Intonaci a base gesso per l’interno: il comfort è naturale

intonaco a base gesso

In ambito edilizio, l’intonaco costituisce il rivestimento delle pareti in muratura nei sistemi costruttivi tradizionali, assolvendo una funzione protettiva ma anche estetica.  

Gli intonaci edilizi 

Esistono diversi tipi di intonaco; quelli in polvere sono classificabili in base al legante impiegato per conferire alle particelle solide la consistenza di una massa coerente. Le più comuni sono: 

  • la calce; negli intonaci viene adoperata sia la calce aerea (detta anche “calce viva”), ossia l’ossido di calcio ottenuto dalla cottura delle rocce carbonatiche, sia la calce spenta (ottenuta per mezzo dell’idratazione della calce viva). In alternativa, si utilizza la calce idraulica, ricavata dalla cottura e successiva idratazione di calcari argillosi; 
  • il cemento, derivato dalla cottura di rocce calcaree, marna e argilla; 
  • il gesso, ovvero il solfato di calcio ottenuto, tramite macinazione e cottura, dalla pietra di gesso. 

Scegliere l’intonaco per interni 

La scelta dell’intonaco per le pareti interne incide in maniera significativa sul comfort domestico e, in particolare, sulla qualità dell’aria; ragion per cui, è consigliabile optare per un rivestimento ecocompatibile che migliori il benessere abitativo. In tal senso, gli intonaci a base di gesso rappresentano la scelta ottimale, per via delle loro caratteristiche materiali e prestazionali. 

Caratteristiche e vantaggi dell’intonaco a base di gesso 

L’intonaco a base di gesso si caratterizza anzitutto per la spiccata rapidità e flessibilità di utilizzo; in aggiunta, si tratta di un prodotto economico, affidabile e durevole. È indicato principalmente per le applicazioni da interno, in quanto garantisce una serie di notevoli vantaggi tecnici, materiali e prestazionali: 

 

Caratteristiche e vantaggi dell’intonaco a base di gesso 

L’intonaco a base di gesso si caratterizza anzitutto per la spiccata rapidità e flessibilità di utilizzo; in aggiunta, si tratta di un prodotto economico, affidabile e durevole. È indicato principalmente per le applicazioni da interno, in quanto garantisce una serie di notevoli vantaggi tecnici, materiali e prestazionali: 

  • Naturalità: il legante presente in questo tipo di intonaco è una sostanza completamente naturale; 
  • Sostenibilità: la lavorazione della pietra di gesso ha un ridotto impatto ambientale, poiché richiede meno energia rispetto a quella necessaria per ottenere altri leganti per intonaco; 
  • Traspirabilità: il gesso è dotato di una particolare microstruttura che rende l’intonaco traspirante, contribuendo a migliorare la salubrità degli ambienti domestici interni; 
  • Regolazione dell’umidità: grazie ad un ottimo comportamento igroscopico, il gesso assorbe l’umidità in eccesso presente nell’aria per poi cederla quando il tasso di umidità si riduce eccessivamente; 
  • Adatto agli ambienti umidi: l’intonaco a base di gesso è indicato anche per ambienti umidi quali bagno e cucina, per via della notevole capacità igroscopica; 
  • l’intonaco a base di gesso è particolarmente indicato per ambienti umidi quali bagno e cucina, per via della notevole capacità igroscopica; 
  • Comfort tattile: gli intonaci a base di gesso arricchiti con perlite espansa offrono una sensazione tattile simile a quella offerta dai rivestimenti in legno. 

Posa dell’intonaco: ciclo applicativo 

La posa di un intonaco a base di gesso in ambienti domestici interni prevede quattro fasi d’intervento: 

  • Pulizia e preparazione del supporto mediante la rimozione delle parti fragili e incoerenti, servendosi di uno scalpello e un martello e avendo cura di non danneggiare la muratura sottostante; 
  • Stesura dell’intonaco. Dopo aver posizionato i paraspigoli e le fasce di riferimento, il prodotto va impastato seguendo le indicazioni riportate nella scheda tecnica. Dopo circa due ore dall’applicazione, l’intonaco deve essere lamato per eliminare la pellicola superficiale ed eventuali irregolarità di sottofondo; 
  • Rasatura. Sul supporto completamente asciutto va eseguita la rasatura dell’intonaco, applicando uno strato di rasante a base di gesso fino ad ottenere una superficie omogenea e regolare; 
  • Finitura. Completata la rasatura, la parete va trattata con un apposito prodotto di finitura, a seconda del risultato che si vuole ottenere. 

All’interno del catalogo multimarca di Saint-Gobain è possibile reperire tutti i prodotti necessari alla realizzazione di un intonaco a base di gesso ad elevate prestazioni e con finiture di pregio. In particolare, si consiglia di utilizzare: 

  • Gyproc Monocote Light: formulazione per uso interno a base di gesso, Anidrene, perlite espansa e additivi specifici, indicata per la posa di intonaci monostrato. In alternativa, si può impiegare Gyproc Surmix, indicato per intonaci leggeri bistrato; 
  • Gyproc Into Alfa: intonaco premiscelato ad applicazione meccanica a base di gesso, inerte calcareo e Anidrene Alfa, specifico per intonaci monostrato o bistrato per finiture di tipo ‘civile’; 
  • Gyproc Rasocote 5 plus Activ’Air®: intonaco per uso interno, premiscelato a base di gesso emidrato con tecnologia Activ’Air®; 
  • Gyproc Rasocote 9: rasante per uso interno ideale per realizzare una finitura bianca liscia su intonaci premiscelati grezzi a base gesso emidrato; 
  • Weberdeko: gamma di idropitture per interni a marchio weber. 

Cartongesso: 4 soluzioni per la cucina

cucina cartongesso

La cucina è l’ambiente domestico più utilizzato per l’accoglienza degli ospiti e i momenti di convivialità, oltre ad essere vissuto quotidianamente durante la preparazione e il consumo dei pasti. Di conseguenza, è bene che gli spazi vengano organizzati in maniera pratica e funzionale, adottando soluzioni moderne ed originali. A tal proposito, i sistemi in gesso rivestito rappresentano un’opzione ottimale, in quanto si tratta di un materiale versatile e di facile utilizzo, che consente di realizzare soluzioni di vario tipo, in base a specifiche esigenze nonché al gusto personale.

Interventi in cartongesso per la cucina

Il cartongesso, grazie alla facilità di posa ed alle ampie possibilità di finitura con tecniche diverse, è il materiale più adatto al restyling della cucina mediante la realizzazione di sistemi a secco; di seguito, ecco quattro interventi pratici e funzionali:

  • Controsoffitto in gesso rivestito con illuminazione integrata. Una soluzione di questo tipo può contribuire a migliorare la diffusione della luce all’interno dell’ambiente, adattandosi alle esigenze tecniche ed alle preferenze di carattere estetico. Integrando nella struttura a secco un sistema di illuminazione a LED è possibile, inoltre, migliorare l’efficienza energetica della cucina, riducendo i consumi rispetto alle lampade tradizionali. Grazie all’elevata flessibilità di utilizzo del gesso rivestito, il sistema può estendersi sull’intera superficie del soffitto o interessare solo una parte della cucina come, ad esempio, il piano cottura o un’isola.

