qualsiasi tipo di materiale, tra cui superfici smaltate, pannelli isolanti e fonoassorbenti; è l’ideale per la sigillatura di giunti in pavimentazioni di tipo industriale.

Interni ispirati alla natura: spunti di design organico

design organico

Nel mondo del design d’interni, il trend del design organico sta guadagnando sempre più terreno, portando una ventata di freschezza e armonia nelle case di tutto il mondo. Questa tendenza, ispirata alla natura e alle forme organiche, trasforma gli spazi in oasi di tranquillità e benessere: il design organico, infatti, non è solo un trend passeggero ma rappresenta una filosofia duratura. Le sue radici, che affondano nella necessità di mantenere una connessione con la natura e di creare armonia visiva, lo rendono attraente per chi cerca un ambiente che favorisca il benessere e la serenità.

Design organico: alla ricerca dell’armonia naturale

Il design organico è un approccio al design d’interni che si ispira alla natura e alle sue forme, colori e materia. L’idea principale è infatti quella di creare un ambiente che richiami la bellezza e l’armonia dei processi naturali, fornendo al contempo comfort e funzionalità. Le principali caratteristiche dell’organic design includono:

  • Forme fluide e curve: le linee rette e gli angoli netti lasciano spazio a forme fluide e curve che richiamano le forme naturali, come le foglie, le rocce scavate dagli agenti atmosferici, le onde del mare. Queste curve possono essere integrate nell’architettura degli spazi, nei mobili e negli elementi decorativi. Le pareti curve in cartongesso, ad esempio, sono sempre più richieste e realizzate nei progetti di ristrutturazione degli interni di case e altri ambienti.
  • Materiali naturali: la scelta dei materiali è essenziale nel design organico. Legno, pietra, vetro e tessuti naturali come il lino e il cotone sono spesso utilizzati per creare una connessione con la natura.
  • Illuminazione calda: l’illuminazione di una casa svolge un ruolo cruciale per renderla accogliente e confortevole. Le lampade con luce calda, infatti, creano un’atmosfera invitante e rilassante, che somiglia alla luce naturale.

palette design organico

Le palette colori per una casa ispirata alla natura

La scelta dei colori delle pareti e degli elementi d’arredo è un elemento cruciale nel design organico, in quanto contribuisce a creare un’atmosfera che richiama la natura e promuove il benessere, anche con un semplice colpo d’occhio.

I colori più utilizzati per le pareti di casa nelle palette del design organico sono:

  • le tonalità neutre, come il beige e il grigio. Questi colori forniscono una base neutra e versatile su cui è possibile aggiungere tocchi di colore ispirati a specifici elementi naturali;
  • il verde, sicuramente uno dei colori più emblematici del design organico poiché richiama direttamente la natura, le piante, i prati… Può variare dalle tonalità chiare e fresche del verde menta alle tonalità più profonde e ricche del verde foresta;
  • i colori terrosi come il marrone, il terracotta, l’ocra e i rossi caldi, sono spesso utilizzati nel design organico. Queste tonalità ricordano la terra, il legno e le rocce e permettono di creare un’atmosfera avvolgente e rassicurante;
  • le sfumature di azzurro e di blu, che richiamano l’acqua e il cielo, perfette per le stanze in cui si cerca una sensazione di calma e relax;
  • il bianco, spesso è utilizzato come colore principale, in quanto associato alla purezza, alla luce e alla semplicità. Il bianco crea spazi ariosi e luminosi, ideali per promuovere una sensazione di calma.

Nel design ispirato alla natura, inoltre, le pareti di colore neutro vengono spesso affiancate ad accenni di colore acceso: un soggiorno tinteggiato di bianco può essere caratterizzato da una parete verde foresta, una cucina con le pareti beige si può affiancare ad elementi terracotta, un bagno può diventare accogliente e rilassante grazie all’accostamento di grigio roccia e azzurro mare.

Le idropitture Weber: i colori migliori per uno stile organico

Scegliere prodotti di qualità è fondamentale per avere ambienti interni confortevoli e sicuri. La linea di idropitture per interni weberpaint di Saint-Gobain Italia offre numerosi prodotti di alta qualità sia per professionisti sia per appassionati di fai da te. I prodotti weberpaint sono versatili, facili da usare e tinteggiabili in oltre 1950 colori tramite il sistema tintometrico webercolorlook, che permette di trovare l’esatta tonalità che si sta cercando.

La linea weberpaint offre nuovi prodotti per interni pensate per finiture diverse per tipologia e ambiti di impiego:

  • weberpaint gypsum: idropittura per interni specifica per cartongesso ad adesione diretta, ottimo ancoraggio e adesione al cartongesso anche senza l’applicazione del fissativo.
  • weberpaint cover plus: idropittura per interni professionale, caratterizzata da alto potere coprente e ottima permeabilità al vapore acqueo. Permette di ottenere finiture uniformi molto opache; inoltre, l’elevato punto di bianco conferisce luminosità agli ambienti.
  • weberpaint defence: idropittura traspirante ad elevata copertura resistente all’aggressione di muffe e funghi. Ideale per ambienti con elevata umidità dell’aria e predisposti alla formazione di muffe in quanto dotata di additivi specifici ad ampio spettro che agiscono in prevenzione.

Come ripristinare il cappotto esterno di un edificio

ripristino cappotto esterno

Il cappotto esterno, noto anche come sistema di isolamento termico a cappotto (ETICS), è una soluzione ampiamente utilizzata per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, riducendo la dispersione di calore verso l’esterno durante il periodo invernale e la trasmissione del calore verso l’interno nel periodo estivo.

Un intervento efficace e durevole deve prevedere:

  • la scelta di un sistema affidabile, composto da prodotti certificati e testati;
  • una progettazione oculata;
  • una posa basata sulla norma UNI/TR 11715 grazie ad installatori specializzati.

Se uno di questi requisiti non viene rispettato è possibile incorrere in problematiche e danni al cappotto esterno già dopo pochi mesi dalla posa, al primo cambio di stagione.

Crepe, cavillature e danni alla rasatura esterna rendono necessario un intervento di ripristino del cappotto esterno, per avere un sistema nuovamente efficiente.

Manutenzione e analisi dello stato del cappotto esterno

Il cappotto esterno è un elemento essenziale per mantenere un ambiente interno confortevole e ridurre i consumi energetici e la sua manutenzione è fondamentale affinché durata ed efficienza di esso si mantengano correttamente nel tempo.

Spesso si pensa, erroneamente, che la posa di un cappotto su un edificio sia un intervento definitivo che non necessiti di particolari accortezze. Invece, la manutenzione dei sistemi a cappotto, così come accade per quella di tutte le altre superfici che fungono da involucro, deve prevedere ispezioni programmate, regolari e costanti, in grado di valutare lo stato del cappotto e, se necessario, di intervenire in modo tempestivo, così da evitare spese di riparazione elevate.

Gli aspetti da monitorare durante le analisi visive riguardano rasatura e finitura:

  • presenza di crepe;
  • rotture, rigonfiamenti, distacchi o altri tipi di danno;
  • tenuta delle connessioni e dei giunti di dilatazione;
  • tenuta all’acqua e pulizia di davanzali, balconi e componenti sporgenti;
  • contaminazione da alghe e funghi.

Le prime analisi visive del cappotto permettono di verificare il comportamento del sistema con il susseguirsi delle stagioni: il primo intervento deve essere programmato già a 4-6 mesi dalla posa, poi a 1 anno dalla chiusura dei lavori, poi ogni 2-3 anni. Le ispezioni successive possono variare a seconda delle caratteristiche dell’edificio, dall’ubicazione, dalla tipologia di materiale utilizzato, dalla natura del rivestimento e dall’intensità del colore scelto.

Tipologie di danno al cappotto esterno

Le analisi periodiche dello stato del sistema d’isolamento a cappotto permettono di rilevare eventuali danni e di comprendere, sulla base della loro entità, quale tipo di intervento di ripristino del cappotto termico è necessario prevedere.

I danni al cappotto possono essere così classificati, in base all’entità:

  • Degrado estetico: dovuto alla proliferazione di muffe, allo scolorimento o alla presenza di microcavillature;
  • Danni di lieve entità: dovuti a scarsa planarità delle superfici, alla presenza di cavillature superficiali superiori a 0,2 mm o all’evidenza della pannellatura in facciata per scarso spessore dello strato di rasatura;
  • Danni di media entità: dovuti a distacchi della rasatura, a rigonfiamenti evidenti o a fessurazioni e crepe di ampiezza superiore a 1 mm;
  • Danni di grave entità: dovuti all’impatto di grandine o a urti accidentali, a crepe o lesioni di un’ampiezza superiore a 2 mm; distacchi dei pannelli o errori gravi di posa in opera e progettazione, che non possono risolversi con interventi di ripristino superficiale.

ripristino cappotto termico

Le soluzioni per il ripristino del cappotto termico

A seconda della tipologia di danno, è necessario stabilire il corretto intervento di recupero e ripristino del cappotto esterno. Gli interventi più frequenti di recupero e manutenzione sono legati a danni non gravi e prevedono il risanamento di piccole crepe e cavillature, grazie all’utilizzo di rasanti specifici per il ripristino del cappotto che consentono di riempire le crepe e di ripristinare la superficie danneggiata in modo uniforme ed esteticamente gradevole; oppure il ripristino della rasatura del cappotto, previa rimozione della rasatura danneggiata.