  • Nicchie in gesso rivestito. Rappresentano una valida opzione per creare soluzioni di design pratiche e funzionali, da modulare in base alle proprie necessità ed allo spazio disponibile. Inoltre, sono un’ottima alternativa agli arredi mobili ed all’installazione di mensole e pensili. Le nicchie in gesso rivestito possono essere utili per riporre bottiglie, stoviglie, pentolame ed elettrodomestici.

  • Cucina a incasso. Negli open space è consigliabile implementare una suddivisione funzionale degli spazi; in particolare, è bene separare la cucina dal resto dell’ambiente. A tale scopo, è possibile realizzare un sistema a secco, composto da elementi strutturali in cartongesso all’interno dei quali incassare i grandi elettrodomestici, il piano cottura e inserire mensole, nicchie, una cappa o un controsoffitto con illuminazione integrata.

 

  • Cappa integrata o a incasso. Una struttura in gesso rivestito consente di incassare anche la cappa della cucina per l’aspirazione dei fumi di cottura, assieme alla canalizzazione necessaria per convogliarli all’esterno della cucina. In aggiunta, è possibile realizzare un sistema a secco anche per coprire la cappa esistente nell’ambito di un restyling dell’intero ambiente. In entrambi i casi, la struttura in gesso rivestito deve essere progettata e realizzata in relazione alle dimensioni della cappa e degli elementi di canalizzazione.

La progettazione

Ciascuno degli interventi sopra descritti va anzitutto progettato in maniera accurata e meticolosa, per individuare le varie fasi di intervento e disporre di tutti gli utensili e materiali necessari. Poiché si tratta di lavori contraddistinti da un certo grado di complessità, è consigliabile affidarsi a tecnici ed installatori specializzati, in special modo se il sistema a secco implica l’integrazione con un impianto domestico.

Utensili e materiali occorrenti

La realizzazione di un sistema a secco in gesso rivestito richiede l’impiego dei seguenti materiali:

  • Profili metallici a ‘U’ e a ‘C’;
  • Lastre in gesso rivestito;
  • Tasselli ad espansione;
  • Viti filettate per lastre a base gesso;
  • Nastro mono o biadesivo in polietilene;
  • Stucco a base gesso;
  • Nastro di rinforzo per il trattamento dei giunti;
  • Paraspigoli in acciaio o PVC.

Per quanto riguarda gli utensili, occorre avere a disposizione: matita, metro, livella, cesoie per laminati (o una mola da taglio), cutter per cartongesso, trapano avvitatore, carta vetrata, spatola e frattone.

Realizzazione del sistema a secco

Fatta eccezione per la controsoffittatura, che richiede un ciclo di intervento specifico, la realizzazione di un sistema in cartongesso avviene mediante i seguenti passaggi:

  • Sagomare i profili metallici a U in base alle esigenze progettuali;
  • Applicare il nastro mono o biadesivo in polietilene sul retro dei profili e fissarli al supporto (parete o pavimento);
  • Vincolare i profili metallici a U, mediante tasselli ad espansione;
  • Sagomare su misura le lastre in gesso rivestito, a seconda delle superfici da tamponare;
  • Avvitare le lastre ottenute alla struttura adoperando specifiche viti e un trapano avvitatore;
  • Stuccare le teste delle viti;
  • Trattare i punti di giunzione tra i pannelli con stucco a base gesso e carta microforata;
  • Rinforzare gli spigoli affogando un paraspigolo in acciaio o PVC nello stucco.

 

I materiali Saint-Gobain da utilizzare

Nel catalogo di Saint-Gobain sono inclusi tutti i materiali da utilizzare per realizzare un qualsiasi sistema in cartongesso per la cucina:

  • Gyproc Gyprofile, profili laminati a ‘U’, anticorrosivi, dielettrici e antifingerprint, ideali per l’allestimento per strutture di supporto ai sistemi in cartongesso;
  • Nastro mono o biadesivo Gyproc, una guarnizione in polietilene espanso a cellule chiuse;
  • Pannelli di cartongesso a marchio Gyproc. Per le applicazioni in cucina, in particolare, è possibile utilizzare lastre standard Gyproc Wallboard dotate di un nucleo in gesso emidrato reidratato. In alternativa, si consigliano le lastre a ridotto assorbimento di umidità Gyproc Hydro, le lastre Gyproc Habito® Forte per un’elevata resistenza meccanica e alta attrezzabilità, oppure

Gyproc DuraGyp Activ’Air®, caratterizzate da un nucleo additivato con fibre di vetro e di legno;

#FaiConIMakers, Giuseppe Conte monta due mensole angolari in cartongesso

mensole-angolari-cartongesso

 

Nuovo progetto ‘casalingo’ di fai da te per Giuseppe Conte di Makers at Work, che realizza una coppia di mensole angolari in cartongesso per la cucina di casa. Come già accaduto in precedenza, Saint-Gobain ha fornito assistenza tecnica e materiale, mettendo a disposizione del maker abruzzese tutti i prodotti necessari alla realizzazione dell’opera.

L’allestimento della struttura

Dopo aver segnato il perimetro delle due scaffalature usando del nastro adesivo, Giuseppe Conte procede al taglio dei profili metallici (per evitare che le mensole abbiano uno spessore eccessivo, opta per i profili destinati in genere alla realizzazione dei controsoffitti in cartongesso). Fatto ciò, realizza la struttura portante eseguendo i seguenti passaggi:

  • Vincola le guide a U alle pareti mediante tasselli a percussione;
  • Ritaglia i montanti per ottenere i profili interni alle mensole (lunghezza: 22 cm);
  • Fissa i montanti interni alle guide tramite viti autofilettanti punta trapano;
  • Ritaglia pannelli di cartongesso su misura da una lastra più grande, servendosi di un cutter;
  • Ricopre con il cartongesso la parte superiore del ripiano posto più in basso servendosi di apposite viti autofilettanti;
  • Tampona la faccia inferiore della mensola posta più in alto;
  • Fissa una guida a U verticale di supporto tra le due mensole, in coincidenza del lato più esterno;
  • Ritaglia un pannello di cartongesso di dimensioni tali da tamponare l’intercapedine tra le due mensole;
  • Fissa il pannello al montante verticale ed ai supporti orizzontali con viti per cartongesso;
  • Ripete la medesima operazione dall’altro capo delle mensole; stavolta, però, il profilo è più alto della mensola superiore;
  • Crea una struttura a sostegno dei pannelli verticali utilizzando dei montanti ricavati dai laminati metallici;
  • Ritaglia su misura i pannelli di cartongesso necessari a tamponare la parte inferiore della mensola posta più in basso;
  • Vincola i pannelli ritagliati alla struttura metallica che sostiene la mensola;
  • Riveste con listelli di cartongesso anche le facce a vista dei profili metallici.