Per interventi di ripristino del cappotto esterno, anche di media e grave entità, è possibile affidarsi a Saint-Gobain Italia, leader nell’industria delle soluzioni per l’edilizia, che offre soluzioni appositamente progettate per affrontare specificamente i problemi legati al cappotto termico. webertherm renovETICS, infatti, è il sistema senza rimozione, pensato da Saint-Gobain per il ripristino del cappotto. Un sistema certificato e affidabile, che permette di abbattere i costi di rimozione del cappotto danneggiato, e disponibile in due versioni, per adattarsi a tutte le esigenze:

webertherm renovETICS light: una variante leggera, ideale per il ripristino di facciate esterne senza aumentare significativamente il peso complessivo dell’edificio; un sistema con intonaco termoisolante alleggerito con microsfere di EPS webertherm x-light042 e rasante webertherm AP60 TOP;

webertherm renovETICS into: un sistema completo per il ripristino del cappotto termico, in grado di conferire alle superfici su cui è applicato la solidità e la resistenza delle facciate intonacate in modo tradizionale grazie all’applicazione di intonaco fibrato e idrofugato webertherm into e rasante webertherm into finitura.

Il comfort acustico degli edifici scolastici: per un apprendimento migliore

comfort acustico edifici scolastici

L’anno scolastico è alle porte e in tutte le scuole fervono i preparativi per accogliere gli studenti in classe. Ma che tipo di edifici sono quelli che ospiteranno alunni e insegnanti nei prossimi mesi e che caratteristiche devono avere le classi per favorire l’attività didattica?

Un ambiente scolastico tranquillo e silenzioso è essenziale per favorire un apprendimento efficace e promuovere il benessere degli studenti e degli insegnanti. Numerose ricerche recenti, infatti, dimostrano che l’impatto del rumore influisce negativamente sul rendimento scolastico degli studenti, sulla loro attenzione e sul loro comportamento: il rumore in classe, infatti, interferisce con l’elaborazione del linguaggio, ostacolando la comunicazione tra insegnanti e studenti e compromettendo, quindi, i livelli di attenzione durante le attività scolastiche e interferendo con i risultati di test e verifiche.

Quali rumori interferiscono con l’apprendimento a scuola?

Il comfort acustico degli edifici scolastici, ovvero la capacità di controllare il rumore e di garantire un livello adeguato di isolamento acustico all’interno di aule e spazi comuni, può essere compromesso da:

  • sorgenti di rumore interne: impianti di ventilazione, calpestio, proiettori, computer o altre attrezzature scolastiche;
  • sorgenti di rumore esterne: automobili, treni, aerei e attività esterne alla scuola;
  • rumore generato dagli studenti durante le attività: dal sottile brusio durante le lezioni in aula, al vociare più forte che può caratterizzare alcune lezioni.

Qualità e intelligibilità del parlato dipendono dal livello di rumore presente in aula, e dalle caratteristiche dell’aula, degli arredi, e degli elementi costruttivi installati. Per questo in fase di progettazione edilizia è fondamentale approcciare il comfort acustico da più prospettive.

Uno sguardo alla scuola italiana

I dati e le informazioni forniti dall’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica, presente sul portale del MIUR, mostrano che lo stato di salute degli edifici scolastici presenti su territorio italiano è grave. Su circa 40.150 edifici scolastici attivi in Italia, il 42% risultano essere costruiti prima del 1971; il 30% tra il 1971 ed il 1983 ed il 28% dal 1984 in poi.

Dagli anni ’60 ad oggi la correzione acustica delle aule scolastiche è stata valutata in diverse occasioni dalla normativa tecnica e ministeriale italiana: dalla più datata “Circolare Ministeriale n° 3150 del 22/5/1967 Criteri di valutazione e collaudo dei requisiti acustici negli edifici scolastici”, al “D.P.C.M. 5/12/1997 Requisiti acustici passivi degli edifici”, che fornivano un limite assoluto di tempo di riverberazione, alla più recente normativa acustica italiana “UNI 11532-2:2020 Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati – Metodi di progettazione e tecniche di valutazione – Parte 2: Settore scolastico”, che definisce in modo esplicito i requisiti di progettazione e di collaudo acustico per gli edifici scolatici.