Stuccatura e finitura

Ultimate le operazioni per l’allestimento della struttura delle mensole, Giuseppe Conte si occupa delle rifiniture. Il procedimento ricalca quello comunemente utilizzato su sistemi a secco di maggiore estensione:

  • Inserisce i paraspigoli autoadesivi, dopo averli opportunamente sagomati;
  • Stucca le teste delle viti, i punti di giunzione tra le parti in cartongesso e i paraspigoli;
  • Carteggia le imperfezioni della prima stuccatura prima di eseguire una seconda stuccatura;
  • Completa la regolarizzazione delle superfici con una terza mano, più leggera, di stucco;
  • Lasciato asciugare lo stucco, tratta le superfici con un primer di preparazione per cartongesso;
  • Sigilla le giunzioni tra le mensole e le pareti in muratura con del silicone verniciabile;
  • Rifinisce le mensole con una mano di idropittura traspirante e coprente.

I materiali Saint-Gobain utilizzati

Nella realizzazione delle mensole angolari per la propria cucina, Giuseppe Conte ha attinto al catalogo multimarca di Saint-Gobain utilizzando, in particolare, i seguenti materiali:

  • Gyproc Gyprofile, profili metallici dielettrici, anticorrosivi e antifingerprint specifici per la realizzazione di sistemi in cartongesso;
  • Gyproc Habito Activ’Air®, lastre con nucleo di gesso rinforzato da fibre di vetro, adatte soprattutto ad utilizzi in ambito residenziale. La tecnologia Activ’Air® fa sì che i pannelli assorbano e neutralizzino il 70% della formaldeide presente negli ambienti domestici di destinazione;
  • Gyproc Aquabead, paraspigolo autoadesivo; è formato da un’anima di PVC rivestita di carta microforata. L’adesivo che ricopre la superficie si attiva a contatto con l’acqua, rendendo l’applicazione estremamente rapida;
  • Gyproc EvoPlus 60, stucco in polvere per cartongesso arricchito da additivi specifici, caratterizzato da elevata lavorabilità;
  • Gyproc LY13, viti autofilettanti testa piatta punta trapano, per il vincolo delle strutture metalliche
  • Gyproc Punta Chiodo, viti autofilettanti per il vincolo delle lastre alle strutture metalliche
  • weberprim RA13, primer di preparazione a base acqua;
  • weberpaint mistral, idropittura lavabile, traspirante e coprente per uso interno.

Interior design: i colori Pantone per pareti e pavimenti

pantone giallo muri casa

Uno degli aspetti di cui si occupa l’architettura d’interni è la scelta della giusta tonalità di colore da utilizzare per la finitura di pareti e pavimenti. Essa contribuisce non solo a caratterizzare gli ambienti dal punto di vista estetico, ma può incidere anche sulla valorizzazione della luce e, più in generale, sul livello di comfort visivo all’interno degli spazi abitativi.

Le innumerevoli tonalità cromatiche utilizzabili per la tinteggiatura degli interni sono catalogate mediante il Pantone Matching System, standard messo a punto da Pantone, l’azienda specializzata in soluzioni cromatiche per grafica e design che, a partire dal 2000, contribuisce a definire i trend del settore selezionando il “Colore dell’anno”, anche per l’architettura d’interni.

I “Pantone Color of the Year” per le pareti

Tra i “Colors of the Year” selezionati da Pantone, due appaiono particolarmente adatti alla tinteggiatura delle pareti:

  • Tigerlily: eletto “Color of the Year” nel 2004, è una sfumatura di arancione ispirata al Giglio tigrato, un fiore di origine asiatica. Mescolando quantità diverse di giallo e rosso, questa nuance particolarmente vivace è in grado di trasmettere passione ed energia. Se utilizzato per il design d’interni – su una parete del soggiorno, della cucina o della camera da letto – rappresenta una nota caratterizzante e vagamente esotica in grado di rendere l’ambiente più caldo e accogliente;

  • Mimosa: anche il “Colore dell’anno” 2009 è ispirato ad un fiore. Si tratta di una tonalità di giallo intenso, che richiama quello dei fiori dell’albero di mimosa. Questa nuance trasmette le principali caratteristiche associate al colore giallo, ossia la vivacità, la creatività, l’immaginazione e l’innovazione. È inoltre una sfumatura particolarmente versatile, ideale per impieghi differenti anche nell’ambito dell’interior design. Il Giallo Mimosa Pantone può essere impiegato per la tinteggiatura, anche solo di una parete d’accento, del soggiorno oppure di uno studio per conferire maggiore luminosità all’ambiente.

 

I colori Pantone per dipingere i pavimenti

Se per la tinteggiatura è possibile ‘osare’, impiegando tonalità sgargianti e di grande impatto visivo, per i pavimenti si tende a preferire sfumature neutre, che possano fungere da ‘base’ per i vari accostamenti che caratterizzano il profilo cromatico di ciascun ambiente. In tal senso, tra i vari “Colori dell’anno” Pantone, ne spiccano due in particolare:

  • Ultimate Gray: è uno dei due “Colors of the Year” 2021, insieme a Illuminating Yellow. Questa tonalità di grigio, come sottolinea Pantone nella nota stampa di presentazione, “è un richiamo a elementi saldi e affidabili, che durano nel tempo e offrono solide basi”. Ispirata al colore dei ciottoli sulla spiaggia, nonché alla sfumatura assunta dagli elementi naturali che invecchiano, evoca la capacità di questi di resistere allo scorrere del tempo. Ultimate Gray – sottolinea l’azienda – “rassicura con discrezione, favorendo sensazioni di compostezza, fermezza e resilienza” che si addicono perfettamente alla realizzazione di un pavimento neutro all’interno di ambienti in stile moderno o industriale;

  • Sand Dollar, scelto come “Colore dell’anno” nel 2006, è una tonalità neutra e calda, seppur rilassante. La particolare denominazione è dovuta probabilmente al richiamo alle spiagge incontaminate oppure alle distese desertiche; non a caso, questa nuance si presta ad essere inserita anche in contesti il cui design includa elementi naturali ed organici. Se utilizzato per la tinteggiatura dei pavimenti, conferisce all’ambiente un aspetto elegante ed essenziale.

I prodotti Saint-Gobain da utilizzare

Saint-Gobain offre un ampio catalogo di soluzioni grazie alle quali utilizzare i colori Pantone per le finiture da interno.

Le idropitture per interni weberpaint sono caratterizzate da spiccata versatilità e facilità di impiego, oltre ad essere adatte per la tinteggiatura delle pareti in svariati contesti. Inoltre, grazie al sistema tintometrico webercolorlook, sono tinteggiabili con 1950 colori diversi, rispondendo così ad ogni esigenza di interior design.

La gamma weberfloor, invece, include malte cementizie livellanti a presa rapida e autolivellanti, per applicazioni da interno o da esterno nell’ambito di contesti abitativi o industriali.

Interventi in cartongesso per il bagno: quali sono e come realizzarli

cartongesso-bagno

Il bagno è uno degli ambienti della casa più soggetto a lavori di ristrutturazione e ammodernamento. Di solito gli interventi di questo tipo vengono eseguiti in muratura, anche se, sempre più spesso, si fa ricorso a sistemi a secco in cartongesso, che rappresentano una soluzione più pratica e versatile dal punto di vista costruttivo.