In un contesto di questo tipo, con una normativa in continuo aggiornamento, sono innumerevoli gli edifici scolastici che non assicurano un sufficiente comfort acustico, impattando negativamente sull’apprendimento degli studenti.

isolamento acustico scuole

Come ottenere il comfort acustico degli edifici scolastici

La riduzione del rumore indesiderato all’interno di aule e spazi scolastici comuni e il miglioramento della qualità del suono riflesso possono essere ottenuti attraverso una progettazione oculata, che ponga particolare attenzione per i materiali di alta qualità e combini diverse strategie di intervento di isolamento e assorbimento acustico.

  1. Gli interventi di isolamento acustico, hanno lo scopo di ridurre la trasmissione del rumore proveniente dall’esterno, quindi ad esempio agendo su una parete perimetrale, o proveniente da altri ambienti interni contigui, come un’altra aula, la sala professori, la palestra, quindi ad esempio agendo su una parete divisoria interna. I sistemi costruttivi a secco a marchio Gyproc per pareti divisorie, contropareti, pareti perimetrali e controsoffitti, permettono di ottenere prestazioni elevate di fonoisolamento, con ingombri ridotti e senza gravare sulla struttura portante degli edifici.
  2. Gli interventi di assorbimento acustico sono volti a ridurre gli effetti della riflessione delle onde sonore all’interno dell’aula, diminuendo il tempo di riverberazione e migliorando l’intelligibilità della parola. Soluzioni combinate di controsoffitti modulari realizzati con pannelli in lana di roccia Eurocoustic, come ad esempio il Tonga®, e pannelli in lastre di gesso rivestito forate, come ad esempio il Gyptone® Point 11 Activ’Air® (disponibili anche altri decori), che permettono di avere inoltre ispezionabilità, integrazione impiantistica, protezione dal fuoco e dal possibile sfondellamento dei solai, con un elevato e piacevole effetto estetico e di design.

Una guida completa per la riqualificazione degli edifici scolastici

Saint-Gobain Italia è da sempre in prima linea al fine di offrire supporto e consulenza tecnica a tutti gli interlocutori del settore edile, a partire dagli uffici tecnici pubblici di comuni, provincie e regioni, passando per i progettisti, senza dimenticare imprese di costruzione e installatori. Vista la complessità degli interventi di riqualificazione degli edifici scolastici, Saint-Gobain Italia ha voluto creare una guida completa e specifica, all’interno della quale è possibile approfondire normative, tipologie di intervento e soluzioni per rendere le scuole più confortevoli e garantire un’attenta progettazione acustica al fine di creare un ambiente di apprendimento più piacevole e produttivo.

Materiali per un’edilizia sostenibile: il cartongesso a basso impatto ambientale

materiali edilizia sostenibile

Il comfort abitativo e l’edilizia sostenibile sono due concetti strettamente correlati che giocano un ruolo fondamentale nel presente e nel futuro del settore edilizio. Il comfort abitativo si riferisce alla creazione di ambienti interni che soddisfino le esigenze di benessere delle persone che vi risiedono. L’edilizia sostenibile, d’altra parte, è incentrata sulla progettazione, costruzione e gestione di edifici in modo ecologicamente responsabile, mirando a ridurre l’impatto ambientale e a ottimizzare l’uso delle risorse naturali.

L’approccio dell’edilizia sostenibile mira a integrare strategie innovative per migliorare il comfort abitativo, riducendo al contempo l’energia e le risorse necessarie per la costruzione e il funzionamento dell’edificio.

Il settore edile e le emissioni di CO2: la sfida dell’edilizia sostenibile

Il settore edile è uno dei maggiori responsabili delle emissioni di CO2 e del consumo di risorse naturali. Secondo dati aggiornati, il settore rappresenta circa il 40% delle emissioni totali di CO2 a livello globale. Queste emissioni sono attribuite, per il 13%, alla produzione, al trasporto e all’installazione di materiali da costruzione tradizionali e per il 27% alla gestione degli edifici, tra cui il consumo energetico per riscaldamento e raffreddamento.

Una nuova generazione di lastre in cartongesso pensate per l’ambiente: un’alternativa sostenibile

In un contesto così complesso e sfaccettato, uno degli ambiti più sfidanti per migliorare la sostenibilità del settore è sicuramente quello legato alla produzione e all’utilizzo di materiali a minore impatto ambientale.