Quali sono gli interventi in cartongesso realizzabili in bagno

I sistemi a secco hanno tempi di posa molto rapidi e si adattano a qualsiasi contesto di applicazione. Inoltre, sono particolarmente flessibili, in quanto possono essere rifiniti con idropitture per interni o piastrellati. All’interno dell’ambiente bagno è possibile adottare questo tipo di soluzione per realizzare una parete divisoria per un vano doccia di design o per ridefinire la distribuzione degli spazi, separando l’area riservata ai sanitari dal resto del bagno. Negli ambienti di grandi dimensioni, l’inserimento di un sistema a secco può essere funzionale alla creazione di una laundry room, ossia uno spazio deputato a locale lavanderia. Inoltre, una struttura in cartongesso può essere destinata alla realizzazione di una parete attrezzata (con mensole e vani portaoggetti) o di un supporto per il lavabo o la vasca da bagno; in alternativa, è possibile sfruttare il sistema a secco per trasformare la vasca in un box doccia, così da ottimizzare gli spazi a disposizione.

Come progettare l’intervento

La fase di progettazione, fondamentale per qualsiasi intervento, cambia a seconda della soluzione che si intende realizzare. è necessario tenere presente alcuni fattori di riferimento, in particolare gli spazi disponibili e la distribuzione degli arredi all’interno del bagno, affinché la struttura a secco risulti funzionale, senza aumentare gli ingombri del bagno né limitare l’accessibilità ai sanitari e alla doccia (o alla vasca). Fatte queste valutazioni, è necessario effettuare le misurazioni e scegliere una soluzione adeguata, anche in termini di layout interno.

Utensili e materiali necessari

Per realizzare un sistema a secco in bagno occorrono: profili metallici a ‘U’, nastro biadesivo, viti filettate, tasselli ad espansione, lastre di cartongesso a basso assorbimento di umidità, nastro in carta microforata e stucco per cartongesso. Gli utensili necessari, invece, sono: matita, metro, livella, trapano avvitatore, cutter per cartongesso, cesoia per laminati (o mola da taglio), spatola e frattone.

Realizzare il sistema a secco

Il ciclo d’intervento necessario per allestire un sistema a secco all’interno del bagno prevede la realizzazione dei seguenti passaggi:

  • Tagliare su misura i profili metallici a ‘U’;
  • Applicare il nastro biadesivo sul retro dei profili metallici;
  • Far aderire i laminati ai supporti in muratura (pareti o pavimenti);
  • Vincolare i profili metallici con i tasselli ad espansione;
  • Ricavare dai laminati i montanti interni della struttura;
  • Vincolare i montanti al telaio per mezzo di apposite viti filettate;
  • Tagliare le lastre di cartongesso su misura per ricavare i pannelli necessari al tamponamento dell’intelaiatura metallica;
  • Fissare i pannelli di gesso rivestito alla struttura con le viti filettate;
  • Stuccare le teste delle viti con stucco per cartongesso;
  • Trattare i punti di giunzione tra pannelli affogando uno strato di nastro di carta microforata nello stucco;
  • Carteggiare le superfici per eliminare le irregolarità;
  • Applicare uno strato di primer di preparazione prima di tinteggiare o piastrellare.

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare

Il catalogo di Saint-Gobain Italia offre tutti i materiali e gli accessori necessari per la realizzazione di un sistema a secco in un ambiente bagno:

  • Profili metallici Gyproc Gyprofile: laminati a ‘U’ anticorrosivi, dielettrici e antifingerprint;
  • Nastro biadesivo Gyproc in schiuma di polietilene reticolata;
  • Lastre di cartongesso idrorepellenti Gyproc Hydro e Gyproc Hydro H1, caratterizzate da un’eccellente tenuta in presenza di elevati livelli di umidità; in alternativa, Gyproc Habito® Forte Hydro, che abbina durezza superficiale, resistenza meccanica e attrezzabilità ad una spiccata resistenza al fuoco e all’umidità, grazie alle fibre di vetro che arricchiscono il nucleo in gesso ad alta densità;
  • Stucco per cartongesso Gyproc Evoplus 60, ideale per la rasatura e il trattamento dei giunti in abbinamento al nastro di carta microforata Marco® Spark-Perf®;
  • Paraspigoli in acciaio e viti filettate per lastre ad alta densità a marchio Gyproc.

Come creare una controparete in cartongesso per mascherare piccoli difetti dell’umidità di risalita

Come costruire una parete in cartongesso

L’umidità di risalita è un problema piuttosto comune in ambito edilizio; esso si verifica quando l’acqua, a causa di un fenomeno chiamato “capillarità”, risale dal terreno di fondazione e si infiltra all’interno delle strutture murarie degli edifici. La risalita dell’umidità causa danni estetici, strutturali e degrado alle opere edilizie, specie se gli interventi di impermeabilizzazione alla base delle murature sono stati carenti o inadeguati. Le soluzioni per ovviare a problemi di questo tipo sono diverse; quella principale è rappresentata dalla rimozione dell’intonaco ammalorato per realizzarne uno nuovo, specifico da risanamento, dotato di speciali caratteristiche tecniche e di proprietà fisiche, tra le quali la spiccata traspirabilità. Non sempre però è possibile implementare un intervento del genere, dal momento che il nuovo intonaco – per risultare davvero efficace – deve raggiungere uno spessore di applicazione ben preciso. In tal caso, è possibile optare per una soluzione alternativa e rapida: una controparete in cartongesso che consenta di mascherare l’indesiderato effetto estetico, creando inoltre una camera d’aria che permette la traspirazione delle strutture murarie. Di seguito, vediamo come procedere. 

Utensili e materiali occorrenti 

La realizzazione di una controparete in cartongesso richiede l’impiego dei seguenti materiali: 

  • Profili metallici a ‘C e U’ oppure a omega; 
  • Nastro biadesivo per struttura metallica; 
  • Lastre di cartongesso idrorepellenti; 
  • Tasselli ad espansione; 
  • Viti autofilettanti; 
  • Stucco per cartongesso; 
  • Nastro in carta microforata per armatura giunti; 
  • Primer di preparazione per supporti in cartongesso; 
  • Idropitture traspiranti per uso interno. 

Gli utensili occorrenti, invece, sono: una cesoia (o una mola da taglio), un cutter, una matita, un trapano avvitatore, una livella, un metro, una spatola, un frattone, e un secchio. 

Progettazione del sistema a secco 

Il primo step da affrontare per realizzare una controparete in cartongesso per tamponare l’umidità di risalita consiste nel redigere un progetto di massima. A tale scopo, è necessario effettuare le opportune misurazioni e individuare la soluzione più adatta a seconda delle specifiche esigenze di carattere tecnico. 