Prendiamo come esempio concreto il cartongesso: un materiale da costruzione molto versatile e ampiamente utilizzato nell’industria edilizia per creare partizioni interne, pareti divisorie e controsoffitti, costituito principalmente da gesso (minerale naturale), che può essere additivato con fibre di vetro e altri additivi specifici a seconda delle caratteristiche meccaniche e delle altre prestazioni richieste (esempio migliore comportamento al fuoco, ridotto assorbimento d’acqua, ecc.).Questo materiale viene prodotto in forma di lastre di varia lunghezza (larghezza standard 1200 mm), ed è caratterizzato da leggerezza, facilità di lavorazione, durabilità, resistenza, altissima versatilità, e naturalmente sostenibilità.

Vista la sua larga diffusione, è possibile renderlo più sostenibile? O è necessario trovare un’alternativa ecologica al cartongesso?

Saint-Gobain Italia, con lo scopo di minimizzare l’impatto sull’ambiente e raggiungere gli ambiziosi obiettivi della carbon neutrality entro il 2050, concretizza ulteriormente il suo impegno nei confronti del pianeta grazie ad una nuova generazione di lastre in gesso rivestito basate su un processo produttivo che tiene conto dell’intero ciclo di vita della lastra, con l’obiettivo di limitare il consumo di risorse naturali, favorire l’utilizzo di materie seconde, estendere la loro durata e promuoverne il riciclo: Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO 13 Activ’Air®.

Gyproc Wallboard ECO 13: lastra in gesso rivestito di tipo standard, il cui nucleo in gesso ottimizzato è stato però studiato per ottenere uguali performance con un più basso impatto per l’ambiente rispetto ad una classica lastra di tipo standard, il tutto anche a vantaggio dell’applicatore data la leggerezza, caratterizzate da un contenuto di materiale riciclato certificato pari a circa l’8%.

Gyproc DuraGyp ECO 13 Activ’Air®: lastra in gesso rivestito di tipo prestazionale, con densità incrementata del nucleo che è additivato con fibre di vetro e fibre di legno, per garantire al prodotto un elevato grado di durezza superficiale e di resistenza meccanica, con un ridottissimo assorbimento d’acqua, caratterizzate da un contenuto di materiale riciclato certificato pari a circa il 35%. Queste lastre, inoltre, grazie alla tecnologia Activ’Air®, assorbono e neutralizzano fino al 70% della formaldeide presente nell’aria degli ambienti interni.

cartongesso a basso impatto

I vantaggi del cartongesso a basso impatto ambientale

Le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® a basso impatto ambientale hanno caratteristiche altamente performanti:

  • Ottima lavorabilità: grazie alla facilità di taglio e all’adesione della carta sulla superficie consentono ai professionisti e agli appassionati di fai da te di realizzare progetti personalizzati con precisione e facilità. La flessibilità del cartongesso permette di curvarlo e adattarlo a diverse forme e angolazioni, rendendolo un materiale estremamente versatile.
  • Isolamento acustico: le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® offrono un’eccellente capacità di isolamento acustico, riducendo il trasferimento del rumore tra le stanze e garantendo un ambiente interno più tranquillo e confortevole. Questo aspetto è particolarmente importante per edifici residenziali, uffici e strutture commerciali, dove il comfort acustico è un requisito essenziale per il benessere degli occupanti.
  • Velocità di posa: grazie alla loro facilità di installazione, permettono una posa rapida ed efficiente, riducendo i tempi di lavoro e i costi associati. Questa caratteristica è particolarmente apprezzata sia dai professionisti che dai fai da te, poiché consente di completare i progetti in tempi più brevi, senza compromettere la qualità.
  • Ridotte emissioni di CO2: le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® sono prodotte con un’attenzione particolare alla riduzione dell’impatto ambientale. Il processo di produzione di queste lastre implica una minore quantità di emissioni di CO2 rispetto a prodotti tradizionali, contribuendo a un bilancio ecologico più sostenibile.
  • Resistenza al fuoco: contribuiscono ad incrementare la resistenza al fuoco dei sistemi in cui sono installate, fornendo una maggiore sicurezza all’interno degli edifici.
  • Conformità ai protocolli ambientali: il cartongesso a basso impatto realizzato da Saint-Gobain è conforme ai più rigidi standard e protocolli ambientali, dimostrando l’impegno dell’industria edilizia verso una maggiore sostenibilità.

Le lastre Gyproc Wallboard ECO 13 e Gyproc DuraGyp ECO Activ’Air® sono quindi perfette per gli innumerevoli utilizzi a cui si presta il cartongesso, sia da parte dei professionisti sia dagli appassionati di fai da te, e permettono di ridurre l’impatto ambientale di un materiale edile molto diffuso, senza rinunciare alla qualità e garantendo un elevato comfort abitativo. Queste soluzioni rappresentano un passo avanti verso un’edilizia sempre più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Tutto quello che devi sapere sul ripristino del calcestruzzo ammalorato

ripristino calcestruzzo ammalorato

Il calcestruzzo è uno dei materiali più utilizzati in edilizia: è economico e si caratterizza per la velocità di messa in opera e la facilità di utilizzo.

Ma quanto è resistente e durabile il calcestruzzo? Gli agenti esterni possono essere particolarmente aggressivi, soprattutto se combinati tra loro, e portare a notevoli danni al calcestruzzo, causando gravi conseguenze sulla sicurezza e l’integrità delle costruzioni. Pertanto, è essenziale sottoporre regolarmente le strutture a ispezioni e valutazioni per individuare eventuali problemi e, in caso fosse necessario, intraprendere azioni tempestive di ripristino del calcestruzzo ammalorato, per garantire una lunga vita a edifici e infrastrutture.

Quali sono le cause del deterioramento del calcestruzzo

Per il corretto ripristino del calcestruzzo ammalorato è fondamentale comprendere cosa ha causato i danni, così da poter definire le migliori azioni correttive. Le principali cause di deterioramento del calcestruzzo sono:

  • Una cattiva esecuzione, probabilmente la causa più diffusa in Italia. Una cattiva realizzazione può comprendere la scelta di materiali economici di qualità non eccelsa, ma anche una scarsa cura nei getti e nelle riprese di getto, una presenza eccessiva di acqua negli impasti, l’assenza di vibratura, la progettazione di armature molto fitte, l’assenza di sgocciolatoi che agevolino il ristagno di elementi aggressivi.
  • Gli agenti atmosferici a cui gli edifici sono costantemente esposti. L’esposizione prolungata a fenomeni climatici come pioggia, gelo, neve e calore intenso, infatti, può causare la disgregazione superficiale del calcestruzzo. Inoltre, le variazioni di temperatura possono creare tensioni interne nel materiale, portando alla formazione di crepe e fenditure.
  • Gli agenti chimici e aggressivi presenti nell’ambiente (acque sotterranee, sale impiegato per il disgelo, cloruri e solfati provenienti) e che possono penetrare nel calcestruzzo causano dei danni come corrosioni, rigonfiamenti e formazione di efflorescenze.
  • Le infiltrazioni d’acqua, particolarmente insidiose da riconoscere tempestivamente, possono causare fenomeni di corrosione delle armature e compromettere la stabilità strutturale dell’elemento in calcestruzzo.
  • I carichi strutturali eccessivi su una struttura in calcestruzzo, dati da carico statico o dinamico, possono causare la comparsa di fessure e deformazioni, compromettendo la capacità della struttura di sostenere il peso in modo sicuro.
  • I processi di carbonatazione dovuti all’anidride carbonica presente nell’aria. La reazione chimica tra anidride carbonica e calce del cemento, infatti, inizia in superficie per poi progredire all’interno del calcestruzzo, abbassandone il pH e causando la corrosione delle armature protette dall’alcalinità del cemento nuovo.

risanamento calcestruzzo

Diagnosi del calcestruzzo ammalorato e tipologie di ripristino

La diagnosi accurata di calcestruzzo ammalorato è fondamentale per affrontare il problema in modo efficace e definire le giuste azioni correttive. Una valutazione approfondita delle condizioni del calcestruzzo consente di individuare le aree colpite dal deterioramento e di determinare il grado dei danni presenti. La diagnosi può avvenire con semplici ispezioni visive che forniscono una panoramica iniziale delle aree e che possono stabilire se è necessario proseguire con ulteriori analisi. Si passa poi a prove non distruttive da effettuare con metodologie diagnostiche che permettono di ottenere informazioni sullo stato del calcestruzzo senza danneggiare la struttura; oppure a carotaggi e prove distruttive, per i casi più complessi, che permettono di prelevare campioni di calcestruzzo dalle zone sospette per analizzarne la composizione e le proprietà. Sebbene distruttive, queste prove forniscono dati più accurati sulle caratteristiche del calcestruzzo e la sua resistenza. La successiva analisi dei materiali, come test di resistenza, analisi chimiche e indagini petrografiche, permettono di comprendere la composizione del calcestruzzo e i meccanismi di deterioramento.

A conclusione delle indagini si definisce quale tipologia di ripristino del calcestruzzo ammalorato è necessario apportare. Il ripristino, infatti, può essere corticale o strutturale.

Il ripristino corticale si concentra principalmente sulla superficie del calcestruzzo, intervenendo per riparare danni superficiali, crepe e scagliamenti. Questa tecnica permette di migliorare l’estetica dell’edificio e protegge il materiale dai danni atmosferici e da ulteriori degradazioni superficiali.