Allestimento della controparete 

I passaggi necessari alla realizzazione di una controparete in cartongesso sono i seguenti: 

  • Tagliare a misura i profili metallici per la creazione dell’intelaiatura, servendosi di una cesoia oppure di una mola da taglio; 
  • Nel caso di profili omega, posizionarli in verticale ad una distanza tra loro di massimo 60 cm vincolandoli direttamente alla parete utilizzando tasselli ad espansione; se si desidera allestire una controparete più spessa, è necessario adoperare i profili a ‘C (montanti verticali) e a U (guide orizzontali)’, fissando prima le guide a pavimento e a soffitto con il nastro biadesivo e poi vincolandoli ai supporti con i tasselli ad espansione, a seguire inserire i montanti verticali posti ad una distanza tra loro di massimo 60 cm; 
  • Ricavare dai profili metallici eventuali spezzoni trasversali necessari al rinforzo dell’intelaiatura; 
  • Fissare le componenti metalliche tra loro mediante viti autofilettanti testa piatta punta trapano; 
  • Sagomare le lastre di cartongesso su misura; 
  • Fissare le lastre in cartongesso alla struttura metallica, tramite apposite viti. 

 

Stuccatura e finitura 

Completata l’installazione del sistema a secco, è possibile procedere alle operazioni di finitura. Per prima cosa, bisogna stuccare le teste delle viti e i punti di giunzione tra le lastre con uno stucco a base gesso per cartongesso. Il trattamento dei giunti deve essere completato mediante l’applicazione di uno strato di nastro di rinforzo, posto e annegato tra due strati di stucco. Quando lo stucco è completamente asciutto, si possono rimuovere le imperfezioni superficiali tramite una rapida carteggiatura. Fatto ciò, il supporto va preparato applicando uno strato di primer prima di effettuare la tinteggiatura con un’idropittura per interni altamente traspirante. 

Quali prodotti Saint-Gobain utilizzare 

L’allestimento di una controparete in cartongesso può essere realizzato utilizzando i seguenti prodotti Saint-Gobain: 

  • Gyproc Gyprofile, profili metallici a ‘C e U’, anticorrosivi, dielettrici e antifingerprint, ideali per la realizzazione di strutture di supporto per sistemi in cartongesso; 
  • Gyproc Omega, profili metallici a forma di omega, ideali per la realizzazione di strutture di supporto per sistemi in cartongesso; 
  • Nastro biadesivo Gyproc, una guarnizione in polietilene reticolata impermeabile; 
  • Gyproc Habito® Forte Hydro, una lastra di gesso rivestito con nucleo ad intensità incrementata con fibre di vetro. Ideale per gli ambienti umidi, offre anche un’elevata resistenza meccanica ai carichi ed una notevole durezza superficiale; 
  • Viti autofilettanti Gyproc, specifiche per lastre ad alta densità; 
  • Viti autofilettanti testa piatta punta trapano Gyproc LY13, specifiche per il vincolo tra loro dei profili metallici; 

Nel caso sia possibile eseguire l’intervento con un intonaco da risanamento per eliminare in modo efficace le problematiche causate dalla presenza di umidità da risalita capillare, Saint-Gobain propone gli intonaci della gamma webersan con le loro specifiche finiture e decorazioni. 

 

 

Come creare una testata letto attrezzata in cartongesso

testata-letto-cartongesso

La testata del letto è un elemento che combina il fattore estetico a quello pratico: da un lato, infatti, è parte integrante della struttura, separandola dalla parete e migliorandone il comfort; dall’altro, è la parte più visibile del letto e, di conseguenza, ne definisce lo stile e lo raccorda al resto dell’arredo. In aggiunta può trasformarsi in un elemento multifunzionale, attrezzabile in base alle proprie esigenze e preferenze. Una soluzione di questo tipo può essere realizzata allestendo un semplice sistema a secco in cartongesso.

Progettare una testata attrezzata

Una testiera attrezzata non è vincolata alla struttura del letto ed ha funzione d’arredo, in quanto include mensole, vani portaoggetti e un sistema di illuminazione integrato. Per progettare un elemento di questo tipo è necessario tenere conto delle dimensioni del letto e decidere se la larghezza della testata debba coincidere con quella del letto; in caso contrario, la struttura dovrebbe sporgere non più di 40 cm per ciascun lato. L’altezza va decisa in base alla funzionalità della testiera ma è consigliabile che non superi i 100 cm, così da poter inserire una mensola o una libreria senza creare ingombro eccessivo. Infine, la profondità: 20-30 cm sono più che sufficienti per ottenere dei vani capienti dove riporre libri o altri oggetti. Naturalmente, al netto di queste considerazioni tecniche, è possibile decidere il layout e la distribuzione dei volumi a seconda del proprio gusto personale.

Materiali e utensili occorrenti

L’allestimento di una testiera attrezzata in cartongesso richiede l’impiego dei seguenti materiali:

  • Profili metallici a ‘U’;
  • Lastre di cartongesso;
  • Tasselli ad espansione e viti filettate;
  • Nastro biadesivo;
  • Stucco per cartongesso;
  • Nastro in carta microforata.

Per quanto riguarda gli utensili, invece, è necessario avere a disposizione: una matita, un metro, una livella, paio di cesoie (o una mola da taglio), un cutter per cartongesso, un trapano avvitatore, una spatola e un frattone.

La realizzazione dell’intelaiatura di supporto

Come per qualsiasi altro sistema a secco, anche una testiera attrezzata prevede anzitutto la costruzione di una struttura portante. Dopo aver effettuato tutte le misurazioni necessarie, ecco il procedimento da seguire:

  • Tagliare su misura i profili metallici a ‘U’;
  • Applicare uno strato di nastro biadesivo sul retro dei laminati;
  • Fissare i profili metallici ai supporti in muratura (parete e pavimento);
  • Vincolare i laminati mediante tasselli ad espansione;
  • Tagliare su misura i profili a ‘U’ per ricavare i montanti interni dell’intelaiatura;
  • Vincolare i montanti al telaio per mezzo di apposite viti filettate.

Tamponamento e finitura

Ultimata la struttura metallica di supporto, è possibile procedere al tamponamento per poi ultimare la testata attrezzata. I passaggi tecnici da eseguire sono:

  • Sagomare i pannelli di cartongesso su misura, servendosi di un cutter; nel caso in cui la struttura preveda un sistema di illuminazione integrato, realizzare preventivamente gli alloggiamenti per i punti luce e realizzare i necessari collegamenti elettrici;
  • Vincolare le lastre ritagliate alla struttura metallica mediante apposite viti per cartongesso;
  • Stuccare le teste delle viti con stucco per cartongesso;
  • Trattare i punti di giunzione applicando uno strato di nastro di carta microforato;
  • Proteggere gli spigoli affogando nello stucco un paraspigolo in acciaio;
  • Carteggiare i residui di stucco per uniformare le superfici;
  • Trattare il supporto con un primer di preparazione specifico;
  • Tinteggiare con idropittura per interni.

 

I materiali Saint-Gobain da utilizzare

Una testiera da letto attrezzata in cartongesso può essere realizzata impiegando i seguenti materiali del catalogo Saint-Gobain:

  • Gyproc Gyprofile, profili metallici a ‘U’ anticorrosivi, dielettrici e antifingerprint, specifici per sistemi a secco;
  • Nastro biadesivo Gyproc, una guarnizione in schiuma di polietilene reticolata per il fissaggio dei laminati;
  • Gyproc Habito® Forte, lastre di gesso rivestito caratterizzate da un nucleo ad alta intensità additivato con fibre di vetro. Il sistema abbina la durezza superficiale ad una elevata resistenza al fuoco ed ai carichi meccanici. In alternativa, è possibile adoperare Gyproc DuraGyp Activ’Air®, una lastra a basso assorbimento di umidità contraddistinta dalla tecnologia Activ’Air® che consente di abbattere la formaldeide degli ambienti interni;
  • Gyproc EvoPlus60, uno stucco a base di gesso e additivi specifici dalla elevata lavorabilità;
  • Gyproc Marco® Spark-Perf®, nastro in carta microforata per il trattamento dei giunti di rinforzo;
  • Paraspigolo in acciaio Gyproc;
  • Viti filettate Gyproc;
  • weberprim RA13, primer di preparazione per supporti in cartongesso a base di acqua;
  • weberpaint mistral, idropittura lavabile traspirante per interni dotata di effetto riempitivo per finiture opache uniformi.

#FaiConIMakers, Seby Torrisi affronta il problema dell’umidità di risalita in garage

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Nel primo appuntamento del nuovo anno con il format “Fai con i makers”, Seby Torrisi affronta il problema dell’umidità di risalita che ha provocato il distacco di una porzione di intonaco su una parete del suo garage. L’utilizzo di un intonaco da risanamento però richiederebbe la parziale stonacatura del muro e la realizzazione di uno spessore di intonaco di almeno 20 mm che comporterebbe la creazione di una sorta di “gradino” rispetto al filo dell’intonaco esistente; il risultato dell’intervento, però, risulterebbe antiestetico. Ragion per cui, il maker siciliano opta per una soluzione alternativa, avvalendosi del supporto materiale di Saint-Gobain Italia: allestire una controparete in cartongesso creando una camera d’aria per mascherare gli antiestetici segni degli effetti dell’umidità da risalita.  

L’assemblaggio della controparete 

In vista del montaggio della controparete, Seby si occupa anzitutto di liberare la parete in muratura, smontando la mola da banco e la presa elettrica che alimenta quest’ultima. Fatto ciò, procede a sagomare i profili metallici omega che fungeranno da sostegno al sistema in cartongesso, servendosi di una cesoia. 

Successivamente, vincola i profili metallici alla parete di supporto, lasciando 60 cm di distanza da ognuno; per il fissaggio, utilizza dei tasselli ad espansione e un trapano avvitatore. Completata anche questa operazione, Seby misura la superficie da coprire con le lastre di cartongesso e sagoma i pannelli (servendosi di un semplice cutter) in maniera tale da coprirla interamente, lasciando un centimetro dal pavimento. Infine, fissa i pannelli sagomati alla struttura metallica, adoperando apposite viti filettate per lastre ad alta intensità e un listello di legno per lasciare la spaziatura tra la controparete e il piano di calpestio. 

Finitura dei giunti e della parete 

Terminate le operazioni di assemblaggio del sistema a secco, Seby può dedicarsi agli interventi di finitura. Il primo riguarda il trattamento dei giunti; per uniformare le superfici e consolidare ulteriormente la struttura, esegue i seguenti passaggi: 

  • Applica una prima mano di stucco lungo le giunture tra i pannelli di cartongesso; 
  • Ricopre con il nastro di carta microforata i giunti da trattare; 
  • Applica un secondo strato di stucco sul nastro di carta; 
  • Quando la seconda mano di stucco è completamente asciutta, elimina le imperfezioni carteggiando la parte con carta vetrata con granulometria 220. 

Concluso il trattamento di rinforzo dei giunti, il maker siciliano prepara la parete in cartongesso utilizzando un apposito primer; infine, procede alla tinteggiatura dei pannelli tramite un’idropittura traspirante. 

Ripristino dei collegamenti elettrici 

Dopo aver completato gli interventi sul sistema a secco, Seby Torrisi si dedica al ripristino dei collegamenti elettrici. Grazie ad un segno a matita sulla lastra, realizza un foro nella controparete abbastanza grande da far passare i fili elettrici convogliati nel corrugato. Interrotta l’alimentazione dell’impianto, collega i cavi alla presa prima di fissarla alla parete con semplici viti da legno; il maker siciliano utilizza la stessa tecnica per installare nuovamente il supporto per la mola smerigliatrice e realizzare una piccola modanatura in legno fissando dei listelli attorno al profilo della controparete.  

 

I prodotti Saint-Gobain utilizzati 

Seby Torrisi ha realizzato gli interventi sopra descritti impiegando diversi prodotti e materiali presenti nel catalogo di Saint-Gobain Italia: 

  • Profili in acciaio zincato Gyproc OMEGA 
  • Profili in acciaio zincato Gyproc OMEGA 
  • Lastre di cartongesso Gyproc Habito® Forte, pannelli con nucleo ad elevata densità, formato da gesso additivato con fibre di vetro. Ciò conferisce al prodotto un notevole grado di durezza superficiale e una spiccata resistenza meccanica, ai carichi e al fuoco; 
  • Viti autofilettanti per lastre ad alta densità Gyproc, specifiche per uso interno; 
  • Stucco a base gesso Gyproc EVOPLUS 60 per la stuccatura dei giunti, delle teste delle viti e delle intersezioni con altre strutture; 
  • Nastro in carta microforata Gyproc MARCO® SPARK-PERF® per il trattamento dei giunti tra lastre di cartongesso: è in grado di aumentare la resistenza alla trazione e, grazie alla rugosità superficiale, trattiene meglio lo stucco; 
  • Primer di preparazione weberprim RA13, un prodotto di sottofondo a base di acqua ideale per i supporti in cartongesso; 
  • Idropittura traspirante per interni weberdeko extra, applicabile anche su intonaco e rasatura. 

Come realizzare una parete divisoria in cartongesso per zona doccia e/o sanitari 

parete cartongesso bagno

Il bagno è tra gli ambienti domestici che richiedono più di frequente interventi di ristrutturazione, tanto per motivi estetici quanto funzionali. Non di rado, un restyling radicale implica la ridistribuzione degli spazi interni, mediante la realizzazione di pareti divisorie per i sanitari o il vano doccia. In tal caso, i sistemi a secco rappresentano una risorsa pratica e flessibile per la realizzazione di svariate soluzioni, anche all’interno di un ambiente umido come il bagno.  

Progettare un sistema a secco per il bagno 

Come per qualsiasi altro intervento, anche per la realizzazione di una struttura a secco in bagno è fondamentale approntare un progetto di riferimento. In tal senso, i fattori da valutare sono diversi: gli ingombri dei sanitari (e il relativo spazio utile necessario al loro utilizzo), le dimensioni del piatto del box doccia e, non ultimo, lo spazio complessivamente a disposizione. In base a tali fattori, è possibile decidere la distribuzione di volumi e superfici, individuando le soluzioni più adatte alle proprie esigenze. 