Il ripristino strutturale, invece, si concentra sulla riparazione delle componenti interne del calcestruzzo danneggiato. Questa tecnica di ripristino del calcestruzzo ammalorato è rivolta a risolvere problemi strutturali più gravi, come la corrosione delle armature, le fessurazioni profonde o la perdita significativa di resistenza. L’obiettivo principale del ripristino strutturale è garantire la stabilità e la sicurezza delle costruzioni, preservandone la capacità portante e prolungandone la durata nel tempo.

Come ripristinare il calcestruzzo

Una volta individuate le cause e l’entità del danno, è possibile procedere con le azioni di risanamento del calcestruzzo.

  1. Preparazione della superficie: prima di procedere con il ripristino, è fondamentale preparare adeguatamente la superficie del calcestruzzo, ciò include la rimozione di eventuali detriti, polvere, residui di vernice o pittura, nonché la pulizia accurata delle zone ammalorate. Una superficie pulita e ben preparata garantirà una migliore adesione dei materiali di ripristino.
  2. Scelta dei materiali di ripristino: una volta preparata la superficie, è necessario selezionare i materiali di ripristino più adatti. Le malte per il ripristino del calcestruzzo offrono eccellenti proprietà adesive e meccaniche, consentendo di riparare in modo efficace le zone danneggiate. È importante scegliere prodotti di qualità e rispondenti alle esigenze specifiche della situazione, come webertec ripara ultra, l’innovativa malta di Saint-Gobain Italia, specifica per il ripristino del calcestruzzo. Grazie alla sua formula avanzata e alle prestazioni superiori offre un’efficace protezione e rinforzo delle strutture in calcestruzzo danneggiate, garantendo una riparazione durevole e affidabile nel tempo.
  3. Applicazione dei materiali di ripristino: l’applicazione delle malte di ripristino deve essere eseguita seguendo le istruzioni del produttore e con attenzione ai dettagli. Per applicare correttamente la malta webertec ripara ultra, è necessario inumidire la zona da ripristinare e procedere con una cazzuola, cercando di garantire una distribuzione uniforme e un’adeguata copertura delle zone ammalorate, aiutandosi con un asse di legno e un frattazzo con spugna leggermente umido.
  4. Livellamento e rifinitura: dopo l’applicazione della malta per il ripristino del calcestruzzo, è necessario livellare e rasare la superficie con un rasante specifico per ottenere un aspetto uniforme e un’adeguata aderenza. Una volta che il rasante è asciutto è possibile applicare un primer e poi tinteggiare.

Al termine delle azioni di ripristino del calcestruzzo è buona pratica programmare degli interventi di verifica e, se necessario, di manutenzione ordinaria, soprattutto su elementi di carattere strutturare come travi e pilastri.

Schemi di posa piastrelle: idee e spunti per la tua casa

schemi posa piastrelle

Le piastrelle sono un elemento chiave per la progettazione degli interni di casa. Rivestimenti e piastrelle, infatti, possono dare carattere e personalità agli ambienti in base alla scelta di dimensioni, materiali e colori. Ma c’è un altro elemento fondamentale che può determinare lo stile della casa e rendere un ambiente più accogliente e piacevole, che spesso viene valutato solo in un secondo momento: lo schema di posa delle piastrelle, ossia l’impostazione che determina l’aspetto visivo e la percezione degli spazi. Ma come si sceglie lo schema più adatto alle proprie esigenze e alla propria casa?

Come scegliere gli schemi di posa piastrelle

La scelta di come posare le piastrelle dipende da diversi fattori che influenzano l’estetica e la funzionalità degli ambienti.

  • Le dimensioni della stanza giocano un ruolo cruciale nella scelta dello schema di posa. In stanze piccole, schemi di posa più semplici e lineari possono aiutare a creare l’illusione di uno spazio più ampio. D’altra parte, in stanze più grandi, si può optare per schemi di posa più complessi e decorativi per aggiungere interesse visivo.
  • Lo stile architettonico è fondamentale nella scelta dello schema di posa delle piastrelle. Per esempio, uno schema di posa tradizionale potrebbe andare bene in una casa classica, mentre uno schema più moderno o audace potrebbe adattarsi meglio a una casa contemporanea.
  • Lo stile dell’arredamento, inoltre, influisce sulla coerenza visiva degli interni. Una scelta interessante e sempre più diffusa è quella di scegliere uno schema di posa che si integri con lo stile degli arredi per creare un ambiente armonioso.
  • Materiale e forma delle piastrelle giocano un ruolo importante nella scelta dello schema di posa. Ad esempio, le piastrelle rettangolari possono essere posate in diversi modi per creare effetti visivi unici, mentre quelle quadrate permettono di creare un ambiente particolarmente personalizzato se scelte in tonalità diverse.