Utensili e materiali occorrenti 

I materiali necessari per allestire una parete divisoria in cartongesso impermeabile e finita con piastrelle all’interno di un bagno sono: 

  • Lastre in cartongesso; 
  • Profili metallici a ‘U’; 
  • Viti autofilettanti; 
  • Tasselli ad espansione; 
  • Nastro biadesivo in polietilene; 
  • Stucco per cartongesso; 
  • Nastri di rinforzo per il trattamento dei giunti; 
  • Primer di preparazione per cartongesso; 
  • Guaina impermeabilizzante elasto-cementizia; 
  • Rete in fibra di vetro; 
  • Paraspigoli in acciaio; 
  • Accessori per l’impermeabilizzazione; 
  • Colla cementizia; 
  • Mattonelle; 
  • Stucco per fughe. 

Per quanto riguarda gli utensili, è indispensabile avere a disposizione: 

  • Metro (analogico o laser); 
  • Cutter per lastre di cartongesso; 
  • Cesoia o mola da taglio per sagomare i profili a ‘U’; 
  • Trapano avvitatore; 
  • Cazzuola e spatola; 
  • Matita; 
  • Livella (analogica, digitale o laser). 

Come realizzare la struttura 

La parete divisoria del box doccia va realizzata seguendo lo stesso ciclo d’intervento di qualsiasi altra struttura a secco. Dopo aver effettuato le misurazioni necessarie, si procede come segue: 

  • Tagliare i profili metallici a ‘U’ su misura; 
  • Applicare il nastro biadesivo sulla parte esterna dei laminati per fissare questi ultimi al pavimento e alla parete; 
  • Vincolare i profili a ‘U’ ai supporti in muratura, utilizzando i tasselli ad espansione; 
  • Sagomare i profili metallici per ottenere i montanti interni; questi ultimi vanno vincolati all’intelaiatura mediante apposite viti filettate; 
  • Tagliare le lastre di cartongesso su misura, servendosi del cutter; 
  • Vincolare i pannelli in cartongesso al telaio metallico, utilizzando viti apposite. 

Finitura e impermeabilizzazione 

Per implementare la finitura della parte esterna della parete del box doccia è necessario anzitutto stuccare le teste delle viti; successivamente, va effettuato il trattamento dei punti di giunzione tra le lastre, applicando un nastro di rinforzo in carta microforata. Contemporaneamente, è possibile applicare – ove necessario – dei paraspigoli in acciaio, inglobandoli con lo stucco. Dopo aver atteso l’asciugatura, è possibile trattare le superfici con un primer di preparazione e tinteggiare con un’idropittura per interni. 

La parte interna al box doccia, invece, necessita di un ciclo di impermeabilizzazione da realizzare mediante i seguenti passaggi: 

  • Applicare gli accessori per l’impermeabilizzazione agli angoli del vano che ospiterà il piatto doccia, annegandoli nella guaina elasto-cementizia; 
  • Applicare alle pareti interne del vano doccia due mani di guaina elasto-cementizia tra le quali affogare la rete in fibra di vetro; 
  • Posare il piatto doccia e le piastrelle utilizzando una colla cementizia; 
  • Stuccare le fughe. 

Quali materiali Saint-Gobain utilizzare 

Per la realizzazione di una parete divisoria per box doccia in cartongesso, è possibile attingere al catalogo di Saint-Gobain Italia per reperire tutti i materiali necessari: 

  • Profili metallici Gyproc Gyprofile, laminati metallici anticorrosivi, dielettrici e antifingerprint; 
  • Nastro biadesivo in schiuma di polietilene reticolata Gyproc; 
  • Pannelli in cartongesso Gyproc Hydro e Hydro H1, lastre idrorepellenti a ridotto assorbimento d’acqua, oppure lastre ad alta resistenza meccanica Gyproc Habito® Forte Hydro; 

Come impermeabilizzare ed isolare i tetti piani

Impermeabilizzazione Terrazzo

L’impermeabilizzazione delle coperture piane rappresenta un intervento più complesso di quanto si possa pensare: anche nei contesti privi di particolari criticità, infatti, è necessario anzitutto valutare la destinazione d’uso della struttura e l’esposizione della copertura al contatto con l’acqua. Tali valutazioni sono necessarie per stabilire un ciclo di intervento in grado di garantire un adeguato livello di impermeabilizzazione e isolamento. A tal riguardo, è bene sottolineare come più della metà dei fenomeni di degrado strutturale sia riconducibile a difetti progettuali o esecutivi legati all’isolamento e all’impermeabilizzazione delle coperture. Da ciò è facile comprendere quanto sia importante non sottovalutare questo tipo di interventi e, al contempo, scegliere le soluzioni tecnico-progettuali più adatte al contesto di realizzazione. 

Coperture piane: tetto caldo “tradizionale” e le nuove evoluzioni del “Cool Roof” 

  • Il “tetto caldotradizionale è un sistema di copertura in cui l’isolante termico si trova al di sotto dello strato impermeabilizzante, realizzato ad esempio con membrane bitume-polimero. I pannelli di materiale termoisolante devono essere di tipo pre-rivestito, così da facilitare la posa delle membrane. 
  • Il “Cool roof” (letteralmente, “tetto freddo”), invece, è caratterizzato da una finitura completamente bianca che garantisce un elevato grado di riflettanza della radiazione solare ed emittanza termica. Questo tipo di soluzione, sempre più utilizzato negli ultimi anni, offre numerosi vantaggi: riduce la temperatura superficiale della copertura, proteggendo le strutture portanti dalle oscillazioni termiche tra le ore diurne e quelle notturne, consente di abbattere i costi della climatizzazione estiva (fino al 30%), migliora il comfort abitativo e sortisce un pregevole effetto estetico. In aggiunta, il “Cool roof” migliora le prestazioni dei pannelli fotovoltaici e allunga la vita utile dello strato di impermeabilizzazione. 

Isolamento e impermeabilizzazione di una copertura piana 

Per realizzare un sistema di isolamento e impermeabilizzazione su supporto latero-cementizio è necessario implementare un ciclo di interventi specifico, che prevede le seguenti fasi: 

  • Posa del massetto di pendenza; 
  • Trattamento del supporto con primer bituminoso; 
  • Applicazione di una barriera al vapore, ossia una speciale membrana bitume-polimero; 
  • Realizzazione dello strato di isolamento termoacustico mediante la posa di pannelli rigidi in lana di vetro, con idoneo fissaggio tramite tasselli o collanti; 
  • Applicazione del doppio strato impermeabilizzante, preferibilmente costituito da due membrane bitume-polimero, di cui la seconda con finitura ardesiata. 

La realizzazione di un sistema “Cool Roof” è simile alla precedente, ma la membrana finale è pre-rivestita con una lamina di allumino bianca riflettente ad elevato SRI (Solar Reflectance Index). In alternativa è possibile applicare sull’ultimo strato impermeabilizzante una speciale pittura bianca riflettente. 

I prodotti Saint-Gobain per l’impermeabilizzazione delle coperture piane 

All’interno del catalogo di Saint-Gobain Italia è possibile trovare prodotti specifici per l’isolamento e l’impermeabilizzazione delle coperture piane, siano esse tradizionali o “Cool Roof”: 

  • Isover BituverTech, nuova linea di membrane impermeabilizzanti caratterizzata da un’innovativa formulazione delle mescole, studiata e messa a punto nei laboratori di ricerca del nostro sito produttivo in Abruzzo; 
  • Bituver Megaver California, membrana in classe di resistenza agli incendi esterni “Broof(t2)”, rivestita con una lamina di allumino bianca ad alto SRI; 
  • Bituver California-P, pittura monocomponente elastoplastica ad elevato SRI;
  • Isover SUPERBAC Roofine® G3, pannello in lana di vetro ad alta densità (trattata con leganti a base di resine termoindurenti), caratterizzato da elevata resistenza meccanica e buone capacità di isolamento termoacustico. È rivestito con uno strato di bitume dalla elevata grammatura ed è armato con un velo di vetro e con un film di polipropilene. 

Saint-Gobain Italia ottiene la certificazione Top Employer 2022 per il nono anno consecutivo

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Top Employers Institute ha appena reso noti i risultati di quest’anno relativi alle migliori aziende in ambito HR in Italia, includendo per il 9° anno consecutivo Saint-Gobain Italia tra le aziende selezionate e certificate.

Top Employers Institute dal 1991 certifica le migliori aziende al mondo in ambito risorse umane, analizzando oltre 400 best practices che riguardano le strategie e le politiche HR, raggruppate in 6 categorie: Steer and Shape (che esplorano le strategie aziendali dalla prospettiva del dipendente), AttractDevelop and Engage (che coinvolgono l’esperienza del dipendente) e, infine, Unit (focalizzata sui temi che uniscono i dipendenti e che creano un senso di appartenenza all’organizzazione).

In perfetta sintonia con il resto del Gruppo, la certificazione italiana ha visto dei punteggi molto elevati nei criteri che riguardano le strategie e i valori aziendali. Rispetto alla scorsa certificazione, sono stati inoltre raggiunti miglioramenti nella categoria dell’attrattività, sia nell’ambito di acquisizione dei talenti sia nell’eccellenza delle condizioni di lavoro riservate ai propri dipendenti.

Grazie ai 38 Paesi premiati a livello locale, Saint-Gobain ha ottenuto, per il 7° anno consecutivo, anche la certificazione Top Employer Global, entrando a far parte delle organizzazioni che hanno conseguito questo importante riconoscimento. Tra i 20 criteri analizzati dal Top Employers Institute, Saint-Gobain ha fatto progressi significativi quest’anno su 17 di essi, con 12 criteri che hanno registrato un aumento del 2% o più.

Il Gruppo è stato inoltre certificato Top Employer Europe 2022.

 

Leggi il Comunicato Stampa

Come costruire una cabina armadio in cartongesso

cabina armadio cartongesso

Le cabine armadio sono tra le soluzioni più in voga per ottimizzare l’uso degli spazi, specie in ambienti domestici non particolarmente ampi. Esse, infatti, consentono di ottimizzare superfici che, altrimenti, resterebbero inutilizzate, contribuendo anche ad organizzare al meglio capi e accessori di abbigliamento. Trattandosi spesso di strutture che rispondono in maniera flessibile ad esigenze specifiche, non di rado vengono allestite utilizzando un sistema a secco costruito con pannelli in cartongesso: di seguito, vediamo come implementare questo tipo di soluzione.

La progettazione

Come per qualsiasi altro intervento, la stesura di un progetto di massima è un presupposto fondamentale. Per quanto riguarda la cabina armadio, è necessario scegliere la zona della casa in cui verrà installata, tenendo conto dello spazio a disposizione. La cabina può essere ricavata in fondo ad un corridoio, lungo una parete della camera da letto o dal frazionamento di altri ambienti, quali il soggiorno e l’area living. Fatte queste valutazioni preliminari, è possibile scegliere la posizione della struttura e il layout, sia delle parti esterne sia dei comparti interni, in base alle proprie esigenze.

Utensili e materiali occorrenti

La costruzione di una cabina armadio in cartongesso richiede gli stessi utensili e materiali necessari per qualsiasi altro sistema a secco: lastre di cartongesso rivestito, profili metallici a ‘U’, viti filettate, tasselli ad espansione, nastro biadesivo in polietilene, stucco per cartongesso e nastro di rinforzo per il trattamento dei giunti. Per quanto concerne gli utensili, è avere a disposizione matita, metro, livella, cutter per cartongesso, cesoie o forbici per i laminati, trapano avvitatore, spatola e frattazzo.

Come realizzare la struttura

L’intelaiatura della cabina armadio va realizzata con profili metallici a ‘U’. Prima, però, è necessario effettuare le opportune misurazioni e, in base al progetto, segnare i riferimenti perimetrali della struttura sulla parete e sul pavimento, servendosi di metro e matita. Fatto ciò, il procedimento tecnico è il seguente:

  • Sagomare i profili a ‘U’ su misura, utilizzando forbici o cesoie;
  • Applicare il nastro biadesivo sulla parte esterna dei laminati fissandoli lungo il perimetro tracciato in precedenza;
  • Vincolare i profili a ‘U’ mediante tasselli ad espansione;
  • Ricavare dai profili a ‘’ i montanti interni del telaio, fissandoli alle guide per mezzo di apposite viti; con questo procedimento, è possibile modulare la distribuzione degli spazi interni, realizzando spallette.

Posare il rivestimento in cartongesso

Completata l’installazione della struttura portante, è possibile dedicarsi alle operazioni di tamponamento. A tale scopo, bisogna anzitutto provvedere a ritagliare su misura le lastre di cartongesso (utilizzando un cutter) in base al layout scelto in fase di progettazione. I pannelli vanno poi vincolati alla struttura, adoperando specifiche viti per cartongesso e un trapano avvitatore: il consiglio è quello di tamponare prima la parte interna della struttura e poi quella esterna. Se si è previsto un sistema di illuminazione interno alla cabina armadio, i collegamenti elettrici vanno realizzati prima della posa delle lastre

Quando la struttura è completamente rivestita, bisogna la finitura, che prevede i seguenti passaggi:

  • Stuccare le teste delle viti;
  • Trattare i punti di giunzione tra le lastre con stucco e nastro di rinforzo;
  • Proteggere gli spigoli inserendo paraspigoli in acciaio da

 

I materiali Saint-Gobain da utilizzare

All’interno del catalogo Saint-Gobain è possibile trovare tutti i materiali necessari per costruire una cabina armadio in cartongesso:

  • I profili metallici Gyproc Gyprofile, laminati anticorrosivi, dielettrici e antifingerprint, da fissare alle superfici con il nastro biadesivo in schiuma di polietilene reticolata Gyproc;
  • Le lastre di cartongesso, anch’esse a marchio Gyproc; è possibile optare per pannelli Wallboard standard oppure per prodotti ad altre prestazioni quali Habito® Forte o Duragyp Activ’Air®, che offrono un’elevata resistenza meccanica;
  • Gyproc EvoPlus 60, uno stucco in polvere con additivi specifici ideale per le stuccature su cartongesso e il trattamento dei giunti, in abbinamento a Marco® Spark-Perf®, un apposito nastro in carta microforata;
  • Il Paraspigolo Gyproc in acciaio per la finitura degli spigoli esterni.