Posa piastrelle a correre

Noto anche come “posa in fila”, lo schema a correre è il più semplice, è spesso utilizzato in ambienti minimalisti e moderni ed è indicato per piastrelle rettangolari in gres, parquet o laminato.

Lo schema a correre si ottiene posando gli elementi in modo parallelo rispetto alle pareti, creando linee orizzontali che aiutano a percepire gli spazi come più ampi. Questo tipo di schema si adatta anche ad una disposizione in diagonale, in grado di nascondere eventuali difetti dati da pareti fuori squadra, come in caso di pareti irregolari e ad angolo non retto.

La posa a correre è perfetta sia per stanze ampie, esaltandone gli spazi, sia per stanze piccole o strette, come i bagni o i corridoi, dove si desidera dare l’illusione di uno spazio più ampio.

posa piastrelle spina di pesce

Posa piastrelle a spina di pesce

Lo schema di posa pavimenti a spina di pesce, noto anche come “posa a lisca di pesce”, è un’opzione di design più elaborata che dona carattere e dinamicità; infatti, le piastrelle sono posate a un angolo di 45 gradi, creando una serie di “V” che si sovrappongono. Questo schema aggiunge un tocco di eleganza e movimento agli interni ed è particolarmente adatto per pavimenti in legno, parquet o per piastrelle rettangolari particolarmente lunghe e strette.

I principali schemi di posa a spina di pesce sono tre:

  • Schema a spina di pesce italiana, caratterizzato da elementi di forma rettangolare di dimensioni identiche, che vengono disposti in modo che la testa di uno combaci con il fianco dell’altro. Uno schema molto elegante che permette di creare movimento senza interruzioni;
  • Schema a spina di pesce francese, particolarmente complesso e con una storia antica che lo rende tipico di ambienti raffinati e prestigiosi. Questo schema si caratterizza per il taglio della parte superiore dei listelli ad un’angolazione di 45°, che vengono installati testa contro testa;
  • Schema a spina di pesce ungherese, simile a quello francese, ma prevede un taglio dei lati corti dei listelli con un’inclinazione di 30° o 60°.

posa piastrelle a scacchiera

Posa piastrelle a scacchiera

Lo schema di posa a scacchiera è perfetto per chi cerca un motivo particolare e originale, che ben si adatta sia a contesti moderni che a stili più classici. Lo schema a scacchiera prevede l’alternanza di due colori di piastrelle (solitamente chiaro e scuro): il classico abbinamento bianco e nero è perfetto per la cucina e il bagno, mentre sfumature più tenui si adattano meglio al soggiorno. Il trucco per creare l’effetto più adatto alle proprie esigenze e dato dalla scelta di colori che andranno a comporre la scacchiera e dalla scelta delle dimensioni delle piastrelle. Questo schema di posa è molto versatile e può essere utilizzato sia per pavimenti che per pareti. È perfetto per aggiungere un tocco di stile e un design accattivante a qualsiasi ambiente.

I materiali migliori per la posa delle piastrelle

Una volta definito lo schema più adatto e selezionate le piastrelle, è necessario scegliere materiali di posa di qualità, affinché la posa piastrelle sia sicura e duratura.

Saint-Gobain Italia offre una vasta gamma di prodotti per la posa dei pavimenti, adatti ad esigenze e materiali differenti:

weberfloor Zero30: livellante rasante a presa rapida, ideale per rettifica di massetti e intonaci anche con residui di colla cementizia, e irregolarità fino a 30 mm, recuperabili con una sola mano. Perfetto per la posa di gres a basso spessore, ceramica, pietre naturali, marmi e parquet.

webercol ultragres 400: adesivo cementizio deformabile caratterizzato da elevata capacità bagnante per incollaggio ad alta resistenza. Adatto ad uso interno ed esterno, perfetto sia per pavimento sia per rivestimento a parete. Perfetto per la posa di ceramiche, gres porcellanato a basso spessore e gres ceramico di grande formato, ma anche mosaico, pietre naturali e marmi.

webercolor premium: stucco decorativo cementizio colorato ad alta resistenza, per fughe fino a 15 mm. Un prodotto ad alte prestazioni, idrorepellente e anti-macchia; la tecnologia Protect3 agli ioni d’argento gli conferisce elevata resistenza a batteri, muffe e funghi. Perfetto per la posa di qualsiasi tipologia di ceramica, marmo, mosaico vetroso o ceramico e materiali compositi artificiali.